Il 29 maggio si inaugura a Chiusa Pesio la mostra “Un giorno con i Celti”

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Lunedì 29 maggio alle ore 21,00 presso la biblioteca civica E. Alberione di Chiusa PEsio doppio appuntamento in collaborazione con l’associazione Flamulasca in vista dell’evento del 24 giugno verrà inaugurata la mostra curata dal fotografo amatore Giulio Olivieri dal titolo: “Un giorno con i Celti” che ritraggono immagini dell’edizione di Flamulasca del 2016.

La mostra sarà visitabile fino al 17 giugno in orario di apertura della biblioteca.

 

Giulio Oliveri è da sempre innamorato della montagna, delle sue bellezze naturali sia paesaggistiche che culturali. Da qualche tempo si dedica a ricerche su usi e costumi delle nostre valli, spaziando dall’età del bronzo ai giorni nostri, con particolare interesse sugli antichi mestieri e sulle tecnologie adottate nel tempo. Un giorno con i Celti, condividendo la vita del villaggio, ambientato nell’800 AC, viviamo momenti e conosciamo personaggi ancora vivi nelle nostre terre non molti anni or sono. Conosceremo il mastro fonditore, che produce graziosi monili ma anche le armi e strumenti per il lavoro quotidiano. Il vasaio che prepara manufatti in argilla per gli usi quotidiani ma anche per il culto degli dei e dei defunti. Le tessitrici che con rara sapienza tingono le fibre e le lavorano per ottenere gli abiti. I cacciatori che procurano al villaggio cibo e pelli per proteggersi dal ferro e molti altri mestieri che lasciamo al vostro piacere scoprire.

 

Ma un triste presagio si abbatte sul villaggio e si trasforma, dopo secoli, in realtà: Roma la nuova potenza invia un drappello di soldati da Albenga ad Alba, chiede il diritto di passaggio. I celti si oppongono con le armi e vincono questa volta. Roma, ormai egemone, tornerà con i legionari, in maggior numero e meglio armati. Durante la serata sarà presente l’autore Piero Barale a presentare i libri “Le pietre perdute” e “Sui sentieri della preistoria”. “Sui sentieri della preistoria” desidera essere una guida, ma nel contempo anche un racconto che propone all’escursionista interessato, all’appassionato di archeologia, ma anche allo studioso del territorio, un affascinante viaggio nella preistoria delle “origini” del Piemonte sud-occidentale. Un panorama archeo-naturalistico vasto e completo. Dalle più antiche tracce del Paleolitico inferiore fino all’esaurirsi del Mesolitico, epoca dopo la quale si attesteranno le prime civiltà agricole. Un piccolo manuale che, oltre a riassumere anni di studio e di ricerca, ci fornisce un inquadramento paleo-ambientale e climatico dell’area. Habitat faunistici e vita quotidiana che ci narrano le tecniche di sopravvivenza, riti, culti e forme d’arte. 

 

Un archivio di meraviglie provenienti direttamente dall’era glaciale che ci permettono di gettare uno sguardo attraverso il tempo. Un libro che ci conduce per mano all’interno di enigmi che da tempo attanagliano studiosi, religiosi e filosofi: “…donde veniamo e come siamo arrivati fin qui?”. Domande che non hanno ancora trovato cristalline risposte. Un viaggio sempre documentato e arricchito da numerose immagini e recostruction-drawings, le quali cercheranno di rendere più comprensibile e piacevole la narrazione. In poche parole “ci affidiamo al futuro per mettere in mostra il passato”. “Le pietre perdute” oltre costituire un primevo tentativo di discussione sul “megalitismo piemontese”, desidera essere un lavoro di taglio divulgativo, che, tuttavia, analizza il fenomeno in una prospettiva finora inedita. Già dalle prime pagine si può percepire l’esistenza di una nutrita serie di tracce monumentali alquanto significative e ricche di fascino. Un mondo archeologico dove il “mito” si confonde con la quotidianità, un universo culturale vivace e articolato, nel quale la componente “megalitica” aveva forti valenze rituali e simboliche. La storia di un misterioso fenomeno che, in ambito regionale, si sviluppò su un lungo periodo, dai tempi degli ultimi cacciatori mesolitici fino alla comparsa dei primi metalli, per concludersi in piena Età del Ferro.

 

Leggendo questo libro, il lettore ha l’occasione di avere qualche strumento in più per poter navigare in quel mare magnum del megalitismo-occidentale. Pagine, che oltre trattare nuove scoperte e rivisitazioni dei siti già noti sul territorio, pongono un particolare attenzione al dibattito internazionale. Aria fresca di cui c’è un gran bisogno nel panorama megalitico nazionale…Uno strumento organico e moderno, rigoroso ma facilmente accessibile, pensato come un racconto, ma nel contempo un vero e proprio atlante ragionato. Una guida che segue un criterio geografico ideale per chiunque voglia scoprire a tavolino o sul campo questo straordinario patrimonio.