Evasioni dalla Clinica San Michele, il Comune prende posizione: “Non molliamo”

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“Vogliamo evitare allarmismi eccessivi ma consentire a tutti di condividere le preoccupazioni che sulla questione da tempo noi amministratori (eletti e responsabili degli interessi locali di Bra) purtroppo siamo costretti a serbare nell’animo.

Tutti noi in questi mesi, pur non avendo, ai sensi della legge, possibilità dispositive in materia, abbiamo lavorato e molto, magari in silenzio davanti all’opinione pubblica, ma con alta voce verso le istituzioni responsabili, ottenendo anche qualche non disprezzabile risultato, ed è giusto che Bra sappia”. Questo uno degli incisi del documento che il sindaco Bruna Sibille ha firmato a nome degli amministratori comunali di Bra, dopo la seconda fuga di pazienti psichiatrici ristretti nella “residenza per l’esecuzione delle misure di sicurezza” (Rems), ospitata alla clinica San Michele di Bra.

 

Il documento è stato letto nel corso della seduta del consiglio comunale, che si è svolta ieri mercoledì 27 novembre 2015, ed è integralmente disponibile sul sito web www.comune.bra.cn.it. “Come purtroppo paventato più e più volte alle autorità statali, regionali, giudiziarie e di polizia, fin dall’inizio dei trasferimenti di ex detenuti psichiatrici a Bra, cominciato il 26 ottobre scorso, si sono verificati problemi sia all’interno della struttura” – ha poi proseguito il documento – “Diverse volte sono dovuti intervenire i Carabinieri per contenere episodi di disordine interno causati dai malati ex OPG, sia all’esterno della stessa, essendo già avvenute le due evasioni di cui tutta Bra parla”.

 

E prosegue: “Sono qui a dichiarare e confermare che io e il comune di Bra non molliamo. Purtroppo il sindaco non ha competenze di legge in materia, ma questo comune continuerà a fare tutto quanto in proprio potere per ridurre il più possibile questo carico di maggiore pericolo che gli enti superiori hanno posto sulla cittadinanza braidese senza forse comprenderne l’effettiva portata né tenendo conto del diffuso senso di insicurezza che sta serpeggiando nella popolazione”, anticipando poi quali saranno le prossime mosse dell’amministrazione. “Convocheremo immediatamente la proprietà della clinica […] chiedendo conto di quanto finora accaduto e di cosa abbia fatto e stia facendo nell’immediato per evitare fatti come quelli sopra descritti, evidentemente non imprevedibili. Incontreremo nuovamente regione e prefettura per ottenere l’immediata realizzazione delle misure di sicurezza finora non ancora attuate ed una nuova e più radicale revisione dei sistemi di sicurezza della clinica, sia interni che esterni, con opere a carico degli enti preposti e della proprietà, che comportino una sorveglianza continua e di persona, non solamente video, dell’interno e dell’esterno della clinica, in modo che risulti impossibile entrare od uscire dalla stessa senza essere visti da personale di sorveglianza”.

 

Mosse che, se non avverranno “con tempi certi ed immediati”, l’amministrazione si riserva di promuovere “tutte le iniziative e gli strumenti possibili da parte del Comune per ottenere la sospensione immediata del programma regionale Rems presso la Casa di cura San Michele”, perché “né la sicurezza di Bra né l’ordine pubblico di qualsiasi città piemontese debbono essere messi a repentaglio dalle inefficienze e dai ritardi delle autorità sovra comunali”.
All’inizio della seduta era stato il consigliere Davide Tripodi (capogruppo Bra domani) a prendere la parola sull’argomento: “sin dall’inizio gli amministratori comunali sono stati posti di fronte al dilemma tra la garanzia di sicurezza dovuta all’attività della Rems e il mantenimento in forza alla clinica di tutti i lavoratori, a seguito della politica regionale di riduzione della spesa. L’amministrazione comunale non ha mai fatto mancare l’attenzione sul tema, ponendo forte il problema della sicurezza. Preoccupazioni purtroppo confermate dai fatti. Per questo suggerisco di emanare subito un’ordinanza contingibile ed urgente”.

 

(rg)