Fossano in vetrina tra storia e bellezza

Il Castello voluto da Filippo d’Acaja domina la scena e custodisce almeno sette secoli di racconto cittadino

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Fossano, cuore della Provincia Granda, quarta città con i suoi circa 26mila abitanti dopo Cuneo, Alba e Bra, accoglie lunedì 6 maggio la terza tappa del 107° Giro d’Italia che, quest’anno, premia il Piemonte più del solito con ben quattro frazioni, le prime. Quella che approda a Fossano parte da Novara, la città del Broletto di antonelliana memoria ed è una tappa dal profilo altimetrico abbastanza tranquillo, che può favorire i migliori velocisti.
Se prendete una cartina della provincia di Cuneo vi renderete conto che Fossano è praticamente al centro, quasi un passaggio obbligato tra le città di questa parte del Piemonte.
Fossano è città antica. I primi reperti trovati durante i lavori di costruzione della città parlerebbero di insediamenti risalenti tra il IX e l’VIII secolo Avanti Cristo, in pieno periodo preromano. C’è però una data certa, il 1236, quando viene fondata da una lega di città guelfe che si confrontano non tanto amichevolmente con Asti. L’abitato di Fossano nasce su una collina che sovrasta il corso dello Stura, in una posizione strategicamente importante lungo i collegamenti tra Piemonte e Liguria. La storia dice poi, neanche un paio d’anni dopo, che la città diventa ghibellina. E nel corso del secolo successivo passa sotto l’influenza del Marchesato di Saluzzo, degli angioini per un breve periodo, per diventare parte integrante, nel 1314, dei possedimenti di Filippo I d’Acaja.
E Filippo diventa fondamentale perché costruisce lo splendido Ca­­s­tello che oggi è il simbolo di Fossano, che si staglia possente, individuabile da lontano nella pianura, con le sue quattro alte torri che sono la custodia di almeno sette secoli di storia cittadina e biblioteca ricchissima di volumi e manoscritti.
Filippo I lo fece costruire in soli otto anni, su un fabbricato preesistente, un record per l’epoca e per le fortificazioni di tale genere, tra il 1324 ed il 1332. Ovviamente era struttura da difesa, ma nel momento in cui Fossano diventò possedimento dei Savoia, il maniero venne totalmente trasformato in una residenza di altissimo livello. Bona di Savoia, duchessa di Milano e Madama Cristina di Francia, tra il Cinquecento ed il Seicento, vissero nelle splendide stanze restaurate dagli architetti dell’epoca.
Ver­so la fine del XVII secolo la sua destinazione cambia, diventa prigio­ne per i Valdesi.
Perseguitati d­al­­l’In­qui­sizione come eretici, subiscono i massacri e le angherie della Controriforma, una persecuzione che patiranno fino al 17 febbraio 1848, quando il Re Carlo Alberto di Savoia con le Lettere Patenti riconosce ai suoi sudditi valdesi ed ebrei i pieni diritti civili. In quel tempo il declino del castello degli Acaja sembra non avere fine: ospita prima una caserma e poi, ancora una volta, la prigione della città. Nel Novecento iniziano i lavori di recupero e la fortezza diventa sede, nel loggiato cinquecentesco, della Biblioteca Civica, di un importante centro polifunzionale (grazie al cortile interno e ad un’ampia sala al pianterreno che ospita attività culturali come convegni, mostre, concerti), un punto di riferimento non solo per Fossano, ma anche per tutta la provincia di Cuneo. Insomma torna ad essere un maniero in forma smagliante.
La biblioteca oggi racchiude in sé oltre 150mila volumi e un archivio storico con circa 10mila testi tra libri antichi, manoscritti, collezioni, documenti di diverse epoche.
Dalla torre panoramica la vista sulla corona alpina e sulla figura maestosa del Monviso non ha prezzo, arricchita da una multivisione che, in loop, regala al turista uno splendido viaggio nella Provincia Granda. È un’esperienza immersiva: «Un video documentario fortemente emozionale, di taglio cinematografico – spiegano all’Ufficio Turistico di Fossano, che è ospitato sempre nel castello – sulla presenza dell’uomo nel Basso Piemonte dal Neolitico alla Seconda Guerra Mondiale. Inoltre, sui quattro lati della torre, sono attivi speciali monitor che, sovrapposti alle grandi finestre, offrono una fruizione in realtà aumentata, aggiungendo informazioni turistiche allo spettacolare panorama visibile da quella posizione».
Il castello di Fossano è visitabile esclusivamente con le visite guidate dal mercoledì alla domenica e festivi, con partenza del tour la mattina alle ore 11 e il pomeriggio alle ore 15. Venerdì, sabato, domenica e festivi visita guidata anche alle ore 16.30. Consigliata la prenotazione.
