Serie D: Pro Dronero ancora viva. 1-1 in 9 contro 11 in casa del Derthona

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derthona pro dronero metacampoDomenica 16 marzo 2014 – Ore 22.00 – Sarà anche solo un punto, che non cambia di molto la classifica e che non cancella le difficoltà affrontate fin qui, ma il pari ottenuto quest’oggi dalla Pro Dronero ha, davvero, il dolce sapore dell’impresa.

Il “cuore del Drago”, tanto nominato da patron Corrado Beccacini in questi mesi, ha finalmente cominciato a battere, proprio nel momento in cui sembrava essere stata imboccata la strada senza ritorno della retrocessione. I ragazzi di Caridi hanno fatto gruppo, ci hanno creduto e, ironia della sorte, hanno trovato il vantaggio provvisorio con Franco, il ragazzo del vivaio, tanto atteso nei mesi scorsi. Eroici, poi, i 26’ finali, giocati con la doppia inferiorità numerica e con la cattiveria agonistica di chi non si sente battuto. Per una volta, quindi, ci sembra doveroso porre in secondo piano l’ormai classico pareggio subito in piena “zona Cesarini”: era la partita del presidente, dopo i dissidi avuti nel match dell’andata con gli ultras ospiti, e i “rossi” hanno saputo onorarla come tale, giocando con sacrificio ed umiltà.

 

Il Derthona di mister Scarnecchia si presenta all’incontro con diverse defezioni: assente, tra gli altri, Serlini, per una squadra che punta a conquistare l’intera posta in palio per porre la parola “fine” sul discorso playout. Tra i pali Lamantia; difesa a cinque con i centrali Dell’Aera, Priolo e Stankovic e i terzini, votati spesso alla proiezione offensiva, Gilio e Mazzocca; trio di centrocampo composto da capitan Montingelli, La Caria e Temperino; coppia d’attacco composta dal giovane Carru e dall’ex, tutt’altro che avvelenato, Serra.

 

Il tecnico dei “Draghi”, Antonio Caridi, progetta un disegno tattico tanto complesso quanto funzionale: la squadra si schiera in fase difensiva con un 5-4-1, che diventa 4-3-3 in fase offensiva. Jolly di giornata Tortone, schierato nella folta difesa a cinque in fase di copertura e spostato sulla mediana per l’attacco. Il quintetto difensivo, a protezione di Provenzano, è composto da Passerò, Madrigrano, Maglie, ormai diventato leader assoluto di una difesa solida come non mai, Tortone, appunto, e Franco; centrocampo con i centrali Brondino e Giraudo, con la defezione importante di Begolo, squalificato per due turni dopo l’espulsione di domenica scorsa; davanti la vera sorpresa: fuori, per la prima volta dall’inizio della stagione, Marco Garavelli, apparso meno lucido del solito nelle ultime uscite. Compongono, quindi, il trio offensivo capitan Dutto, sulla destra, De Peralta, unico terminale centrale, e il rientrante Isoardi, sulla sinistra.
Che la partita non sia un incontro qualunque, lo si capisce già prima del fischio d’inizio: per l’occasione, sono state mobilitate molte forze di sicurezza, con lo scopo di tenere a bada gli ultras tortonesi, infuriati dopo lo “smacco” subito, ad opera di patron Beccacini, nella gara d’andata.

 

Tante attese, rovinate da una partita che, almeno nella prima frazione, è veramente inguardabile: zero tiri in porta, zero vere occasioni da gol, tanti falli ed un’unica vera emozione. È il 18’, quando Mazzocca scappa sull’out di sinistra e serve al centro un pallone rasoterra, sul quale piomba in copertura Madrigrano: la deviazione del difensore dronerese è maldestra e il pallone assume una traiettoria beffarda, sibilando a lato del palo destro della porta difesa da Provenzano. Tanta paura concentrata in questo unico sussulto dei padroni di casa, niente di più: tra gli alessandrini, emerge la grande vena di Serra, che non produce, però, nulla di interessante, mentre gli ospiti faticano a tenere la palla nei piedi e pensano per lo più a spazzare.

