La sorveglianza dell’Ibr in un bicchiere di latte: dal Piemonte una svolta storica per la zootecnia

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Svolta storica per la zootecnia. Un progetto di ricerca tutto piemontese sviluppato su trecento aziende da latte ha validato sul campo metodi rapidi, economici e non invasivi per la diagnosi dell’Ibr, malattia virale che colpisce il bovino determinando rilevanti perdite per l’allevamento a causa della comparsa di aborti, diminuzione della fertilità e calo delle produzioni.

 

Finanziato dalla Fondazione Cassa di risparmio di Cuneo, il protocollo di ricerca ha coinvolto l’Associazione regionale allevatori, l’Asl Cn1, l’Istituto Zooprofilattico e il Dipartimento di scienze veterinarie dell’Università di Torino. Spiega il dottor Roberto Facelli che ha seguito il progetto per l’Arap: “Una piccola parte del latte campionato per i controlli di routine dai nostri tecnici di campagna, è servita per allestire pool di latte successivamente testati per Ibr con nuovi metodi di analisi sviluppati dal Dipartimento di scienze veterinarie. I risultati ottenuti sono stati confrontati con le analisi ufficiali ed illustrati in varie sedi scientifiche nazionali ed estere suscitando grande interesse“.

 

Sottolinea Roberto Chialva, presidente dell’associazione allevatori: “Il metodo è diventato ufficiale e le autorità sanitarie regionali lo hanno adottato, per prime in Italia, su tutto il territorio piemontese. Grazie alle economie ottenute, il piano di risanamento regionale riceverà nuovo impulso e potrà diffondersi anche a vantaggio della razza bovina Piemontese“.

 

Per il professor Sergio Rosati dell’Università di Torino, coordinatore del team di ricerca, “è un grande risultato nato dalla sinergia fra allevatori, enti pubblici e privati. Finora il controllo dell’Ibr è avvenuto tramite analisi di sangue individuale prelevato da ciascun animale, determinando un enorme investimento in termini logistici ed economici. D’ora in avanti potrà basarsi sull’utilizzo dei prelievi di routine effettuati dai tecnici Arap, migliorando così il benessere animale e ottenendo un notevole risparmio di tempo e denaro“.