Il nuovo settore giovanile dell’Albese, una rifondazione tra mille difficoltà

Il responsabile tecnico Pino Di Fato: "Oggi 200 tesserati, ma l'Amministrazione Comunale ci ha lasciati soli e senza strutture"

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La bomba era esplosa nel mese di maggio quando il presidente dell’Albese Gennaro Castronuovo aveva rassegnato le dimissioni da socio e consigliere dell’Accademia Calcio Alba, abbandonando di fatto con il sodalizio biancoazzurro un progetto nato nel 2013 su impulso dell’Amministrazione Comunale, al fine di razionalizzare campi e risorse e accorpare diverse società calcistiche della città. Alla base della decisione del presidente Castronuovo, la decisione dell’Amministrazione di affidare il Centro Sportivo “Coppino”, da sempre casa dell’Albese, all’Accademia, ma soprattutto una divergenza di idee legata alla gestione del settore giovanile e all’impossibilità dell’Albese di poter godere di una sua filiera come richiesto dalla Federazione. La decisione, clamorosa, ha visto l’Albese lanciarsi in una nuova sfida, tanto avvincente quanto complicata, con la rifondazione da zero di un settore giovanile proprio, un’impresa resa ancora più difficile dal problema di usufruire di strutture adatte all’attività. Eppure l’Albese è riuscita nell’intento, arrivando oggi a tesserare 200 atleti che partono dai Primi Calci e arrivano sino alla prima squadra iscritta al campionato di Eccellenza, squadre che si dividono tra “Coppino” (Prima Squadra e Juniores), Centro Sportivo Piave, Vaccheria, Guarene e Duomo. A coordinare il progetto è stato chiamato Pino Tarsitano, mentre a Pino Di Fato è stata affidata la gestione tecnica dell’intero settore, ed è proprio con lui che oggi viene steso un primo bilancio dell’attività svolta a tre mesi dalla nascita, un precorso tortuoso tra soddisfazioni, delusioni e qualche sassolino da togliersi dalle scarpe. “E’ stato un lavoro difficile, reso ancora più duro dal fatto che gli aiuti esterni sono stati minimi se non assenti – afferma Pino Di Fato – Ci siamo trovati a ripartire senza avere ragazzi tesserati ma, soprattutto, senza avere delle strutture a cui appoggiarci. Siamo dovuti andare in giro per Alba e per i paesi limitrofi a cercare i campi, ma alla fine siamo riusciti a ricostruire un settore giovanile che di fatto, con l’adesione all’Accademia Calcio, aveva cessato di esistere. Qualcuno in Comune ci ha accusati di aver voluto abbandonare questo Progetto, ma noi lo abbiamo fatto solamente per attenerci ai regolamenti della Federazione, perchè se ci viene imposto come società di avere tutta la filiera che gioca con il nome Albese, e l’Accademia non lo accetta, viene naturale il distacco”.

Ricostruire il settore giovanile dell’Albese non è stato semplice anche per la responsabilità che questa azione ha comportato. Alle spalle dell’Albese ci sono 100 anni di storia ed un settore giovanile glorioso dal quale sono sempre usciti giocatori in grado di farsi onore anche in categorie Nazionali, e tornare a dargli lustro è un lavoro che comporterà tempo e duro lavoro “Ho letto in un articolo al momento della “scissione”, che l’Accademia in cinque anni di lavoro ci avrebbe restituito un settore giovanile – prosegue Di Fato – La cosa mi ha fatto sorridere, perchè il settore giovanile dell’Albese è sempre esistito, mentre l’Accademia lo ha azzerato. Se penso che nel 2012 la Juniores dell’Albese vinceva il campionato Nazionale, mentre oggi disputa il campionato Provinciale, se penso che un tempo le nostre squadre si qualificavano tutte ai Regionali mentre oggi sono tutte ai Provinciali…mi rendo conto che questo non è altro che lo specchio del lavoro svolto dall’Accademia. E purtroppo a beneficiarne sono state le squadre dei paesi e delle città vicine, perchè se i nostri giovani migliori sono andati a giocare altrove, è perchè non abbiamo svolto un lavoro adeguato”.

