“L’Italia va! Ma è ancora ostaggio della burocrazia”

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Ottimisti, ma anche realisti nell’analizzare la situazione di un Paese che è tornato a crescere, in un’Europa che sembra ancora a due velocità. E’ stato questo l’argomento di discussione sabato 25 novembre in Provincia al convegno promosso dall’associazione di cultura politica Insieme presieduta dal fossanese Antonio Miglio.

 

L’Italia va!”: il titolo suggerisce speranza, ma Fabrizio Palenzona, presidente FAI già vice di Unicredit, riporta al realismo: “Cresciamo ma non competiamo, a causa di un deficit di classe dirigente e di una burocrazia soffocante. Nessuno si assume più la responsabilità di mettere una firma.”

 

Come per la tangenziale di Fossano, chiosa Miglio, ferma da otto mesi in attesa che qualcuno se la senta di dare l’ok per riaprirla al traffico. Domenico Siniscalco, cuneese di adozione, vice presidente di Morgan Stanley, vede rosa e pianta una bandierina a favore del punto esclamativo: “Il Paese cresce, le banche ricominciano a prestare soldi, la Sanità si conferma come una delle migliori al mondo considerando che noi investiamo il 7% de reddito nazionale mentre l’America il 16%. Ma la crescita sarà strutturale? Difficile dirlo”.

 

Senza contare i rischi esterni di crisi geopolitiche, bolle finanziarie, protezionismo. Ottimismo come dovere è anche la parola d’ordine di Ernesto Maria Ruffini, direttore generale dell’Agenzia delle Entrate: “L’Italia è un Paese sostanzialmente onesto, dove è elevato il grado di adesione spontanea nel pagamento delle imposte. Noi dobbiamo essere come un tutor in autostrada, utile anche per indurre il cittadino a fare il proprio dovere.”

 

E di autostrada si intende Govanni Castelucci, amministratore delegato di Atlantia, che gode di un osservatorio privilegiato, quello del monitoraggio del traffico, che dice quanta gente si muove, va a lavorare o movimenta merci: ”I consumatori sono più tranquilli, le prospettive più serene, il credito sta ricominciando affluire anche nelle attività industriali. L’Italia è attrattiva, il sistema stabile.”

 

Ma le luci si accompagnano ad ombre: l’Europa cresce più fortemente, dobbiamo ancora recuperare un gap importante. A Mariella Enoc, vice presidente della Fondazione Cariplo e presidente del migliore ospedale pediatrico d’Europa, il Bambin Gesù di Roma, invita tutti a guardare oltre l’ombelico, oltre Cuneo e Milano, per certi versi isole felici, a condividere le buone pratiche, a confrontarsi, a valorizzare il capitale umano per dare una visione di futuro ai giovani. “Dobbiamo dare fiducia alle nuove generazioni, che chiedono una possibilità di cercare e di creare, non sussidi.” E poi invita a ragionare sulla sostenibilità del sistema di Welfare: “Ripensiamo a quanto è stato fatto, ascoltiamo tutti.”

 

Un bilancio? Più luci che ombre, la crescita c’è, ma il cambiamento forse non è così forte da accompagnarla e renderla strutturale. Troppe rigidità, un eccesso di burocrazia potrebbe soffocare nella culla una grande possibilità e spingere un’intera generazione a guardare oltre confine.