Si è già fatto un’idea almeno di massima in merito a quante ore dovrà dedicare al suo nuovo incarico?
«La risposta migliore penso sia: “Quelle che serviranno”. Non ho mai tenuto il conto del tempo nei cinque anni da consigliere del­l’Ente Fiera internazionale del tartufo bianco d’Alba e non intendo farlo ora. Se pensi a cronometrare il tempo che do­vrai dedicare a un impegno del genere, allora è meglio non iniziare nemmeno. Quando decidi di met­terti in gioco, lo fai perché vuoi misurare la soddisfazione che ti dà vedere concretizzarsi un progetto o raggiungere un o­biettivo. Questo fa sì che il tempo speso sia investito e non sprecato. È il modo di pensare non solo mio, ma di tutti quelli che, presidenti dei Borghi “in primis”, si danno da fare, mossi da un sincero spirito di servizio nei confronti della città e da profondo amore per il territorio».
A rispondere così è Luca Sen­sibile, fresco di elezione a presidente della Giostra delle cento torri di Alba. La domanda, in ve­rità non è la prima che “IDEA” gli ha posto, ma siamo partiti da lì perché le parole usate per argomentare la propria posizione lasciano intuire come mai Luca Sen­sibile si sia visto affidare l’incarico con voto unanime, dopo una riunione in cui anche il presidente uscente, il dimissionario Alberto Cirio, ne ha tessuto le lodi («Alla guida della Giostra serve una persona che abbia un ruolo istituzionale, ma che, all’occorrenza, sposti anche le transenne», ha detto il Governatore).
Luca Sensibile, ormai in scadenza di mandato come consigliere dell’Ente Fiera internazionale del tartufo bianco d’Alba (su nomina del precedente sin­daco di Alba, Maurizio Marello), ha dimostrato di aver chiari tanto i presupposti quanto gli obiettivi da raggiungere.
«Per me l’elezione è stata una grande soddisfazione», aggiunge il Neopresidente, «perché i Bor­ghi hanno indicato con convinzione il mio nome per questo incarico. Lo considero un segno di apprezzamento alla mia persona e al lavoro svolto, insieme agli altri componenti del Direttivo del­l’Ente Fiera».
Quali sono le prime mosse che ha in animo di compiere da presidente della Gio­stra?
«In questi anni ho fatto da raccordo tra Ente Fiera e Borghi, cercando di portare in Consiglio le istanze della Giostra. Qualche mese fa sono entrato a far parte del Direttivo della Giostra, così ho potuto iniziare a conoscere me­glio persone e gruppi, ma è chiaro che, come prima cosa, do­vrò capire meglio i meccanismi. Nei mesi prossimi chiederò a tutti i Borghi di poter partecipare alle loro riunioni, per conoscere anche chi sta dietro ai presidenti. Fin da subito, però, cercherò di migliorare alcune criticità che ho riscontato in questi anni, da spettatore prima e da consigliere del Direttivo poi. Per esempio, vorrei costruire una comunicazione diversa del Pa­lio e degli altri eventi dell’autunno, che in questo momento manca. Sui “social”, per esempio, non esiste un profilo della Giostra e credo che, accanto agli spazi di ogni Borgo, sarebbe importante averne uno che co­munichi collettivamente. Sarà importante valorizzare il comparto del folclore e della tradizione e comunicare i nostri eventi molto prima. Il numero unico della Giostra che arriva il giorno del Palio serve a poco. In primavera, in occasione di “Vinum”, occorre che la Giostra vada già a promuovere gli eventi dell’autunno. Anche nell’ottica di una promozione internazionale, si può fare forse qualcosa in più. Un dato del Palio che ci ha sorpreso l’anno scorso è che il 55 per cento del pubblico pagante fosse costituito da turisti stranieri. È vero che per due anni il calendario ci ha portato ad avere una sovrapposizione tra Palio e apertura della Fiera, perché la prima do­menica di ottobre era abbastanza avanti. Quest’anno no, e sarà interessante vedere se la percentuale di pubblico internazionale rimarrà alta. Se così fosse, significherebbe che il folclore piace agli stranieri, i quali vengono in città anche per quello».
