Dopo la bufera d’aria che, lo scorso lunedì, ha colpito parte del Cuneese e del Monregalese, si cerca di ricucire le ferite, mettendo in sicurezza le aree bersagliate dal devastante e improvviso fenomeno.
Le forti raffiche di vento, fino a 135 chilometri orari, hanno provocato ingenti danni a molte strutture, soprattutto private.
I vari organismi di protezione civile sono stati attivati poco dopo le 14.30, quando è scattato l’allarme per affrontare l’emergenza. Seguendo i modelli e i protocolli di intervento ormai collaudati la loro opera è stata preziosa e sollecita: attraverso la gestione e il coordinamento delle informazioni hanno provveduto ad aiutare le persone in difficoltà e a ripristinare le numerose strade interrotte dalla caduta degli alberi.
Il Soccorso Alpino del presidente regionale, Luca Giaj, è entrato in azione sugli impianti da sci di Prato Nevoso con 26 volontari altamente specializzati che, in collaborazione con gli addetti delle piste, il 118 e un elicottero di supporto, hanno “liberato” 135 persone rimaste bloccate sulla seggiovia del Rosso.
Il Coordinamento provinciale di protezione civile, guidato da Roberto Gagna, si è fatto carico di prestare servizio con 67 volontari nei Comuni di Cuneo, Peveragno, Boves, Chiusa Pesio e Frabosa Sottana.
Il lavoro? Rimuovere gli alberi caduti sulle carreggiate stradali e sgomberare diverse aree dai mucchi di rami che si sono spezzati durante il crollo delle stesse piante. Infine, le squadre Antincendi Boschivi (Aib), con a capo l’ispettore regionale Sergio Pirone, hanno operato in 22 località con 65 uomini, supportati da 30 mezzi. Gli interventi di ripristino e di messa in sicurezza stanno continuando in questi giorni.
“Ringrazio – sottolinea l’assessore piemontese alla Protezione Civile, Alberto Valmaggia – tutto il sistema regionale del settore che, ancora una volta, è intervenuto in modo tempestivo e generoso: dal personale sanitario ai Vigili del Fuoco; dalle Forze dell’Ordine ai volontari dei vari Corpi. Tutti sempre in prima linea nel prestare aiuto a chi è in difficoltà nelle situazioni di emergenza”.