I Comuni della Valle Stura contestano le deliberazioni provinciali sulla modifica delle aree venabili

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Come amministratori dei Comuni dell’Unione Montana Valle Stura interessati alla radicale modifica del piano venatorio territoriale approvata dal Consiglio Provinciale con Delibera 20 del 4 maggio scorso, abbiamo presentato una corposa serie di osservazioni che denunciano meticolosamente l’inopportunità della decisione.

 

Infatti l’intera previsione di rimodulazione per il territorio della valle presenta situazioni del tutto inappropriate e mai condivise con gli enti territoriali interessati, sia nello spropositato aumento di zone “protette”, le quali vanno a Demonte, Pietraporzio e Sambuco, ad ampliare di molto l’area oggetto di incendio nel 2017 e in cui è dunque de facto vietata la caccia per un decennio, sia nell’introduzione dell’attività venatoria in bassa valle tramite la cancellazione della ZRC “San Membotto” che interessava fino a maggio i comuni di Roccasparvera, Gaiola e Moiola. Zona questa che negli anni è diventata la principale attrattiva territoriale per attività turistiche, sportive ed escursionistiche. Infine l’apertura alla caccia di alcune zone del territorio di Argentera crea un forte inpatto sulla presenza del cervo.

 

Siamo fermamente convinti che anche solo un passaggio informale con i Comuni in fase di definizione della delibera avrebbe evitato spiacevoli incomprensioni e contrasti che nascono invece da ridefinizioni oggettivamente insensate. Siamo altresì fiduciosi di un accolgimento delle nostre concrete controdeduzioni, mettendoci a disposizione per qualsiasi necessità di approfondimento da parte della Provincia.