Le “Chiese Aperte” nel Roero, presto, raddoppieranno in numero e qualità

Si amplierà il progetto promosso dalla Fondazione Crt, coinvolgendo così quattro Comuni

0
815

Sono diversi e interessanti, nel Roero, i beni di pregio architettonico e artistico in via di coinvolgimento nel progetto “Chiese a porte aperte”: un progetto sperimentale che non molti conoscono ancora, ma che diventa ora particolarmente interessante con la progressiva riapertura -almeno, a livello locale e regionale- dopo la fase acuta dell’emergenza sanitaria.

Uno stimolo in più, dunque: anche per acquisire consapevolezza sul patrimonio culturale locale, per un’iniziativa che di propone di aprire e visitare autonomamente i beni culturali ecclesiastici del Piemonte e della Valle d’Aosta con l’ausilio delle nuove tecnologie.

L’operazione costiuisce un ottimo equilibrio tra storia e tecnologia: consentendo dunque di conoscere da vicino una serie di edifici di altissimo livello d’interesse culturale, dalle radici remote, muovendosi grazie ad una App che si chiama “Chiese a porte aperte” , in grado di gestire molteplici operazioni dalla prenotazione della visita all’apertura automatizzata della porta. In un’attività ideata dalla Consulta Regionale per i Beni Culturali ecclesiastici con l’appoggio della Fondazione Crt, il punto di partenza è il portale internet www.cittaecattedrali.it con la sua sezione “Chiese aperte”, da cui è possibile scaricare l’App medesima.

La quale, peraltro, è disponibile su Apple Store per dispositivi iOS e da Google Play per Android. Si possono scegliere gli orari e i giorni di visita, il numero di persone interessate, le eventuali esigenze. Una volta effettuato l’accesso, tramite Qr-Code si viene guidati alla scoperta del bene al suo interno attraverso un’installazione multimediale costituita da una narrazione storico, artistico e devozionale accompagnata da un sistema di luci mobili e di micro proiettori.

Una visita guidata automatica, allora: che accompagna dalla porta di casa sino alle chiese già visitabili, con un sistema di apertura automatica e di riconoscimento dell’utente. E in modo del tutto gratuito: grazie al fascino della modernità, e con l’ausilio di telecamere tendenti altresì a garantire sicurezza, un certo grado di riservatezza, e anche possibili atti vandalici.

Un’innovazione “forte”, dunque: e che si presta a parecchie applicazioni future. Sono già una dozzina, in Piemonte, le strutture che ne beneficiano: due nel Roero, per una cifra destinata ora a raddoppiare.

Nella partita c’è già, ad esempio, il santuario del Tavoletto di Sommariva Perno: “casa” dell’omonima Onlus e della sezione albese di Italia Nostra, posto in un un punto remoto e dalla posizione panoramica invidiabile. Da vedere, senza dubbio: così come l’oratorio di San Francesco di Santa Vittoria d’Alba, poco distante dal municipio in sommità al borgo, eccezionale anche solo per la sua quasi totale copertura di affreschi interni, raffiguranti scene della Passione di Gesù.

Presto, come dicevamo, il ciclo roerino si amplierà: con l’ingresso nel circuito della settecentesca chiesa di Santo Spirito posta ai piedi del Castel Verde, altro luogo d’eccellenza paesaggistica per tutto l’Albese: e la confraternita di San Bernardino che è la vera porta d’ingresso al capoluogo di Monteu Roero, sui passi del castello che domina l’abitato, e parte integrante dei percorsi di visita monteacutese curati dall’associazione “Bel Monteu” e dai Volontari per l’Arte.

Va segnalato, in questo caso, l’opera di recentissimo restauro dell’Altare Maggiore: promossa insieme da Comune, Cavalieri del Roero, Compagnia di San Paolo e dalla stessa Fondazione Crt, con la direzione artistica di Martina Marucco.

In questi due casi, è di queste settimane l’avallo tecnico espresso dalla Soprintendenza ai Beni culturali del Piemonte e della Valle d’Aosta: una freccia in più da scoccare, per un Roero che ha molto da mostrare tra tavola e cantina, vita all’aria aperta, e cultura a tutto tondo. Anche cuore e mente, in fondo, hanno appetiti forti.

Paolo Destefanis