Export: l’analisi consegna una Granda a pari merito con i giganti di Lombardia, Emilia e Veneto | Invernizzi (Confapi): “Serve la Export Card delle PMI”

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Analizzando il valore economico monetario delle esportazioni provinciali non come cifra assoluta ma come media rapportata alle basi numeriche imprenditoriali dei rispettivi territori, si scopre allora che la Granda – sedicesima assoluta per export nel primo trimestre di questo anno – si colloca a pari merito con le realtà di Lombardia, Emilia e Veneto che dominano i primi quindici posti della classifica stilata di Istat e Ice e recentemente resa nota dal ministero dello Sviluppo economico Mise.

In tal senso, il volume d’affari esportativo messo a segno dal Cuneese nel primo periodo trimestrale del 2017, e pari a 1,8 miliardi di euro, non è qualitativamente diverso dai 2,7 miliardi realizzati dal sistema imprenditoriale veronese la cui economia si colloca al decimo posto nella classifica del commercio estero delle province italiane.
Infatti, nell’uno come nell’altro caso, è come se ogni azienda presente nel registro imprenditoriale avesse apportato alla causa della commercializzazione oltre frontiera un contributo fra i 25.000 e i 26.000 euro.
La Confapi provinciale cuneese, che attraverso una attenta strategia di promozione, marketing e alleanze territoriali vaste ha rilanciato oramai da tempo i temi della internazionalizzazione, guarda ai dati Ice – Mise con spirito di ottimismo e di scommessa.
“La nostra strategia aziendale e associativa – commenta infatti Pierantonio Invernizzi, manager Inalpi e presidente delle PMI aderenti al sistema Confapi – opera su due fronti contestuali e sostanzialmente convergenti. Da una parte, l’adesione agli eventi in grado di far conoscere il nostro territorio e le sue eccellenze produttive presso un grande pubblico nazionale e internazionale di consumatori finali e di buyers, da Collisioni a Cibus a Biteg e altri ancora. D’altra parte, favorendo collaborazioni all’interno dei settori economici e fra comparti affini, come nel settore agroalimentare con il nuovo marchio Good Food che molto successo ha riscosso alla Fiera di Parma della scorsa primavera. La presenza di un forte peso specifico delle aziende primarie nella Granda, infatti, può e deve incoraggiare lo sviluppo di realtà adibite alla trasformazione e alla commercializzazione su ampia scala nazionale e internazionale, e questo si traduce, in prospettiva, sia nel coinvolgimento di imprese medio-piccole e piccole a oggi non ancora coinvolte nei benefici della internazionalizzazione, sia nella crescita del contributo medio apportato dalle aziende al volume dell’export”.
I vertici Confapi propongono pertanto, a Regione Piemonte e Mise, una sorta di “Export Card per le PMI”, ossia uno strumento di credito fiscale e/o finanziario, e di attivazione di servizi manageriali, per sostenere l’iniziale impegno dell’azienda titolare sui mercati esteri e la cui dote si ricarica periodicamente, a obiettivi man mano raggiunti, a beneficio anche di altre imprese che vogliano aderire agli stessi progetti di espansione commerciale e logistica su base di distretto e di filiera. “Il nono posto mondiale dell’Italia nella classifica mondiale delle esportazioni ci recupera le posizioni di sei o sette anni fa, ma il crescente sforzo economico finanziario in atto, e considerato dal Governo necessario per tornare ai livelli della fase pre crisi in cui eravamo addirittura settimi od ottavi, deve accompagnarsi a un sempre maggiore adattamento degli strumenti istituzionali e pubblici vigenti, siano essi di assicurazione o di accompagnamento diretto, alle necessità e talvolta anche alle iniziali paure delle PMI quando queste devono iniziare a fare i conti con mercati nuovi e diversi. Sicuramente il know how delle associazioni imprenditoriali in prima linea su questi temi non verrà meno nel confronto con Ministero e Regione, ma è chiaro che bisogna per forza fare i conti con situazioni di liquidità aziendale che molto spesso impongono il recupero, seppure con modalità diverse dal passato, di forme di incentivazione oggi archiviate ma da riprendere”.