Rispetto agli eventi che organizza la Giostra ha qualche osservazione operativa da fare?
«Nelle ultime edizioni della rievocazione dei Borghi ci sono stati alcuni casi in cui si è optato quasi per un “musical”. È una soluzione che è piaciuta a buona parte del pubblico generalista, quello che viene per divertirsi e non bada alla correttezza della ricostruzione storica. La domanda è: andiamo avanti così, apriamo a una maggior dimensione di spettacolo o mettiamo paletti per riportare le rievocazioni nel solco di una contestualizzazione storica più rigorosa? Non è facile rispondere…».
Sulla “Bela trifolera dei Borghi”?
«Per me è un evento da mantenere. La formula che prevede partecipanti di Alba e tre uscite in passerella, una in abiti medievali, una in abito da sera e una da “trifolera”, mi pare sia quella giusta per un evento simpatico, “easy”, che va al di là del concorso di bellezza fine a se stesso. È un tipo di manifestazione che non avrà e non ambisce a un’internazionalità, è per noi albesi e va bene così».
Sul Palio degli asini?
«Vorrei riportare il Palio al centro. Una volta, dopo la sfilata per la città, i Borghi entravano nell’arena, facevano un giro come completamento del percorso cittadino e poi iniziava il Palio. Oggi, invece, ci sono ancora tre ore di rievocazioni. Ovvia­mente non penso che vada tolta la parte delle rievocazioni, anche perché i Borghi stanno già lavorando per il Palio 2020, ma vorrei riuscire ad accorciare le esibizioni e cercare di riempire i tempi morti per il montaggio del percorso del palio, anticipando le pri­me batterie e provando a semplificare un po’ il meccanismo».
Come si spiega cosa rappresentano i Borghi per Alba a chi non vive la ribalta cittadina?
«Alla base della rivalità c’è un forte spirito di competizione, ma, al di là di tutto, si percepiscono la voglia e la capacità di rimboccarsi le maniche e di andare avanti insieme, mettendosi al servizio della città, soprattutto nel comparto turistico. I Borghi sono gruppi che sanno creare condivisione e amicizia, cosa non da poco al giorno d’oggi, coinvolgendo an­che i giovani, i quali così facendo sviluppano un senso di appartenenza e un sen­so civico che mette in loro un seme per far­li crescere co­me cittadini».

Incarico affidato con l’unanimità dei consensi

Luca Sensibile è stato nominato presidente della Giostra delle cento torri, prendendo il posto di Alberto Cirio, dimessosi in seguito all’elezione a presidente della Regione Piemonte.
L’architetto albese, che ricopre dal 2015 il ruolo di consigliere dell’Ente Fiera internazionale del tartufo bianco d’Alba, mentre nel quinquennio precedente è stato dirigente dell’Olimpo ba­sket Alba, di cui in gioventù ha anche vestito la casacca, è stata eletto nel corso di una recente riunione della Giostra. Nella circostanza avevano diritto al voto i rappresentanti dei nove Borghi della capitale delle Langhe, cui si aggiungevano un voto espresso dal Direttivo della Gio­stra delle cento torri e un altro appannaggio del presidente del Gruppo sbandieratori e musici della città di Alba, Sergio Destefanis.
Le undici preferenze sono state espresse a favore di Luca Sensibile, il quale sarà supportato da Domenico Boeri, in qualità di vicepresidente.
Piercarlo Verney, alla guida della Giostra dal 2001 al 2012 e presidente “pro tempore” dopo le dimissioni di Cirio ha accettato la proposta del Neopresidente di continuare a far parte del Consiglio e di mettere la propria e­sperienza al servizio della Gio­stra. Com­pletano il Direttivo: il pre­sidente del gruppo stori­co “Città di Alba”, Felice Dez­zani, Carlo Passone e Ro­mano Cu­gna­sco, respon­sabi­le della si­curezza dei giochi della Gio­stra delle cento torri.