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«L’area riformista può compattarsi in una federazione»

Il presidente provinciale di Italia Viva Cuneo, Francesco Hellmann: «Il lavoro degli ultimi mesi è stato impegnativo, ma anche molto gratificante. Sta aumentando la voglia di partecipare»

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Prosegue il viaggio di Rivista IDEA nella provincia Granda per tastare il polso di partiti e candidati in vista dell’importante tornata elettorale del prossimo mese di giugno. Prendendo le mosse dal confronto pubblico che Italia Viva ha organizzato a Cuneo con l’onorevole Luigi Marattin, abbiamo intervistato il presidente provinciale di Italia Viva Cuneo, l’avvocato Francesco Hel­lmann. Con lui abbiamo di­scusso appunto dello stato di salute del partito, dei suoi programmi e delle sue aspettative in vista delle elezioni e – in generale – del futuro del Piemonte e del Cuneese.

Presidente, lo scorso 15 febbraio si è tenuto, presso l’Auditorium Varco, un importante incontro con il deputato Marattin. Che occasione è stata?
«È stato un incontro voluto fortemente dallo stesso Marattin, che sin dalla sua elezione in Parlamento ha cercato di mantenere un rapporto diretto con il territorio. Il suo intervento è stato finalizzato a fare il punto della situazione in vista degli appuntamenti elettorali che ci attendono nei prossimi mesi. È stato un confronto molto interessante, sia per il contenuto sia per il dibattito aperto che si è generato. Erano presenti diverse personalità politiche, tra cui il presidente della Provincia Luca Robaldo, alcuni sindaci e candidati sindaci. È stata insomma l’occasione per riunire quella parte riformista e liberale che si trova nei vari partiti e nelle varie aree».

Quali sono stati i principali spunti di riflessione offerti dalla serata?
«Innanzitutto si è parlato delle criticità di cui soffre la nostra provincia, dall’isolamento per i trasporti – che mancano – alla sanità. Si è discusso di come, a livello nazionale, si stia andando sempre più verso una privatizzazione della stessa, ma anche dei problemi che possono derivare dall’intelligenza artificiale. Da un punto di vista più strettamente politico è emersa invece l’idea di cercare di federare i partiti che si riconoscono in un’unica area».

L’appuntamento di Cuneo si inseriva, come detto, nel percorso di avvicinamento alle elezioni. Come sta il vostro partito?

«Da ottobre ci siamo dati un’organizzazione più chiara, in seguito alle elezioni del presidente regionale – la senatrice Silvia Fregolent – e dei vari presidenti provinciali. Ci si è dati una nuova struttura, anche con i coordinamenti a livello territoriale (Cuneo, Fossano, Bra, Saluzzo, Alba), che ci permettono di essere più attivi».

Quali sono le vostre aspettative in vista delle Comunali?

«L’idea è di non avere dei nostri candidati, ma di allearci con quella che riteniamo – nei singoli comuni, in particolare per quanto riguarda le quattro grandi sorelle che andranno al voto – la soluzione più vicina a noi. Su Alba siamo ancora in una fase di studio, mentre a Bra andremo a sostenere l’attuale sindaco di centrosinistra (Gianni Fogliato, ndr). A Fossano appoggeremo il candidato Francesco Balocco in un progetto civico, invece a Saluzzo abbiamo deciso di sostenere la coalizione di “Insieme si può”, che guarda anch’essa al centrosinistra».

In vista delle Regionali, invece, qual è la vostra posizione dopo che Federico Borgna ha allontanato l’ipotesi di una sua candidatura?

«Ci sono ora tre opzioni. La prima è correre da soli, sulla quale personalmente ho delle riserve, visto che con l’attuale sistema elettorale rischieremmo di avere una percentuale molto bassa. Ci sarebbero poi il centrosinistra – sulle cui intenzioni però sappiamo ancora poco – e l’attuale presidente Cirio, persona certamente moderata, ma sui cui alleati abbiamo qualche perplessità. Se da parte del centrosinistra ci fosse una riapertura ad una figura che allarghi un po’ il campo, ci penseremmo. Siamo ancora in attesa, dunque».

Quali crede debbano essere le principali priorità per la Regione Piemonte?

«Un aspetto fondamentale è quello relativo ai trasporti, sia per la provincia – penso al Colle di Tenda e all’Asti-Cuneo – che per il Piemonte in generale. Un altro tema caldo è quello della sanità. Da questo punto di vista riteniamo che negli ultimi anni non si sia lavorato in maniera egregia e quindi auspichiamo un cambio di passo importante. C’è poi ora in primo piano la rilevante questione agricola. In generale ho notato che gli esponenti della Regione sono molto attivi sul territorio, questo è sicuramente un dato di merito, ma l’attività dell’amministratore richiede anche altro».

La provincia di Cuneo si è segnalata negli anni come una vera eccellenza dal punto di vista imprenditoriale. Cosa vede nel futuro della Granda?
«La Granda ha tenuto botta durante l’emergenza dettata dal Covid. I titolari delle piccole e medie imprese lavorano benissimo e sono quindi riusciti a far fronte anche alle numerose difficoltà emerse in quel periodo. Da un punto di vista amministrativo, va detto che la Provincia ha poteri e risorse economiche oggettivamente limitati, ma la politica può comunque cercare di aiutare imprese e lavoratori a continuare in questa fase di espansione e crescita, a sfruttare questo momento, senza creare troppi vincoli».

Da qualche mese ha assunto la carica di presidente provinciale di Italia Viva. Qual è al momento il bilancio personale di questa esperienza?
«Sono stati sicuramente mesi intensi. È però stimolante e interessante vedere come pian piano stia aumentando la voglia di partecipazione. Questo dimostra che – con il prezioso supporto della mia squadra di collaboratori – stiamo lavorando nella direzione giusta e ovviamente si crea entusiasmo. Stiamo conducendo un lavoro impegnativo ma altrettanto gratificante».

Articolo a cura di Domenico Abbondandolo

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