Per Giachino (FI) festa del lavoro triste “Troppi disoccupati e precari” | L’ex sottosegretario ai trasporti :”Parteciperemo al corteo perché il lavoro è la priorità del Paese”

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Sarà il settimo 1° maggio di crisi del lavoro causa della crisi economia più grave del dopoguerra ma aggravato in Italia e nel Sud Europa dalle politiche sbagliate dell’austerity che ora, con grave ritardo, chi non difese nel 2011 la linea del Governo Berlusconi in Europa capisce”, queste le parole di Bartolomeo Giachino, del Comitato di Presidenza Nazionale di Forza Italia;

che aggiunge, in una nota:
In questi ultimi 3 anni e mezzo la disoccupazione in Italia è aumentata di quasi il 50% (con Berlusconi era al 9 oggi l’Istat ha detto che siamo al 13%) e Torino, che ha pensato quasi solamente alla cultura e al loisir, è la grande città del nord dove vi è la più alta disoccupazione giovanile.
Le manovre economiche di Monti e i tanti NO, purtroppo presenti anche nella piazza di domani, dai No Tav, ai No al Terzo Valico, ai no agli accordi per migliorare la produttività sono stati e sono contro lo sviluppo e il lavoro.
Forza Italia vuole cambiare la politica economica europea e quella del Governo tagliando la spesa pubblica e le tasse sulle imprese e sulla casa per fa ripartire l’economia e il lavoro nel Paese e in Piemonte.
Un PIEMONTE che continua a perdere aziende e posti di lavoro, dalla Indesit, alla DE TOMASO, da Auchan alla Satiz.
Senza crescita non avremo nuovi posti di lavoro e le risorse per aumentare le pensioni. Puntare solo sulla cultura e sul turismo è stato l’errore delle ultime Amministrazioni di sinistra torinesi.

 

Difendere le aziende con una politica industriale moderna vuol dire difendere il lavoro diretto e indiretto. Perse le fabbriche abbiamo perso anche il terziario avanzato e le ricadute sul calo della attività del commercio e dei ristoranti è evidente. Con Forza Italia SI alla crescita, i SI alla Tav e i SI alla impresa come motore dello sviluppo, del lavoro e della innovazione.

 

La crescita non riparte né per decreto, come pensa di fare il Governo Renzi con il “Jobs act”, né con l’assistenzialismo ma solo con riforme strutturali che riducano i costi della burocrazia, della energia e dei trasporti ma anche dagli investimenti nelle infrastrutture strategiche che ci colleghino meglio al mercato europeo e mondiale. Oggi gli operatori turistici torinesi ci hanno comunicato che non si vedono le ricadute di Expo.
Se fosse in funzione la Tav da Parigi potrebbero arrivare comodamente in treno in 4 ore a Milano e in poco più di tre ore a Torino per vedere la Sindone, l’Egizio utilizzando i nostri servizi commerciali e della ristorazione.
Come dicono gli studi della Bocconi sui “costi del non fare” negli ultimi 10 anni a causa della carenza di infrastrutture abbiamo perso 145 miliardi di PIL, troppi.

 

La nostra partecipazione al corteo vuole significare questo.

 

Una nuova politica economica nazionale e regionale che crei le condizioni per il recupero di competitività del Paese e per uno sviluppo che crei lavoro e benessere”.