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Peveragno: il Birùn presenta il libro «Nel marsupio della storia»

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Nuovo comunicato arriva dalla peveragnese «Compagnia del Birùn».
«La Compagnia del Birùn con il patrocinio del Comune e della Biblioteca di Peveragno organizza giovedì 9 maggio nel Salone Ambrosino a Peveragno, alle 21, la presentazione del libro “Nel marsupio della storia – Italiani d’Etiopia”, di Maria Abbebù Viarengo, “Funambolo edizioni”. Dialogherà con l’autrice il giornalista Fabio Rubero. La serata è libera e gratuita.
Il libro, presente al prossimo Salone del libro di Torino, apre la strada al nuovo spettacolo originale e autoprodotto dalla Compagnia del Birùn dal titolo “Futuro remoto”, a cura delle registe Gabriella Bordin e Elena Ruzza, che debutterà a Peveragno il 14 e il 15 giugno e affronterà il tema controverso e spesso molto poco conosciuto della colonizzazione italiana in Africa. Maria Abbebù Viarengo sarà tra le attrici in scena, portando parte del suo vissuto, racchiuso in modo lucido ed emotivamente coinvolgente nel suo memoir che ha inizio tra la fine dell’Ottocento e il Novecento, quando un giovane italiano, Alberto Prasso, parte da un paesino del Piemonte. Ha un sogno Alberto: trovare l’oro e aprire una miniera. Ci prova in America, poi in Sudafrica e infine riesce a realizzare il progetto in Etiopia, dove diventa amico del re Menelik e ottiene le concessioni necessarie. Nel 1928, suo nipote Oreste e altri parenti lo raggiungono in Africa per affiancarlo nell’attività. Poi, la guerra. L’Italia fascista invade l’Etiopia: gli italiani che vivono lì subiscono gli effetti di una efferata invasione militare, divisi tra il senso di appartenenza al Paese che li aveva accolti e l’obbligo imposto dalla Madrepatria di prendere le armi contro gli etiopi, divenuti ormai loro amici, collaboratori, compagni e compagne di vita. Alcuni di loro, tra cui lo stesso Oreste, decidono di restare, barcamenandosi tra l’inumanità delle leggi razziali e dell’invasione bellica italiana – perpetrata attraverso mezzi atroci, come l’uso di gas tossici – e la volontà di radicarsi sempre più profondamente in un Paese che amano, tra gente che amano. Un memoir ricco di riferimenti storici ma al contempo pieno di pathos, dove emerge vivida e dirompente la sensazione di sospensione tra due mondi lontani, entrambi da amare e domare, dove le vite di uomini e donne si incontrano in una esplosione di emozioni, profumi, perdite e ricongiungimenti.
Maria Abbebù Viarengo, figlia di Oreste – nata e vissuta in Etiopia e in Italia – traccia, in dialogo con suo padre, un filo delle tante storie nella Storia, restituendoci in maniera chiara e concreta i fatti avvenuti: testimone di un’Etiopia ricca di tradizioni travolta dall’incontro culturale con l’Occidente. Per restituire ciò che ancora è occultato nel Marsupio della storia».
BaNNER
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