Scrittorincittà 2017: a lezione di neurobiologia vegetale con Stefano Mancuso

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Le piante hanno già inventato il nostro futuro. Nelle centinaia di milioni di anni di evoluzione che le separano dagli animali, le piante hanno intrapreso una via propria, diversa da quella animale, che le ha portate a soluzioni sorprendenti.

Dall’approvvigionamento energetico ai materiali, dalla struttura delle nostre organizzazioni a internet, dall’architettura all’esplorazione spaziale, non possiamo più fare a meno di studiare le piante per trarne nuove soluzioni e ispirazioni”. E’ quanto sostiene Stefano Mancuso, autore del libro Plant Revolution (Piemme), invitato a Scrittori in Città, sabato 18 novembre, dalle Aree Protette delle Alpi Marittime nell’ambito del progetto Alcotra Giardini delle Alpi – Jardinalp che nell’occasione sarà presentato al pubblico cuneese. L’incontro si svolge, dalle 16.30 alle 17.30, presso la sala Falco del Centro Incontri della Provincia di Cuneo.

 

L’autorevole scienziato infatti, già professore all’Università di Firenze, che attualmente dirige il Laboratorio internazionale di neurobiologia vegetale (LINV) è stato indicato da Repubblica e dal New Yorker come uno dei 20 italiani destinati a cambiarci la vita per i suoi studi e le sue ricerche condotte nell’ambito della neurobiologia vegetale, scienza che studia i segnali e la comunicazione presente nelle piante a tutti i livelli di organizzazione biologica, dalla singola molecola alle comunità ecologiche. La neurobiologia vegetale è una disciplina nuova ed ancora poco conosciuta: essa studia come le piante possano riuscire a ricevere dei segnali dall’ambiente, rielaborando le informazioni e calcolando le soluzioni adatte alla propria sopravvivenza.

 

Stefano Mancuso è anche autore di opere divulgative sull’intelligenza delle piante: questo sarà il tema che verrà trattato a Cuneo a “Scrittori in città”, promosso dall’Ente Aree Protette Alpi Marittime che ha appoggiato questo incontro inserendolo tra le azioni di comunicazione del progetto “Jardinalp – Giardini delle Alpi” facente parte del Programma Alcotra 2014-2020, per dare voce alla biodiversità vegetale delle nostre montagne. Il progetto Jardinalp infatti ha come obiettivo principale far conoscere a tutti, comprese le persone che normalmente non frequentano le cime più alte delle nostre montagne, la flora alpina che costituisce un autentico tesoro da studiare e conservare.

 

Le Alpi occidentali rappresentano un territorio straordinario dal punto di vista della flora e per questo il progetto “Giardini delle Alpi – Jardinalp” coinvolge 7 partner che gestiscono otto giardini botanici di montagna. Jardinalp propone, in un contesto di adattamento del turismo ai cambiamenti climatici, lo sviluppo di attività alla scoperta della montagna, per valorizzarne il patrimonio naturale creando una rete di collaborazione tra i più importanti giardini botanici delle Alpi Occidentali: il Giardino botanico alpino del Lautaret al Col del Lautaret (FR), il giardino del Conservatoire Botanique National Alpin di Gap (FR), il Giardino Botanico Alpino Paradisia a Valnontey (Cogne – AO), il Giardino Alpino Castel Savoia (Gressoney Saint Jean-AO), il Giardino Botanico Alpino Chanousia (Colle del Piccolo San Bernardo -AO), il Giardino Botanico Saussurea a Courmayeur – AO), il Giardino Alpino Valderia (Terme di Valdieri – CN) e le Stazioni botaniche alpine in alta Valle Pesio (Chiusa di Pesio – CN) alle pendici del massiccio del Marguareis. Questi giardini botanici custodiscono importanti collezioni di piante alpine e possono essere considerati osservatori privilegiati sui cambiamenti climatici in corso e dare un contributo per aumentare la consapevolezza su queste tematiche sia direttamente, attraverso la ricerca scientifica e azioni mirate di conservazione, sia indirettamente, per mezzo di strumenti come la didattica, l’educazione e la comunicazione ambientale come in questa importante occasione.

 

Un’opportunità nuova per parlare di flora da un diverso punto di vista, sicuramente interessante ed innovativo, che contribuirà a dare visibilità ed importanza ad un aspetto spesso poco conosciuto dalla maggior parte dei fruitori delle nostre montagne.

 

c.s.