Posta a giorni alterni, Costa scrive a Chiamparino | “Necessario intervento per scongiurare i tagli, Piemonte regione più colpita”

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Ho scritto al Presidente Chiamparino per sollecitarlo ad una netta presa di posizione contro il piano presentato da Poste che prevede di recapitare la corrispondenza a giorni alterni in 5.296 comuni italiani.

Un piano che esporrebbe il nostro Paese al rischio di una procedura di infrazione da parte dell’UE e che vede il Piemonte, con 901 comuni interessati dal taglio, la regione più colpita. Penso ad esempio a tante piccole realtà, principalmente montane, della provincia di Cuneo, la terza più grande d’Italia, che già soffrono diverse carenze infrastrutturali. Subirebbero una gravissima riduzione dei servizi e un indebolimento del tessuto sociale ed economico. Ciò perché, ancora una volta, i tagli colpiscono i comuni localizzati nei territori più estesi e, per il contenimento dei costi, viene utilizzato il criterio della densità abitativa (meno sono gli abitanti per kmq, più il servizio viene ridotto). Questo è profondamente sbagliato. Perciò ho voluto farmi portavoce delle preoccupazioni di numerosi amministratori e cittadini col Presidente Chiamparino, confidando in un suo intervento volto a scongiurare un prezzo non di poco conto che si troverebbero a pagare i piemontesi».

 

È quanto afferma il Viceministro della Giustizia, Enrico Costa, che nei giorni scorsi aveva recapitato le proprie osservazioni fortemente critiche al Presidente dell’Agcom, Angelo Marcello Cardani, e riportato la questione al Sottosegretario allo Sviluppo economico, Antonello Giacomelli, facendosi portavoce delle preoccupazioni giunte da numerosi amministratori e cittadini della Granda.

 

La proposta di Poste prevede di dimezzare la distribuzione della corrispondenza, da 10 a 5 giorni ogni due settimane, in 5.296 comuni italiani (su un totale di 8.046). Primo, per numero di comuni interessati (901), è proprio il Piemonte, seguito dalla Lombardia (542). Agcom, chiamata ad autorizzare il piano, in un documento sottoposto a consultazione pubblica (non vincolante per l’autorizzazione), ritiene che sussistano i requisiti per ben 4.721 comuni (778 in Piemonte).

 

La legge di stabilità consente tale opzione soltanto “in presenza di particolari situazioni di natura infrastrutturale e geografica”. Del pari, l’Europa ammette la deroga al servizio universale soltanto in casi “eccezionali”. Invece, Poste individua i casi particolari nel 65,8% dei comuni e l’Autorità, con un’insignificante limatura, nel 58,7%. La deroga, insomma, diventerebbe la normalità. Veder compromessi i servizi basilari significa non rendersi conto del ruolo di presidio sociale che talune funzioni rivestono. Che destino avrebbero, poi, tutti i giornali – quotidiani e settimanali – recapitati in abbonamento? Tutto ciò è inaccettabile e rappresenta una minaccia al diritto sacrosanto di ciascuno di usufruire dei servizi universali“.