Orti e sementi in tempo di Covid-19: il Senatore Mino Taricco scrive al Presidente Conte

RICEVIAMO E PUBBLICHIAMO

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Il Senatore Mino Taricco, con una lettera aperta indirizzata in prima persona al Presidente del Consiglio dei Ministri Giuseppe Conte e sollecitando anche i Ministri interessati, On. Roberto Speranza e Sen. Teresa Bellanova, oltre al Dipartimento della Protezione Civile, segnala la necessità di un chiarimento esplicito relativamente alla questione della coltivazione di orti e di sementi, e dei prodotti e dei servizi che intorno ad essi ruotano svolta da parte di tutti gli altri cittadini, ovvero pensionati o cosiddetti hobbisti, durante questo periodo colpito dall’emergenza epidemiologica COVID-19 e che si trovano, ad oggi, nell’incertezza e nell’impossibilità di raggiungere i propri terreni per la semina. Una questione “piccola” ma non marginale.

Da una recente inchiesta risulterebbe che oltre un terzo degli italiani conduce un orto per prodursi propria verdura o frutta e lo farebbe sia per il piacere di poter consumare prodotti in proprio, sia per contenere i costi della spesa.

Con la divulgazione dell’emergenza sanitaria Covid-19, il quadro normativo di riferimento in questo settore continua a non trovare riferimenti certi per parte di cittadini, ovvero pensionati o semplicemente hobbisti.

Sottolinea il Senatore Taricco: “molte Città e Comuni hanno messo negli anni a disposizione dei propri cittadini aree adibite a orto pubblico, assegnate in coltivazione a singoli cittadini, e risulterebbe che per le sole Città capoluogo sarebbero circa 3,5 milioni di metri quadri le superfici a questo scopo dedicate. Inoltre, questo è il periodo in cui negli orti si semina e si pianta.

Non è pensabile che, soprattutto in questo periodo, in cui negli orti si semina e si pianta, siano correttamente vendibili fiori e piante da orto, ma che poi chi le acquista, se non è un agricoltore, possa essere multato se dopo l’acquisto si reca nel proprio orto per la semina, non tralasciando il fatto inoltre che, tale attività non andrebbe ad inficiare in modo negativo sulle misure di sicurezza debitamente impartite.

Capisco che non sia il problema più drammatico del momento, ma anche risolvere questioni come questa che riguardano milioni di cittadini possa aiutare il Paese ad andare avanti. Se non si potrà seminare e piantare oggi, non si raccoglierà più avanti

Gentile Presidente

sono a segnalare, dopo aver sollecitato in più occasioni, e so per certo di non essere stato il solo a farlo, la necessità di un chiarimento esplicito, relativamente alla questione della coltivazione di orti e di sementi, e prodotti e servizi che intorno a questi ruotano, una questione che può apparire secondaria e che invece, soprattutto per territori rurali come quello da cui provengo, non è assolutamente marginale.

In una recente inchiesta risulterebbe che oltre un terzo degli italiani conduce un orto per prodursi propria verdura o frutta e lo farebbe sia per il piacere di poter consumare prodotti in proprio, sia per contenere i costi della spesa.

Molte città e comuni hanno messo negli anni a disposizione dei propri cittadini aree adibite a orto pubblico, assegnate in coltivazione a singoli cittadini, e risulterebbe che per le sole città capoluogo sarebbero circa 3,5 milioni di metri quadri le superfici a questo scopo dedicate.

Ora il quadro normativo, a seguito della emergenza Covid-19, in questo settore continua a non trovare riferimenti certi, perché se è stato chiarito, per quanto concerne anche le attività florovivaistiche e di sementi e mezzi tecnici per gli agricoltori, per tutti gli altri cittadini, pensionati o cosiddetti hobbisti (ma che in realtà in moltissimi casi è semplicemente una seconda attività familiare), il quadro rimane quanto mai frammentato e disorganico.

Non è infatti pensabile che siano correttamente vendibili fiori e piante da orto, ma che poi chi le acquista, se non è un agricoltore, possa essere oggetto di multe se dopo l’acquisto le va a piantare nel suo orto.

In merito mi permetto di sottolineare che detta attività sarebbe realizzabile garantendo facilmente tutte le misure di sicurezza (è certamente più sicura una attività nel proprio orto che tante altre attività oggi ammesse). Tra l’altro da 15 giorni questo è il momento nel quale negli orti si semina e si pianta, e se ciò non avverrà non si raccoglierà.

Capisco che non sia il problema più drammatico del momento, ma anche risolvere questioni come questa che riguardano milioni di cittadini può aiutare il Paese ad andare avanti.

Grato per l’attenzione anticipatamente ringrazio.