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“Egea” al fianco del suo territorio

L’ingegner PierPaolo Carini coltiva una visione molto ottimistica, basata su oggettivi dati di fatto, del futuro di un’area che sa far sistema

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Se si guarda ai mutamenti socioeconomici e all’avanzamento tecnologico, dal 1956 pa­re trascorsa un’era geologica. Invece sono passati appena poco più di 60 anni dalla creazione ad Alba dell’“Egea”, che allora significava “Esercizio gas e affini”, a­cronimo poi divenuto “Ente
ge­stione energia e ambiente”.

La società distributrice del gas nel­la capitale delle Langhe con l’in­sediamento al vertice dell’ingegner Emanuele Carini, nel 1983 iniziò ad allargare gli àmbiti di attività. Il primo passo fu la costituzione del Consorzio del gas di Alba, Langhe e Roero per l’estensione della rete del metano: in un decennio furono allacciati e serviti 41 Comuni. Ma il progetto che proiettò l’a­zienda verso una visibilità nazionale da allora mai venuta meno si avviò nel 1986, quando ad Al­ba iniziarono i lavori per il teleriscaldamento, straordinario fiore all’occhiello anche per la città. Negli anni successivi, con l’acquisizione di quote in “Stirano” e in “Tecnoedil” e la “partnership” avviata con la Comunità montana Alta Langa che portò alla costituzione di “Alse”, l’“Egea” am­pliò l’influenza sul territorio e­stendendo le attività svolte ai settori del ciclo idrico e dei servizi ambientali. Nel 1997, altro anno di svolta, divenne una società “multiutility” a capitale misto pubblico-privato, con l’acquisizione di quote societarie da parte delle Amministrazioni comunali a cui “Egea” fornisce i servizi. La profonda metamorfosi avviata oltre vent’anni fa, che prosegue verso traguardi sì ambiziosissimi, ma possibili, è la trasformazione in realtà di un progetto ideale che lega, come pochi altri hanno sa­puto fare, una visione imprenditoriale e progettuale lungimirante quanto entusiasmante a un’attenzione all’àmbito sociale che si spiega solo con l’amore coltivato verso il territorio che ha offerto le condizioni ideali per il successo raggiunto e quello che è lecito at­tendersi nel prossimo futuro. Ad aver ampliato il progetto che mirava a fondere azienda e territorio è stato l’ingegner PierPaolo Carini, il quale ha ricevuto dal pa­dre il dono della capacità imprenditoriale sposata in modo indissolubile all’attenzione verso l’a­rea geografica in cui “Egea” af­fonda le radici e le rafforza ogni giorno, traendo da ciò la forza per guardare ben oltre gli orizzonti albesi e della Granda. L’infortunio di cui è stato vittima a fine maggio, una caduta dalla bi­cicletta che avrebbe potuto a­vere conseguenze ben più gravi, ha dato lo spunto all’ingegner
Ca­rini, nelle settimane di una convalescenza che l’ha restituito alla famiglia, agli amici e al­l’azienda più entusiasta e determinato di prima, per alcune riflessioni sul domani che ci attende tutti. Nella sua visione il gruppo “E­gea” può essere la chiave di volta di una fase nuova e positiva, con le altre eccezionali realtà imprenditoriali di questa terra, da quelle industriali di dimensioni più imponenti a quelle meno grandi, ma non per questo meno innovative, dal comparto enogastronomico al settore dei servizi e del terziario e in particolare all’àmbito turistico, con l’asso nella manica costituito dal riconoscimento Unesco. Una fase nuova e positiva che, contando su una sinergia complessiva che coinvolga anche gli enti pubblici locali, anzi li veda nel ruolo di coordinatori e facilitatori, è in grado di trasformare l’albese e, perché no?, tutta la provincia nella “smart country” all’avanguardia nazionale e non solo, di cui parliamo nelle pagine dedicate all’assemblea dei soci del gruppo “Egea”. Si parla di coesione, di avanzamento scientifico e tecnologico grazie ai rapporti con realtà di primissimo piano come la “Boc­coni” e le Università e i Po­li­tecnici di Milano e Torino. Ma si parla anche di umanità, ché senza quella il resto si trasformerebbe in un castello di carte dall’incerta stabilità. Un’umanità che chi scrive ha constatato essere l’alito vitale che sorregge il PierPaolo Carini marito e padre, il Pierpaolo Ca­rini “manager” e il PierPaolo Carini persona molto attenta a quanto accade intorno all’azienda e decisa a contribuire al bene del territorio. «Il progetto “Egea” così com’è ha cominciato a svilupparsi a cavallo dell’anno 2000», ribadisce a “IDEA”. «Nel 1997 è iniziato l’in­gresso nell’azionariato dei Co­muni e a partire dal 2003 so­no entrati i primi soci privati. Og­gi sono più di 300 i soci pubblici e privati della capogruppo
“E­gea”, mentre sono quasi mille gli “stakeholder” (i soggetti direttamente o indirettamente coinvolti in un progetto o nell’attività di un’azienda, ndr) che a diverso ti­tolo partecipano all’attività delle società del Gruppo. È grazie a tale ampia e qualificata partecipazione che “Egea” ha potuto svi­luppare e realizzare sul territorio un progetto vario e articolato per i servizi di energia e am­biente, fortemente orientato alla realizzazione di offerte sempre migliori, tutelanti e mirate allo svi­luppo del territorio stesso». L’ingegner Carini spiega: «Il Gruppo occupa circa 1.200 persone, delle quali circa il 70% in provincia di Cuneo, con una prima proiezione del fatturato 2018 intorno al miliardo di euro. Le prospettive di ulteriore crescita, sia dell’ampiezza dell’offerta, sia del numero dei clienti, ci stanno orientando ad ampliare anche la base dei collaboratori, con una marcata attenzione alla loro diversa qualificazione, capacità di analisi degli sviluppi del mercato e anche di­sponibilità a un radicamento territoriale. Se è vero che “Egea” o­pera su tutti i servizi ormai a livello nazionale e non solo, è al­trettanto vero che fa della propria origine, del proprio radicamento e della propria operatività nella provincia di Cuneo e nell’al­bese, dov’è nata, cresciuta e ha avuto il primo e più significativo sviluppo integrato, l’area di elezione, la sede storica e la “vetrina di eccellenza” per altri territori e clienti, realtà che sempre più intensamente e numerose si candidano a for­me di varia collaborazione». «Coltiviamo, insomma, il fermo convincimento, suffragato dalle scelte operative compiute e in di­venire, che le concrete opportunità di affermazione e di crescita di un gruppo industriale forte e ampio si basino su una forte e ampia compagine di soci e di “sta­keholder”, nonché sul lavoro e sull’azione di una base ampia, motivata e preparata, di collaboratori. E tutto questo ha nella no­stra area d’origine e d’elezione la base di studio, sviluppo e crescita», conclude l’ingegner Carini.