La silenziosa lezione degli alberi: il ricercatore Giorgio Vacchiano a Bra

0
680

Natura e alberi, ma soprattutto uomini. Sono stati questi i protagonisti della serata di martedì 29 gennaio nella Sala Conferenze del Centro Polifunzionale “Giovanni Arpino” di Bra.

Il primo appuntamento del 2020 organizzato dalla Scuola di Pace “Toni Lucci” di Bra ha infatti ospitato il ricercatore torinese Giorgio Vacchiano, esperto in gestione forestale, che ha narrato a una sala gremita le storie di alcuni boschi conosciuti in molti anni di studio. Seppur distanti tra loro, tutti gli alberi sono accomunati da una caratteristica invisibile ma indispensabile: la resilienza.

Lo scienziato, nel corso della serata, ripete più volte come un mantra questo termine, presente anche nel titolo del suo saggio da poco pubblicato (La resilienza del bosco, Mondadori), che ha permesso la sopravvivenza di numerose specie, tra cui la nostra. È grazie alla resilienza che il pianeta è ricoperto da una millenaria distesa verde che garantisce la nostra vita.

Gli esempi sono numerosi, a partire dai cipressi calvi sommersi nelle paludi della Louisiana, fino ad arrivare agli eucalipti australiani, che hanno trasformato il fuoco in un’occasione per dare vita a nuove piante resistenti, ma la domanda a questo punto sorge spontanea: perché la natura non è in grado di fronteggiare i cambiamenti climatici? La risposta di Vacchiano è semplice quanto drammatica: “l’uomo l’ha sottoposta a un drastico innalzamento delle temperature, e i suoi ritmi non sono in grado di ottenere dei risultati in breve tempo”.

In soli 100 anni, infatti, la temperatura della Terra è aumentata di circa 1,2°C, e i dati rivelano che entro fine secolo la cifra raggiungerà quota 3°C: un’emergenza sempre più tangibile, che solo l’uomo può fronteggiare, “anche perché è in gioco la sua sopravvivenza, non quella della Terra. Uno strano scherzo del destino: il carnefice rischia di diventare vittima del suo stesso operato”.

Il ricercatore ha però lasciato un messaggio di speranza. La scienza ha consegnato degli strumenti efficaci per la lotta all’inquinamento. Ora è compito dei governi e dei cittadini far sì che vengano sfruttati con tempestività. Il tempo stringe, e l’esitazione non può più essere tollerata.

Il 2019 ha visto scendere in piazza giovani da tutto il mondo per chiedere un cambiamento di rotta e “nei volti e nelle parole traspariva la volontà di vivere, quella che ognuno di noi ha ereditato dai primi uomini sulla Terra”.

È giunto il momento di assumersi le proprie responsabilità, e di compiere un gesto d’amore nei confronti della nostra casa. La strada da seguire è la natura stessa ad illustrarcela, ovvero la resilienza, lo straordinario desiderio di sopravvivere nonostante le avversità, e si può affermare che in questo siamo simili.  Anche il poeta John Dryden ce lo ricorda: “L’autodifesa è la più antica legge della Natura“. E dell’uomo, oserei aggiungere” sottolinea Iman Babakhali, della Scuola di Pace Toni Lucci Bra

c.s.