Cuneo: falsi certificati di partecipazione a corsi di italiano in cambio di soldi, insegnante nei guai| La donna, che vive nel braidese, si trova ora agli arresti domiciliari: i suoi “clienti” erano immigrati che volevano il permesso di soggiorno

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Soldi in cambio di falsi certificati. Versando 250 euro, per gli immigrati era possibile ricevere l’attestato di partecipazione  ad un corso di italiano, con tanto di esame finale superato.

Quel certificato che serviva, a cittadini extracomunitari già regolarmente nel territorio italiano, per vedersi rilasciato l’agognato permesso di soggiorno per lungo periodo, che non ha scadenza. Condizione necessaria: una buona conoscenza della lingua italiana, che avrebbe dovuto derivare dalla partecipazione ad un corso di italiano.

 

Nel caso illustrato dalla Polizia di Cuneo, non c’era però nessun corso. A procurare il certificato agli immigrati ci pensava un’insegnante, dietro il pagamento di una cifra in denaro. La docente, che abita nel braidese e insegna in una scuola primaria pubblica della Granda, collaborava anche con un istituto che eroga questi attestati, il Cpia di Alba, comunque risultato ignaro ed assolutamente estraneo ai fatti. Forte di questo ruolo, l’insegnante falsificava gli attestati, vendendoli agli immigrati, per lo più cinesi e indiani. Per ora sono 110 quelli accertati dalla Squadra Mobile. In alcuni casi, il permesso era già stato rilasciato, ma la maggior parte degli immigrati doveva ancora riceverlo, e la pratica è stata sospesa.

 

Le indagini sono partite da una banale richiesta di spiegazioni da parte di un cittadino indiano: in attesa del permesso per lungo periodo, l’uomo ha mostrato notevoli difficoltà di espressione e di comprensione dell’italiano, generando i sospetti del personale. Incalzato, l’indiano ha confessato, dando il via all’attività della Polizia, che è riuscita a risalire all’identità dell’insegnante e poi, grazie anche alle intercettazioni telefoniche e alle ricerche fatte sui movimenti della carta Poste Pay della donna (metodo utilizzato per il pagamento, oltre ai contanti), a far emergere il giro di contatti che aveva messo su.

 

La docente si trova ora agli arresti domiciliari: rischia fino a 6 anni di carcere. Per arrivare agli immigrati, si avvaleva della collaborazione di tre intermediari: due indiani residenti a Savigliano e Torino ed un italiano, anche lui residente nel torinese. I loro nomi sono iscritti nel registro degli indagati, come pure quelli dei 110 immigrati che hanno richiesto il documento falso.

 

Attraverso una conferenza stampa, il dirigente della Squadra Mobile Marco Mastrangelo ha illustrato i dettagli di questa operazione, le cui indagini comunque continuano, dando poi la parola al Procuratore della Repubblica di Cuneo Francesca Nanni e al PM titolare dell’indagine, Fiammetta Modica, che hanno così commentato: “Il tema  dell’immigrazione è molto delicato per il nostro Paese, quindi è importante cercare di garantire la legalità in tutto quello che sta intorno a questo fenomeno”.

 

Gabriele Destefanis