Scoperte truffe sui finanziamenti comunitari per i pascoli: accertamenti in una decina di comuni cuneesi

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Dopo i cospicui episodi di truffa contestati l’anno scorso, che portarono all’arresto di 3 persone con l’accusa di associazione per delinquere, proseguono i controlli del Nucleo Investigativo di polizia ambientale sui contributi europei alle attività pascolive.

 

Nel mirino delle indagini sono finite altre 5 aziende agricole di Piemonte e Lombardia che negli ultimi anni mancavano di condurre nei pascoli pubblici assegnati i propri animali pur dichiarandoli nelle domande di contributo. Sono una decina i comuni montani del cuneese oggetto degli accertamenti.

 

Le accuse mosse sono di truffa aggravata, malversazione di fondi pubblici oltre a vari reati di falso, tra cui residenze fittizie e finte società, talora fondate alla completa insaputa dei formali titolari.

La Procura di Cuneo ha ultimamente disposto perquisizioni e sequestri di documenti amministrativi sulle aziende anzidette e sui centri di assistenza agricola presso cui le stesse hanno depositato le carte utili al percepimento dei premi.

Considerato che ogni azienda dovrebbe condurre in alpe per lo più il proprio bestiame si sta inoltre verificando la legittimità della recente prassi di trasferire la proprietà degli animali monticanti da un soggetto ad un altro per i soli mesi dell’alpeggio.

 

La Forestale ricorda come il mancato pascolamento comporti una regressione degli alpeggi a formazioni erbacee o arbustive di scarsa qualità pabulare e ad un peggioramento degli ambienti montani in termini di biodiversità, paesaggio, fruibilità turistica e produzione di eccellenze casearie tipiche.

 

c.s.