Biglietteria presso l’Ufficio Turistico. Il costo del biglietto è di 5 euro, sono previste riduzioni.  
Il castello degli Acaja domina un suggestivo centro storico dalle atmosfere medievali e barocche con deliziosi scorci, angoli, vicoli, chiese, palazzi, i portici di via Roma dove si può incontrare, con una rilassante passeggiata, il cuore pulsante della città.
Al centro della via principale della città ecco il Duomo, la cattedrale dedicata a Santa Maria e a San Giovenale patrono di Fossano. Progettata dall’architetto Mario Ludovico Quarini, assistente dell’architetto Bernardo Vittone, entrambi tra i campioni del barocco religioso piemontese di cui Fossano è ricca, viene costruita negli ultimi decenni del XVIII secolo, su una preesistente collegiata risalente al XIII secolo. Da notare l’imponente facciata neoclassica con colonne corinzie. L’interno è a croce latina con cupola e dieci cappelle laterali, secondo il progetto originario, mentre la decorazione è ottocentesca. Il Duomo ospita al suo interno opere del pittore Giovanni Claret, probabilmente di origine fiamminga, e di Giovenale Boetto, poliedrico artista del Seicento tra l’architettura (suo il disegno del campanile con cuspide ottagonale), la pittura e l’incisione, affreschi ottocenteschi di Luigi Hartman, Davide Ortori, Emilio Morgari e Domenico Mossello. Degno di nota un reliquiario di San Giovenale, patrono della città. Da visitare assolutamente gli scavi che riguardano gli elementi architettonici della collegiata quattrocentesca che, a sua volta, sorge su una primitiva collegiata tardoromanica.
Oltre al Duomo altri importanti esempi di barocco piemontese sono il complesso Ospedale e Chiesa della S.S. Trinità, la Chiesa Vecchia del Salice, la Chiesa di San Filippo Neri e, appena fuori città, nella campagna fossanese, il Santuario di Cussanio, luo­­go incantevole per il mix di natura ed arte che offre un’opportunità di salutari attività all’aperto.
Per chi ha voglia di esplorare e sperimentare anche la città degli Acaja può vantare una sua panchina, donata dalla Diocesi di Fossano. Si può raggiungere con una breve passeggiata che parte dalla chiesetta di via San Michele lungo la strada che conduce alla frazione Boschetti. Seguendo le insegne del “Sentiero dell’Anima” si raggiunge la destinazione in 5 minuti.
In occasione della tappa del Giro d’Italia, fin dall’inizio di aprile, è in corso una rassegna di appuntamenti, gli “Eventi in Rosa”, che coinvolgono soprattutto il centro storico, dove le vetrine degli esercizi sono tutte colorate di rosa, grazie all’organizzazione degli esercenti, con la collaborazione dell’Associazione Commercianti di Fossano.
La tappa Novara-Fossano lambirà anche altre aree turisticamente interessanti come Alba, riconosciuta città Creativa Unesco per la Gastronomia e anche i paesaggi vitivinicoli di Langhe, Roero e Monferrato da 10 anni inseriti nella lista patrimonio Unesco. Proseguirà poi attraversando Cinzano, alla volta di Pollenzo, frazione di Bra, un’oasi tra storia e gusto, e approdando a Cherasco: un passato illustre e importante l’ha resa protagonista per secoli, a partire dall’autunno del 1243, testimoniata oggi da palazzi nobiliari, torri medievali e chiese barocche. Due grandi archi, quello secentesco del Belvedere e quello in posizione diametralmente opposta settecentesco di Narzole, racchiudono un centro storico a pianta quadrata con due grandi contrade che si intersecano perpendicolarmente dividendo la città in quattro quartieri.
La carovana rosa proseguirà poi in direzione di Salmour, piccolo comune in cui colori e sapori della terra, insieme a paesaggio e tradizioni del territorio fanno da cornice al buon vivere in questa Granda. Tappa finale dei 165 chilometri e 750 metri di dislivello Fossano, pronta ad accogliere i corridori mettendo in campo il gusto e l’eccellenza dei suoi prodotti gastronomici, biglietto da visita di un’ospitalità davvero indimenticabile.
Non si può trascurare infine che Fossano è conosciuta per la carne di qualità, l’arte dolciaria e l’importante tradizione agricola, e tra gli eventi, occorre rimarcare che a giugno la città ospita la Giostra dell’Oca – Palio dei Borghi, rievocazione storica che ricorda la festa organizzata nel 1585 in onore del duca Carlo Emanuele I di Savoia, di ritorno dalla Spagna con la sua sposa, Caterina d’Asburgo. Una manifestazione che coinvolge centinaia di fossanesi in costume rinascimentale e richiama ogni anno un folto pubblico, oramai sempre più internazionale.

Articolo a cura di Luis Cabasés