Volley – Cuneo, il coach e il capitano: “Manca il campo, ma la pallavolo ora conta davvero poco”

Abbiamo chiesto a Roberto Serniotti ed Emiliano Cortellazzi come stanno trascorrendo questo periodo e cosa prevedono per il futuro: "Impossibile proseguire, giusto chiudere la stagione"

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Tra chiamate e chat, allenamenti, approcci con lavori domestici prima sconosciuti e l’affetto della famiglia, l’allenatore e il capitano della Bam Acqua San Bernardo Cuneo per ora non si stanno annoiando. L’isolamento forzato di Roberto Serniotti ed Emiliano Cortellazzi trascorre nella serenità familiare, ma con tanta preoccupazione per quello che sta accadendo. “Non ha senso parlare di pallavolo in questo momento”, dice il coach. E il capitano concorda: “La salute viene prima, lo sport in questo momento non può che passare in secondo piano”.

Ma come trascorrono le giornate un allenatore ed un giocatore di pallavolo? “Oltre a passare del tempo con la famiglia, cerco di restare aggiornato con il mio lavoro – spiega Serniotti -: il web dà la possibilità di vedere video e leggere molte cose interessanti, di parlare con altri allenatori e giocatori. A me piace trovare sempre qualcosa di nuovo, per cui questa è la cosa che mi stimola maggiormente in questo periodo. Poi mia moglie cerca di farmi fare cose che prima non avevo mai fatto e che non sono capace di fare. Ma non si può improvvisare, per cui cerco di evitare! (Ride, ndr)”. “Con due bambini piccoli, io la noia non so proprio cosa sia in queste giornate – racconta Cortellazzi -. Certo, la mia routine si è rotta completamente, ma la cosa positiva è che riesco a godermi la famiglia. Ora capisco Zaytsev, che qualche giorno fa ha raccontato della faccia che fa la moglie quando lui torna a casa e le dice di essere stanco! Gli allenamenti? Faccio i pesi e gli esercizi a corpo libero del programma che ci hanno dato, poi avendo un giardino posso giocare a pallavolo con mio figlio e divertirmi un po’”.

Niente noia, per ora. Ma ad entrambi manca la palestra e il contatto con la squadra. “Certo, manca quella quotidianità, anche perché in questo momento, da casa, non puoi fare l’allenatore. Restiamo in contatto, ci sentiamo spesso con lo staff e con i giocatori, ma non è la stessa cosa. Adesso, però, la pallavolo conta davvero poco: la situazione che stiamo vivendo è preoccupante e triste”. Concetto sottoscritto dal capitano, a cui quello che più manca è “soprattutto lo spogliatoio: il contatto con i miei compagni, le risate. E poi il campo”. Tutti i giocatori sono rimasti a Cuneo, anche il tedesco Prolingheuer. “Stiamo cercando di ‘salvare’ Paris – scherza Serniotti -. E’ l’unico della squadra che vive da solo: lo chiamiamo spesso per fargli compagnia e tenergli su il morale”. Conferma Cortellazzi: “Guarda, se potessi lo andrei a prendere e me lo porterei a casa, almeno mi potrebbe dare una mano con i bambini!”.

Entrambi tornano seri quando si parla del futuro della stagione pallavolistica. Per loro non ci sono dubbi. Per il coach “non è pensabile una conclusione della stagione, ed è giusto così vista la situazione drammatica che sta vivendo il Paese. Hanno annullato le Olimpiadi, significa qualcosa. Anche perché più si sta fermi, più ci sarebbe poi bisogno di tempo per rimettersi in forma. Bisognerà trovare delle formule per premiare le squadre che hanno fatto bene nella stagione, ma non si può pensare di ripartire. Io sarei già contento di riprendere regolarmente il prossimo campionato con tutte le squadre al via, perché a tenerle in vita sono gli sponsor e bisognerà capire in quanti potranno ancora sostenere società sportive”. “L’ho già detto, la salute viene prima – aggiunge Cortellazzi -. E’ giusto chiudere qui la stagione”. Il palleggiatore cuneese vive questo periodo anche con le preoccupazioni di un lavoratore autonomo: “Faccio l’imbianchino. Fino alla scorsa settimana sono riuscito ancora a lavorare, poi con il nuovo decreto ho dovuto fermarmi. C’è preoccupazione: è giusto stare a casa, ma se stai a casa non fatturi e quindi non guadagni”.

Qual è la prima cosa che faranno appena terminato questo periodo? Il capitano ha le idee chiare (“Un giro in bici con i miei figli”), meno il coach: “Ora ti direi una cena fuori, ma non c’è ancora qualcosa che mi manchi così tanto. Dovresti rifarmi questa domanda tra un po’ di tempo!”.