 

La ripresa promette maggiori emozioni ma, in realtà, i primi 15’ non regalano nulla di più di un colpo di testa alto di Stankovic e di una velleitaria conclusione dalla distanza di Giraudo, sceso in campo, per l’occasione, con il numero 10. Proprio il centrale classe 1994 è protagonista dell’evento che da una svolta al match: è il 16’ quando atterra Montingelli e si vede estrarre il secondo, forse eccessivo, “giallo” dal fiscalissimo direttore di gara. “Pro” in dieci e in grande difficoltà. Ma proprio nel momento più duro, emerge l’orgoglio dei “rossi”, di cui si fa ambasciatore il giocatore che più di tutti rappresenta lo spirito dronerese, essendo cresciuto calcisticamente ai piedi della Val Maira, ovvero Nicolò Franco. È proprio il terzino, in una sortita offensiva, a concludere nel migliore dei modi un’azione sulla sinistra dei suoi compagni: Isoardi apre per Passerò, che salta Mazzocca e crossa al centro, dove Franco è bravissimo ad avvitarsi di testa e a battere Lamantia. Il vantaggio crea un entusiasmo incredibile tra i tifosi droneresi accorsi al “Fausto Coppi”: ora, tutto sembra possibile. 3’ dopo il vantaggio, arriva però il secondo pesante danno di giornata: Tortone, già ammonito, interviene in copertura sulla trequarti, interrompendo una trama offensiva dei padroni di casa e viene espulso. Pro Dronero clamorosamente in 9, a causa di una decisione arbitrale per certi aspetti ancora più dubbia della precedente: l’impresa, a questo punto, pare ancora più difficile. E, invece, i ragazzi di Caridi mettono in campo un sacrificio sportivo mai visto prima: il mister toglie tutti i suoi uomini offensivi inserendo un difensore, Pomero, un mediano, Bodino, e un terzino, Porcaro, che colloca nella posizione più avanzata e a cui affida un compito stile “Forrest Gump”: “Corri ovunque e disturba tutte le loro impostazioni difensive”. La squadra cuneese si barrica in difesa, spazza ogni pallone, Porcaro corre come un pazzo e i padroni di casa non producono nulla di buono, ad eccezione di un colpo di testa, alto, di Serra, sugli sviluppi di un corner di Carru. I cinque minuti di recupero sono un’agonia, che si materializza nel pari ospite, al 48’: Carru scappa sul filo del fuorigioco, ma viene anticipato da Provenzano, in un’uscita quanto mai avventata; il pallone resta lì e Priolo può infilare a porta sguarnita l’1-1.

 

Passano pochi secondi ed arriva il triplice fischio: la delusione non può mancare in casa “Pro”, ma l’urlo liberatorio dei supporters e di Beccacini al termine del match da la dimensione dell’impresa centrata dai Caridi’s boys, capaci di strappare un punto-speranza in un campo ostico e in doppia inferiorità numerica. Per i padroni di casa, solo delusione e tante critiche: il fischio finale ha sancito l’inizio della contestazione degli ultras, imbufaliti non più con Beccacini, ma con i loro stessi beniamini, rei di non aver messo in campo una prestazione degna dell’importanza del match. Ora, la Pro Dronero è a 18 punti, appaiata al Santhià e sempre a meno 11 dall’accoppiata Derthona-Albese. 11 punti, troppi per potersi salvare, ma a questa squadra nulla pare più impossibile.

 

DERTHONA-PRO DRONERO
Reti: 21’st Franco (P), 48’st Priolo (D)

 

Derthona (5-3-2): Lamantia; Gilio, Dell’Aera, Priolo, Stankovic, Mazzocca; Montngelli (cap.), La Caria (35’st Chirico), Temperino; Carru, Serra. Allenatore: Scarnecchia.

 

Pro Dronero (5-4-1): Provenzano; Franco, Tortone, Maglie, Madrigrano, Passerò; Dutto (cap.) (25’st Pomero), Brondino, Giraudo, Isoardi (36’st Porcaro); De Peralta (28’st Bodino). Allenatore: Caridi.

 

Arbitro: Sig. Santorelli di Salerno
Assistenti: Sig. Cortinovis di Bergamo e Sig. Recenti di Lovere
Ammoniti: Tortone (P), Stankovic (D), Giraudo (P), Isoardi (P), Mazzocca (D)
Espulsi: Giraudo (P) al 16’st e Tortone (P) al 24’st, entrambi per doppia ammonizione.

 

Carlo Cerutti