Carovana della Pace 2019: a Boves parleranno don Luigi Ciotti, don Luigi Di Piazza e Zia Caterina

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“Voi griderete prima che gridino le pietre?”: la nostra Carovana della Pace 2019 vuol rispondere positivamente a questa domanda di Papa Francesco e vuol essere un cammino comune per dire “no” al clima di odio e di indifferenza che si respira nel nostro paese: domenica 22 settembre tre ospiti saranno presenti sul palco allestito in Piazza Italia a Boves: don Luigi Ciotti, don Luigi Di Piazza e Zia Caterina.

Da quest’anno i percorsi diventano tre per arrivare a Boves: a Cuneo il ritrovo è al monumento della Resistenza alle 13.30, a Chiusa Pesio alle 12.30 al Monumento dei Caduti arrivando a Peveragno alle 13.45 in piazza XXX Martiri, infine a Borgo San Dalmazzo alle 14 al memoriale della Deportazione. Alle 16 è previsto l’arrivo a Boves. Una novità di quest’anno che sta a significare un attaccamento ai territori e alle realtà locali.

Oggi il grado di umanità nella nostra società si è corrotto. L’altro da noi è spesso trascurato, respinto, umiliato, anche con l’indifferenza e il silenzio. Basta guardare come trattiamo i giovani, i migranti, i poveri. Don Luigi Ciotti fondatore del gruppo Abele e dell’Associazione Libera, ci aiuterà nella riflessione a Boves: afferma che purtroppo il nostro Paese ha tradito la Costituzione, i sogni e gli ideali di chi l’ha scritta. L’aumento della povertà, la perdita del lavoro, il talento girato in corruzione, la dispersione scolastica, l’analfabetismo di ritorno, la riduzione e lo smantellamento dei servizi sociali, la potenza di mafie e corruzione, il linguaggio imbarbarito, sono fenomeni indegni di un Paese che voglia essere democratico non solo di nome ma di fatto, un Paese civile.

Per noi è importante fare memoria di chi ha pagato ed è caduto nella lotta per un Paese diverso, perché il nostro Paese soffre di una grave emorragia di memoria. Ma non vogliamo sia una memoria solo celebrativa e d’occasione. Quindi non basta ricordare: occorre un cambiamento etico, una rivoluzione delle coscienze con l’impegno di tutti, autentico, quotidiano.

Quindi non basta gridare: occorre, a partire da un nuovo senso di RESPONSABILITA’ non stare inerti ma passare all’azione, all’IMPEGNO.

Il messaggio di Papa Francesco per la Giornata Mondiale del Migrante e del Rifugiato 2019 – che ricorre domenica 29 settembre –  ha un titolo significativo: “Non si tratta solo di migranti”. Un ritornello ripetuto che ci ricorda che quando si parla degli altri si parla anche di noi stessi, perché non c’è un io senza un tu, non c’è esistenza umana se non nell’ambito della relazione con gli altri, non c’è esperienza di fede autentica e di appartenenza ecclesiale se non all’interno di relazioni di comunione.  Non si è veramente umani, dunque, se qualcosa che riguarda l’essere umano non ci tocca più o, peggio, suscita in noi durezza, ostilità, chiusura. Poi, aveva scritto tempo fa Papa Francesco, “PECCATO è rinunciare all’incontro con l’altro, all’incontro col diverso, col prossimo, che di fatto è un’occasione privilegiata d’incontro col Signore”.

Saranno con noi anche Don Pierluigi di Piazza e Caterina Bellanti, in arte zia Caterina.

Pierluigi Di Piazza in tutta la sua vita ha cercato di non voltarsi dall’altra parte (titolo dell’ultimo suo libro), ma di fare dell’accoglienza di qualsiasi “altro”, “diverso”, la caratteristica del suo agire. Spesso ripete che dobbiamo sconfiggere prima i muri che sono in noi, perché l’accoglienza è presente nel cuore, nella coscienza, nell’intelligenza, prima che nell’organizzazione. Ha pagato un forte isolamento grazie alle sue scelte di accoglienza e pace.

Caterina Bellanti, in arte zia Caterina, con il suo taxy colorato è un turbine di energia e amore a servizio dei bambini malati di tumore e delle loro famiglie spesso lasciate sole. Caterina trasforma la vita: ridà valore all’esistenza e condanna l’ipocrisia del mondo di oggi. La lotta contro i tumori è una lotta che ha molto a che vedere con la cura del Creato e dunque anche con la Carovana della Pace, visto che spesso i tumori sono causati dal cattivo uso che facciamo della natura, per quanto la avveleniamo con inquinamenti di tutti i tipi, con politiche industriali e agrarie totalmente sbagliate e contro l’uomo e l’ambiente.

Quindi questa Carovana vuol anche essere un GRIDO di SPERANZA.

Non dimentichiamo poi che la Madre Terra sta già gridando! La Carovana è inserita nel periodo del Tempo del Creato che tante comunità cristiane vivono nel mondo intero. Il grido della Terra che si manifesta soprattutto nel clima impazzito è un segno che il creato attende che, finalmente, gli esseri umani manifestino la loro realtà profonda di figlie e figlie, anche in comportamenti di amore e cura per la ricchezza della vita.

La nostra Carovana sarà un SI alla vita, a chi si spende e paga per amore alla vita sua, di tutti/tutto e un NO deciso a chi si è messo a servizio di quell’economia che oggi uccide uomini e donne, esseri viventi e la Madre Terra.