Dialoghi sulla vita e la morte domani a Cuneo

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Due esperti affronteranno il tema della rimozione del concetto di morte nella società contemporanea

Martedì 2 dicembre 2014 – 18.00

Mercoledì 3 dicembre alle ore 17,30 a Cuneo, presso la Sala del settimanale “La Guida” (via Bono 5) e in collaborazione con “La Guida”, si terrà l’incontro “Dialoghi sulla morte”, a partire da “Narrare la morte. Dal romanticismo al post-umano” di Davide Sisto (assegnista di ricerca in Filosofia presso l’Università di Torino) e “Sia fatta la mia volontà” di Marina Sozzi (tanatologa e presidente dell’associazione Infine Onlus).

 

A introdurre l’incontro ci sarà Sergio Carletto (Cespec). L’evento, organizzato dal Cespec (Centro studi sul pensiero contemporaneo), rientra nel progetto “Summer School Cespec 2014 e attività correlate”. Ingresso libero.

 

L’iniziativa intende affrontare un tema piuttosto delicato, di cui solitamente si cerca di parlare il meno possibile: la morte. “Riscoprire il valore simbolico della morte per la vita, in un’epoca in cui le innovazioni scientifiche e tecnologiche hanno modificato i
confini tra ciò che è vivo e ciò che è morto – affermano Sisto e Sozzi – significa fornire un significato profondo all’esistenza di ogni persona”.

 

Davide Sisto e Marina Sozzi, consci delle conseguenze negative tanto della rimozione della morte dallo spazio pubblico quanto della sua spettacolarizzazione mediatica che ne oscura il senso intrinseco, intendono mostrare come invece il morire sia un argomento fondamentale sia per la crescita individuale sia per lo sviluppo della società in generale. I due studiosi dialogheranno sulle ragioni che li hanno spinti a occuparsi delle questioni inerenti al fine vita nelle loro ultime pubblicazioni.

 

In “Narrare la morte. Dal romanticismo al post-umano” (ETS, Pisa 2013) Davide Sisto ricostruisce il movimento teorico che porta dall’integrazione armonica di vita e morte e dal ruolo pedagogico del morire, aspetti tipici del romanticismo tedesco, alla radicale rimozione della morte dalla vita, impostasi nel XX secolo in virtù del progresso tecno-scientifico e del processo di secolarizzazione, quale esito dell’idea che la medicina possa rendere la morte un’artificialità negoziata. Attorno a tale idea si sviluppa una parte del pensiero post-umano, che considera l’invecchiamento e il morire come forme patologiche che la scienza ha il dovere di combattere, disconoscendo il valore fondamentale di cui dispone la morte per la costruzione della vita.

 

In “Sia fatta la mia volontà” (Chiarelettere, Milano 2014) Marina Sozzi – curatrice del blog “Si può dire morte” – si prefigge il compito di rendere più leggera la vita, ripensando e accettando la morte come un evento naturale che ci appartiene. Il pensiero della morte e del suo ruolo interno alla vita permette di contrastare la paura del distacco e di accettare la nostra fragilità senza soffrirne. Sozzi è convinta che la ricetta principale della felicità risieda proprio nell’accettazione della fine, la quale rende unico ogni singolo attimo.