Sistemata la pista del ponte dell’Ula al Monastero di Pra’d Mill | L’intervento, effettuato dai Forestali della Regione, ha toccato i comuni di Barge e Bagnolo Piemonte

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L’alluvione del novembre 2016 ha provocato molti danni in provincia di Cuneo. Come è accaduto lungo la pista forestale sterrata di 1,2 chilometri che, dai 675 metri di altitudine del ponte dell’Ula, nel Comune di Barge, conduce ai 930 metri di altitudine dello splendido monastero cistercense “Dominus Tecum” di Pra’d Mill, nel territorio di Bagnolo Piemonte.

 

Un incantevole percorso con una decina di curve e immerso nei boschi che, oltre ad essere utilizzato per le gite a piedi, in bicicletta o a cavallo, essendo largo mediamente 2 metri, serve come collegamento di servizio per raggiungere l’edificio religioso, per effettuare lavori di manutenzione lungo le rive o per spegnere gli eventuali incendi da parte degli operatori competenti. Per rimettere a posto la strada il Comune di Barge, che ne è proprietario di oltre 900 metri, mentre gli altri verso il monastero sono di Bagnolo, ha chiesto aiuto agli operatori forestali della Regione. E’ intervenuta la squadra 108 della Valle Po, con 5 uomini e la direzione lavori affidata a Stefano Agù.

 

L’intervento è iniziato il 18 aprile e si sta concludendo in questi giorni. Non si è potuto dare continuità alle operazioni perché, in alcuni casi, la squadra si è dovuta spostare in altre zone per svolgere delle opere nel frattempo diventate più urgenti. Cosa è stato fatto per ripristinare la pista veramente in condizioni disastrose? Si è provveduto a sistemare il piano viabile utilizzando materiale inerte trasportato sul posto e usando quello recuperato dalle scarpate. Il tutto sistemato e compattato con l’escavatore in dotazione. Poi, sono state ricostruite le canaline di scolo delle acque meteoriche che attraversano perpendicolarmente la pista. Larghe un’ottantina di centimetri e rivestite con pietre e cemento, se soggette a piccole manutenzioni programmate ogni due anni, garantiranno, in questo modo, una durata maggiore nel tempo. La profondità massima di 10 centimetri e l’invito dolce in entrata e in uscita consentono il loro superamento senza problemi da parte delle auto “normali”. Le canaline nel tratto superiore della strada sterrata sono state realizzate in corrispondenza di quelle inferiori per cui, usando i percorsi di deflusso ricavati lungo le scarpate, tutte scaricano nel rio Infernotto. Infine, i forestali hanno sistemato alcuni tratti dei muri di contenimento a secco e tagliato le piante di non grandi dimensioni ai due lati della pista che si presentavano in condizioni precarie di equilibrio e, rompendosi, potevano cadere e interrompere il passaggio sulla strada sterrata. Ora si può tornare a percorrerla, riassaporando le meraviglie paesaggistiche e ambientali del cammino.

 

Il legno “tranciato” è rimasto a disposizione dei proprietari: per la maggior parte privati. “Ripristinare la viabilità forestale danneggiata – afferma Agù – è la priorità essenziale per poter, poi, curare e proteggere il bosco e, a livello turistico, arrivare in zone di grande pregio culturale. In questo caso si tratta di avere a disposizione una pista per la classica gita domenicale delle famiglie. ”.

 

L’assessore regionale alle Foreste, Alberto Valmaggia, è contento. “La sistemazione della pista – sottolinea – è un altro lavoro di straordinaria importanza grazie al quale si ottengono almeno tre obiettivi: prevenire il dissesto idrogeologico; conservare in buono stato e fruibile dai cittadini il patrimonio boschivo e rendere raggiungibile una perla preziosa dal punto di vista storico e religioso come il monastero”.