“Studiare in Canada, il regalo più bello che potessi ricevere” | L’esperienza di Morena, studentessa modello di Piasco, per un anno in Ontario grazie alla Borsa di Studio INPS

0
682

Gli anni del liceo sono uno dei pochi momenti della vita in cui ti puoi permettere di partire e lasciare tutto senza rinunciare a nulla. La cosa fondamentale è andare via con l’idea di riadattare la propria realtà all’interno di una cultura straniera e non il contrario.”

Inizia così Morena Chiavassa, giovane studentessa di Piasco partita un anno fa per trascorrere il quarto anno delle superiori in un liceo nel distretto di Lampton Kent, in Ontario, a due passi da uno dei 5 grandi laghi con l’High School Program WEP.
Incentivi alla partenza

 

La ragazza fa parte dei 1090 vincitori del bando Itaca dell’INPS (per cui quest’anno sono state previste 1250 borse da richiedere entro il 5/12/2017, maggiori informazioni sul sito http://programmaitacawep.it ) assegnate a figli di dipendenti e pensionati pubblici che vogliono frequentare un periodo scolastico all’estero. La giovane ha saputo dell’opportunità tramite la madre che lavora nella Pubblica Amministrazione, appoggiandosi al programma High School di WEP organizzazione leader nella promozione di esperienze di studio e lavoro all’estero per ragazzi. “Trovare il bando è stato un deus ex machina. Mia madre lavora in Comune, motivo per cui potevo sfruttare la borsa per il Programma Scolastico WEP pensato per i ragazzi delle superiori che vogliono frequentare una scuola straniera. Se non ci fosse stato il contributo INPS sicuramente non sarei partita” racconta Morena, una studentessa brillante e acuta che proprio per i meriti scolastici è riuscita ad aggiudicarsi una delle borse, realizzando il sogno di studiare all’estero.

 

Molti exchange students scelgono l’America o l’Australia… come mai il Canada?
Sapevo che la mentalità di questa popolazione è molto differente rispetto a quella italiana. Ho potuto scoprire che la mia famiglia, così come la società in generale, è molto più aperta all’accoglienza e alla tolleranza del diverso. Questo si vede subito anche andando a scuola. All’interno degli istituti ci sono i club LGBTQ (Lesbiche, Gay, Bisessuali, Trans, Queer) che aiutano gli studenti a esprimere i propri sentimenti, per aumentare la tolleranza verso tutti i tipi di affettività. Oltre a questo, ho preso parte anche al club della “salute mentale” dove coloro che sentono di avere un carattere più insicuro o umorale possono parlare dei propri problemi, ricevendo aiuto dalla professoressa e dai compagni.

 

Hai riscontrato altre differenze?
Decisamente. La mia famiglia era molto attenta a mangiare in modo sano ma ciò che era salutare per loro non lo sarebbe tanto per noi italiani. Mangiavamo molta verdura ma erano comunque prodotti congelati e spesso già conditi e pronti per essere mangiati. Per quanto riguarda la scuola, gli istituti canadesi prevedono quattro materie al giorno, sempre le stesse per un intero quadrimestre, cosa che aiuta molto la memorizzazione”.

 

Hai qualcosa da dire ai tuoi coetanei in Italia?
Un’esperienza come questa è qualcosa di mozzafiato. Ho potuto provare sport come wrestling o rugby (che è diventato il mio sport preferito) che altrimenti non avrei mai potuto praticare. Viaggi come questo aiutano molto a chiarire i propri obiettivi per il futuro e a non essere spaventati all’idea di realizzarlo all’estero”.