Alba: “25 Anni dopo l’Alluvione”, convegno in memoria del disastro nell’albese (FOTO e VIDEO)

L'evento ha dato voce ha diversi relatori che lavorano nell'ambito della prevenzione delle calamità naturali. Presentato l'ultimo libro della giornalista Paola Scola: "PIù Forti dell'Alluvione"

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Si è tenuto ieri, presso il Palazzo Mostre e Congressi “G. Morra”, il convegno “25 anni dopo l’alluvione“. Un evento dedicato al ricordo delle vittime della tragedia, che colpì il basso Piemonte nel ’94. L’incontro ha ospitato molti relatori, intervallati dai moderatori Beppe Rovera, giornalista dell’ente televisiva RAI, e dal saggista Roberto Cavallo.

Nel video, il discorso di apertura del Sindaco Carlo Bo

In questo modo, ricordando fin da subito i nomi delle vittime, l’incontro ha avuto inizio. Presente anche il Presidente della Regione Alberto Cirio, che da ex abitante di Sinio ha ricordato l’accaduto. Riferendosi anche all’emergenza di poche settimane fa avvenuta nell’alessandrino. “Grazie alla Protezione Civile, il Piemonte è stato autosufficiente nel gestire l’emergenza di Alessandria“. “Tutte le province hanno mandato i loro gruppi di volontari, che sono intervenuti sin dalle prime ore del mattino” Un fattore di solidarietà e di collaborazione, di cui la Regione Piemonte va fiera.

Paola Scola, giornalista de “La Stampa”, ha presentato il suo ultimo libro “Più Forti dell’Alluvione” (edizioni ArabaFenice). “25 anni fa, io ero una giovanissima cronista de La Stampa a Ceva. Per caso, mi son trovata ad assistere all’esondazione Tanaro. In quel caso non ci furono morti. Ma da quel momento conobbi le storie di Clavesana, Bastià, Piozzo e fino ad Alba. Tutte storie che raccontavano cos’era stato per il sud Piemonte il 5 e 6 Novembre del 1994“, con queste parole, l’autrice ha introdotto la sua presentazione. Questo testo, preceduto da “Eroi nel Fango” (edizioni ArabaFenice), nasce dall’impegno preso dalla giornalista nei confronti dei famigliari delle vittime. Persone che non si sono mai appellate ai giornalisti o alla televisione, l’unico loro desiderio era che non si dimenticasse il sacrificio dei loro cari. In particolare, Livio Taricco, un’agricoltore di Narzole, che nel tentativo di soccorrere una persona insieme alla sua auto bloccata nel fiume Tanaro, perse la vita travolto dalla corrente. Per questo suo coraggioso gesto, gli fu conferita la Medaglia d’Oro al Merito Civile. Nel libro sono raccolte testimonianze dalla Città di Ormea fino ad Alba e alle vallate limitrofe. Racconti di testimonianze in merito ai danni, le ricostruzioni e ai soccorsi. “Queste persone hanno dimostrato che 25 anni non sono passati invano“. Ha sottolineato la relatrice, riferendosi a tutti i membri della Protezione Civile presenti in sala. In partcolar modo ad Alba, dov’è diventata un simbolo concreto, considerata come un modello a livello nazionale. Ed è anche merito ai loro interventi e alle opere realizzate, se durante la piena del 2016 i danni furono limitati notevolmente, nonostante il livello dell’acqua registrato fosse più alto.

Nel video, l’intervista a Paola Scola

A seguito della presentazione del libro, la Fondazione Ferrero ha messo a disposizione i video dei danni che l’azienda subì. Danni che non fermarono la volontà degli operai, che tempestivamente si recarono sul luogo di lavoro per liberare l’area dal fango e rendere le linee di nuovo operative.

Furio Dutto, Dirigente Città Metropolitana di Torino, venne chiamato ad Alba per contribuire alla gestione dell’emergenza, in particolare, la previsione della seconda ondata. Sotto la sua supervisione, vennero utilizzate da volontari ed esercito delle assi di legno, con lo scopo di misurare il livello dell’acqua. Cosi furono in grado di osservare e fornire un bollettino ogni otto ore sull’andamento della piena. “Un esperimento di prima comunicazione sensazionale” L’ha definito il relatore.

Fabio Luino, Direttore CNR-IRPI Torino, ha proseguito parlando dell’importanza dello studio sulle situazioni calamitose del passato, al fine di prevenire quelle future. Alba già in passato fu protagonista di alluvioni, come quella del ’48 dove “Il Tanaro faceva addirittura più paura dei tedeschi“. Tutta la storia si potrà trovare nel libro:  “Alba, il Tanaro e i suoi Torrenti: Storie di Acqua e di Uomini” (Langhe Roero Monferrato edizioni). Il testo conterrà tutti i dati storici rilevati fin ora, descrivendo nel dettaglio le calamità che colpirono la zona.

Gianluca Zanichelli, dirigente AIPO, ha fornito dettagli sulle opere per la prevenzione di calamità. Il post alluvione del ’94 venne affrontato in modo più organizzato, partendo da una forma di pianificazione, la Ps45. Gli interventi strutturali consistettero nell’aumento della capacità di deflusso nei centri abitati e contenimento degli argini. Opere concluse addirittura nel ’99 e che diedero prova del loro funzionamento nel 2016.

Maurizio Bongioanni, membro dell’AICA, ha parlato dell’importanza che hanno gli strumenti comunicativi durante queste calamità. Nel 1999 nacque la campagna “Rivermead”, programma europeo nato per prevenire le alluvioni. Si decise pertanto di distribuire kit e manuali della protezione civile con istruzioni base di comportamento in situzioni a rischio.

Angelo Borrelli, (Capo Dipartimento Nazionale Protezione Civile), ha concluso dichiarando di aver già proposto al Presidente Conte, una Piattaforma Nazionale di allertamento della Popolazione. Con lo scopo di snellire il processo, le allerte verranno comunicate direttamente al cittadino sul proprio cellulare.

Successivamente il Sindaco ha consegnato una targa commemorativa alle associazioni di volontariato che aiutarono in quei giorni di 25 anni fa. Infine è partito il corteo commemorativo da Piazza Medford al Ponte Vecchio del Tanaro.

Nel video, il lancio della corona di fiori