In casa biancoazzurra i responsabili di questa “ripartenza forzata” sono stati individuati nell’Amministrazione Comuanale, “rea” di aver promosso all’epoca un progetto poi naufragato come l’Accademia Calcio Alba, quindi di aver lasciato l’Albese al suo destino al momento della ricostruzione “E’ triste vedere squadre di altri paesi disputare le loro gare casalinghe al Coppino, e l’Albese giocare in casa sul campo di Guarene – continua il responsabile tecnico albese – Siamo stati messi nella condizione di ricominciare da zero, senza tenere conto dei nostri 100 anni di storia. Non c’è stata attenzione verso di noi, siamo stati abbandonati a noi stessi, 160 ragazzi che vagano per la periferia albese. Forse ci voleva più rispetto per la nostra storia… Ho la sensazione che stiamo pagando la decisione di lasciare l’Accademia, un progetto promosso nel 2013 proprio dall’Amministrazione Comunale, ma questo non dovrebbe succedere, perchè questa è politica, mentre lo sport è di tutti, non può avere dei colori politici. Mi ha fatto male, il giorno della presentazione della squadra, sentire l’Assessore allo Sport non nominare neppure una volta l’Albese, con tutte le squadre dei ragazzi schierate davanti a lui, perchè quella non è la squadra mia, non è la squadra del presidente Castronuovo, ma è la squadra della città, che va a rappresentare Alba su tutti i campi della Provincia”. Nella problematica, Pino Di Fato coglie anche i lati positivi emersi nel corso di questo percorso “Non sono contento di come vano le cose, perchè vorrei che i ragazzi che si affidano a noi abbiano il meglio, ma oggi non riusciamo a garantirglielo. Comunque tra tante situazioni sfavorevoli, posso affermare con gioia di aver scoperto anche delle realtà che non conoscevo e che mi hanno colpito molto. Come nel caso dell’area di Corso Piave, un’autentica scoperta per me. Penso che gli Amministratori dovrebbero farci una visita in un’ottica di rivalutazione. Hanno un’area verde, un campo da calcio che se ci si investisse sopra potrebbe rappresentare una risorsa importante…investirci anche da un punto di vista sociale potrebbe portare davvero molto alla città di Alba“. Infine una considerazione “Tutto il lavoro che sto facendo, lo faccio per amore dell’Albese, una società che abbandonai all’epoca della nascita dell’Accademia proprio perchè non condividevo le loro idee – conclude Di Fato – Oggi faccio tutto con passione per cercare di portare più ragazzi di Alba in prima squadra, valorizzarli e far sì che siano orgogliosi di vestire questa maglia. Oggi siamo tutti ai Provinciali e questa è una ferita che fa male per una società gloriosa come l’Albese, però oggi come oggi la nostra vittoria è esserci, essere riusciti tra mille difficoltà a ricostruire un settore giovanile partendo da zero. E’ una base di partenza per cercare di fare sempre meglio, è uno stimolo per tutti noi per lavorare sempre meglio, anche se siamo consapevoli che per ritornare al livello di qualche anno fa, c’è bisogno dell’aiuto di tutti, Amministrazione compresa”.

E un aiuto da parte dell’Amministrazione potrebbe giungere dal Sindaco Maurizio Marello, come conferma in coda all’intervista il presidente dell’Albese Gennaro Castronuovo “Ho avuto un confronto con il Sindaco Marello, che ringrazio per aver accordato alla nostra prima squadra e alla Juniores di poter utilizzare la struttura del Coppino. Il primo cittadino di Alba mi ha assicurato che si sarebbe interessato per fare assegnare delle ore al Coppino anche alle nostre squadre giovanili. Gli siamo grati per questo interessamento e rimaniamo in attesa del suo intervento, perchè rappresenterebbe un aiuto importante e concreto per il nostro settore giovanile, ma soprattutto il riconoscimento di un lavoro enorme svolto con passione partendo da zero e tra mille difficoltà, per ridare lustro al settore giovanile di una società gloriosa che da 100 anni rappresenta la città di Alba”.