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Tanti incarichi prestigiosi sino alla carriera nelle Istituzioni

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Gli anni della guerra vissuti da ragazzino, la scuola abbandonata presto, il lavoro a 16 anni. E poi la politica, inizialmente non cercata ma diventata la sua strada. Tante le vite vissute da Guido Bonino, nato l’11 maggio del 1931 a Savigliano. È stato sindaco di Cuneo dal 1976 al 1985, presidente della Provincia dal 1985 al 1988, quindi l’approdo in Regione: prima come consigliere, poi nel 1994 come assessore alla Sanità. Lui che in precedenza era stato consigliere del Santa Croce e della Cassa di Risparmio di Cuneo e presidente del Carle, e che successivamente è diventato consigliere della Fondazione CRT e dell’Autostrada Torino-Savona, presidente e consigliere della Geac (aeroporto di Levaldigi) e vice presidente di Fingranda Spa. «Sì, ho fatto tanta strada. Ma ricordo ancora come è partito tutto: avevo 16 anni, frequentavo un istituto tecnico a Torino. Non andavo molto bene, e mio padre un giorno mi disse: ‘La scola fa nen per ti’. Mi mandò a lavorare alle Officine di Savigliano e lì partì la mia avventura nel mondo. La politica? Non volevo farmi coinvolgere troppo. Mi interessava, ma non volevo fare l’amministratore».

Ma poi finì per farlo. Come andò?
«Ero all’Eca, l’Ente Comunale di Assistenza, che aveva diritto ad un posto nell’ospedale di Cuneo: così sono finito al Santa Croce, che a sua volta aveva diritto ad un posto alla Cassa di Risparmio. Dopo sono diventato presidente del Carle. Divenni sindaco in circostanze particolari, quando Dotta mancò. Fu una bella esperienza, come quella da presidente della Provincia. Ma credo che un tempo fare politica fosse più facile».

Perché?
«Una volta si digeriva anche ciò che non era tanto digeribile pur di restare uniti, mentre oggi vengono analizzate anche le virgole ed è più difficile accontentare tutti. Io dico spesso che ai miei tempi c’era l’arte del compromesso, che non è una parolaccia: voleva dire conciliare esigenze contrapposte per il bene comune. Oggi compromesso significa mettersi d’accordo per fregare il prossimo».

BaNNER
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