In Regione nuovo confronto di Poste con Anci e Uncem, accettate alcune proposte dai Comuni |Importante definire un “Modello Piemonte” con i primi uffici pilota multiservizi, in accordo con gli Enti locali

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I vertici della Direzione Nord-Ovest di Poste Italiane hanno incontrato stamani in Regione il vicepresidente Aldo Reschigna, il consigliere e presidente dell’Intergruppo Amici della Montagna Antonio Ferrentino e i rappresentanti di Anci e Uncem. Poste ha illustrato una serie di modifiche al piano di tagli degli uffici e di riduzioni dei giorni di apertura pesantemente contestato dai Comuni piemontesi. Le modifiche sono state proposte dai sindaci all’interno degli incontri voluti dalla Regione sul territorio e dalla stessa azienda grazie a una serie di convocazioni nella sede di Torino.

 

Apprezziamo – puntualizzano il presidente Anci Andrea Ballarè e i vicepresidenti Uncem Marco Bussone e Paola Vercellotti – le disponibilità di Poste a un rinnovato dialogo e confronto, cosa che non è avvenuta in altre Regioni italiane e purtroppo è carente, da parte dei vertici nazionali dell’azienda, con il Governo e il Parlamento. È certamente merito del lavoro svolto dalla Giunta regionale e da molti Consiglieri regionali, tenendo presente in modo particolare le istanze pervenute dagli Amministratori dei piccoli Comuni e ancor più dagli Enti nelle aree montane e collinari della nostra Regione”.

 

Poste ha illustrato alcune modifiche al piano di revisione considerato quanto stabilisce il Servizio postale universale nazionale e il “Piano Scajola”. “Dobbiamo però insistere su un fronte, forse non ancora chiaro a Poste, sollecitato anche da Reschigna e Ferrentino – evidenziano i vertici di Anci e Uncem – cioè l’indisponibilità ad accettare riduzioni di orario che portino a due i giorni di apertura degli uffici postali nei piccoli Comuni. Si tratta di una scelta industriale che squalifica il servizio, l’azienda, e condanna i cittadini, in particolare i più anziani nelle aree più marginali, a non poter usufruire degli uffici. Altro problema è quello del recapito della corrispondenza, con situazioni insostenibili in troppi Comuni, anche di grandi dimensioni. C’è chi ha eliminato abbonamenti a quotidiani per questo motivo. Lo troviamo molto grave”.

 

Anci e Uncem hanno proposto a Poste di individuare una serie di Comuni piemontesi dove avviare a breve, entro il 2015, una sperimentazione di sportello multiservizi, dove oltre al servizio postale si sperimentano altre opportunità a vantaggio dei cittadini dei paesi più piccoli. Non solo pratiche postali, ma anche internet point, vendita di quotidiani e altri generi non alimentari di base, dispensario farmaceutico, punto di informazioni turistiche.

 

Potremmo sperimentare questa novità in alcuni centri – proseguono – e apprezziamo la disponibilità di Poste in questa direzione. La costruiremo con gli indirizzi operativi della Regione e il costante coinvolgimento dei Comuni”.