Gallo: “Sul Tenda Bis l’Anas faccia chiarezza…”

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Riceviamo e pubblichiamo

«Nessuno ancora ha ufficialmente detto che i lavori per il Tenda bis non finiranno tra tre mesi come preannunciato, ma slitteranno a settembre, che già si alzano nuove ombre sulla vera data di fine cantiere. Non è possibile. Chiedo che l’Anas faccia chiarezza una volta per tutte: non per dare via a una caccia alle streghe, ma per offrire certezze a un territorio che da quasi quattro anni vive in un limbo che sembra eterno». Marco Gallo, sindaco di Busca e candidato al consiglio regionale del Piemonte, interviene sul caso del traforo bis del Tenda dopo l’ultimo allarme sollevato da Sebastien Olharan, sindaco di Breil sur Roya, al termine di un sopralluogo nel cantiere a cavallo tra Italia e Francia insieme con i colleghi Riberi di Limone e Vassallo di Tenda. «Non sono un ingegnere, ma dopo il confronto con più tecnici, mi sono convinto che il nuovo tunnel non potrà finire nel 2024. Non sarà consegnato prima della primavera 2025» ha scritto sui social l’amministratore francese.

Marco Gallo concorda con il sindaco di Breil quando dice che occorre dire la verità alla gente. «Il cantiere per il Tenda bis è partito undici anni fa. Poi l’alluvione del 2020 ha complicato ancora di più le cose, ma quattro inverni che rischiano di diventare cinque senza una strada che unisca la valle Vermenagna e la valle Roya sono davvero un prezzo troppo alto da pagare per una comunità che è fortemente penalizzata sul piano economico dall’interruzione del collegamento internazionale. Quelle due valli vivono del passaggio. Ecco perché bisogna una volta per tutte fare chiarezza. Lo chiedo all’Anas che è l’ente competente. Ma credo serva l’impegno di tutti per far diventare il Tenda un caso nazionale come è accaduto per l’autostrada Asti-Cuneo. Sì, ha ragione il sindaco di Breil, bisogna battere i pugni sul tavolo. Altrimenti la valle Vermenagna rischia di fare la fine di Sagunto, espugnata mentre a Roma si discuteva. Serve una differenza nel fare».

Marco Gallo ha indicato le infrastrutture come una delle sei carte per il futuro del Cuneese nel suo programma di candidato alla Regione: «Sono il tallone d’Achille della nostra provincia. Il filo comune è sempre lo stesso: i ritardi. Serve un cambio di passo non solo sul Tenda ma anche per altre opere attese da tempo come le varianti di Demonte e Mondovì. Pure in campo ferroviario, a cominciare dal raddoppio della Cuneo-Fossano. E bisogna ridurre anche il digital divide, accelerando gli investimenti sulla banda larga per connettere tutte le aree della provincia. Non possiamo rimanere indietro anche sulle autostrade digitali».