Cuneo: dal 22 ottobre la conclusione del progetto “Prove per un nuovo museo” con la necropoli longobarda di Sant’Albano Stura

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Il 22 ottobre 2016, alle ore 17.30, a Cuneo, in Via Santa Maria 10, sarà inaugurata la terza e conclusiva fase del progetto “Ritrovamenti archeologici lungo l’Asti-Cuneo”, incentrata in particolare sulla necropoli longobarda di Sant’Albano Stura.

 

“L’iniziativa è frutto della sinergia fra la Soprintendenza Archeologia, belle arti e paesaggio per le provincie di Alessandria, Asti e Cuneo (già Soprintendenza Archeologia del Piemonte), nelle persone delle archeologhe Egle Micheletto e Sofia Uggè, che hanno curato la direzione scientifica del progetto, e il Museo Civico di Cuneo, che si è occupato degli aspetti tecnico-organizzativi dell’allestimento. L’intero percorso di riallestimento è stato finanziato, oltre che da risorse comunali, anche e dalla Fondazione Cassa di Risparmio di Cuneo, attraverso il Bando Valorizzazione 2014 – Sezione Giacimenti Culturali 2014 – afferma l’Assessore alla Cultura Alessandro Spedale – La nuova sezione di età longobarda costituirà pertanto un’attrattiva eccezionale per tutto il pubblico in visita”.

 

Nel Salone al piano nobile del museo sarà infatti fruibile al pubblico la prima sezione permanente dei reperti provenienti dalla necropoli longobarda di Sant’Albano Stura, indagata durante la costruzione del tracciato autostradale Asti-Cuneo: si tratta di una selezione di quindici corredi funerari del VII secolo allestita con moderne tecnologie di comunicazione, attraverso una presentazione scientifica chiara e attraente, al passo con i tempi e comprensiva di riproduzioni in 3D, in modo da avvicinare tutti i tipi di pubblico, compresi i portatori di disabilità visiva.

 

L’evento costituisce il punto d’arrivo di un percorso cominciato nel mese di giugno del 2014, con l’esposizione, nella Sala “Livio Mano” del complesso monumentale, di tre preziosi corredi della necropoli longobarda messa in luce a Sant’Albano Stura, un unicum per estensione e quantità di deposizioni nel panorama storico archeologico italiano.
Questa prima tappa era stata resa possibile anche grazie al prezioso contributo della Direzione Cultura Turismo e Sport, Settore Musei della Regione Piemonte. Nel mese di maggio del 2015 ha avuto luogo la seconda tappa del ri-allestimento, estesa alla Sala della Romanità del Museo, tuttora visibile, incentrata sulla risorgiva naturale rinvenuta a Castelletto Stura (località Revellino), dove è affiorata una piccola area sacra dedicata alle acque, e sulle necropoli romane scoperte a Montanera e in località Cascina Bombonina, presso Cuneo (secc. I-III d.C.).

 

Come è ormai noto, infatti, durante la realizzazione dell’autostrada Asti-Cuneo (scavi 2009-2011, Lotto Cuneo, Castelletto Stura, Consovero) sono emersi contesti archeologici di eccezionale rilevanza, dall’età romana all’altomedioevo, allestiti per piccoli lotti presso il Museo Civico di Cuneo. Il restauro dei corredi delle tombe di Sant’Albano Stura è stato reso possibile grazie a una convenzione sottoscritta tra Ministero, Autostrada Asti-Cuneo e Anas; i materiali di età romana di Castelletto Stura, Montanera e Cuneo-Cascina Bombonina sono stati restaurati presso il Laboratorio di Restauro dell’allora Soprintendenza Archeologia del Piemonte.
L’allestimento che verrà inaugurato il 22 ottobre intende presentare al grande pubblico le peculiarità della estesa necropoli (scavate fino ad ora 776 tombe) messa in luce a Sant’Albano Stura, articolata in sepolture disposte su lunghe ‘righe’ parallele con sviluppo nord/sud, ciascuna comprendente in media 40-50 fosse. Come illustrano le ricostruzioni realizzate in occasione dell’esposizione al Museo di Cuneo, erano prevalenti le tombe a fossa semplice, ma sono attestate anche sepolture entro tronco ligneo o altre che dovevano presentare una struttura sopraterra, quale segno di privilegio.

 

“Ad oggi si è concluso il restauro di tutte le tombe con corredo (512) ed è in corso lo studio esaustivo di tutto il sepolcreto, che sta fornendo dati utili alla ridefinizione del quadro delle attuali conoscenze archeologiche sulle popolazioni germaniche e sulle loro tradizioni funerarie. Nelle società barbariche, infatti, il defunto era deposto vestito, per mostrare la sua condizione sociale durante la cerimonia funebre – chiariscono Egle Micheletto e Sofia Uggè della Soprintendenza. I corredi che si è scelto di esporre rappresentano una significativa testimonianza dei costumi dei Longobardi: vi sono tombe di uomini liberi sepolti con le armi e tombe di donne deposte con i gioielli tradizionali (come le fibule a “S”); lo studio dei corredi femminili mostra inoltre le trasformazioni a seguito del contatto con la cultura tardo-romana che i Longobardi trovano in Italia”.

 

Nelle tombe si trovano poi oggetti di uso quotidiano – coltellini, acciarini, cesoie, fusaiole, spesso contenuti in piccole borse – e strumenti da lavoro, come quelli femminili per la lavorazione tessile o le asce nelle tombe maschili.
Il sistema espositivo atto a conservare e rendere fruibili i delicati ritrovamenti, è stato fornito dalla ditta Kibox di Torino su progetto condiviso con Soprintendenza e Comune di Cuneo e redatto dagli architetti Fernando Delmastro e Clara Distefano.

 

“Questo progetto testimonia l’importanza del lavoro sinergico tra gli enti che si occupano di valorizzare le risorse culturali presenti sul territorio provinciale – aggiunge Giandomenico Genta, Presidente della Fondazione CRC – Con questa nuova sezione, il Museo Civico rende fruibile al pubblico, con modalità innovative, un patrimonio storico unico, che potrà divenire un veicolo importante di attrazione turistica per la città”.

 

c.s.