Lupi e altri “selvatici”: in molti alla serata indetta per parlarne con gli esperti

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Ottima partecipazione di pubblico e contenuti “alti”, per la serata dal titolo “Attenti al lupo!” organizzata giovedì scorso dai Comuni di Castagnito, Castellinaldo d’Alba, Guarene, Magliano Alfieri e Vezza d’Alba, in collaborazione con la locale biblioteca civica, il servizio veterinario dell’Asl Cn2 di Alba-Bra ed il progetto transfrontaliero Progetto LifeWolfAlp Eu.

L’evento si è svolto presso il teatro civico castagnitese: coinvolgendo la popolazione del territorio, a a partire dai sindaci, e coinvolgendo altresì le Forze dell’Ordine, gli esponenti del mondo agricolo, della caccia e della tutela ambientale. Obiettivo dell’assemblea, fortemente voluta dal sindaco Carlo Porro: fare chiarezza e buona informazione a fronte della sempre più significativa presenza di animali selvatici sul territorio, con conseguenti rischi in fatto di sicurezza e viabilità, la popolazione è invitata ad un evento informativo su questo tema di sicura importanza.

Lo stesso primo cittadino “padrone di casa” ha agito nelle vesti di moderatore: «E’ nostro compito operare nel segno della Collaborazione e della più completa informazione, perché spesso le notizie vengono travisate o male interpretate tra i mezzi di comunicazione. Bisogna rammentare che il ruolo dei sindaci è anche quello di autorità sanitaria, quindi pensiamo che eventi come questo rientrino appieno nell’argomento. Abbiamo colto l’occasione per fare sinergia tra istituzioni, e buona informazione: oltre a questa serata, è stata predisposta insieme agli altri enti una serie materiali appositi, che verrà distribuiti tra i cittadini, e anche nelle scuole».

Marta De Biaggi, esponente di “Life Wolfsalp Eu”, ha innanzitutto tracciato le coordinate istituzionali del proprio ente: «E’ un piano che nasce da un partenariato “altissimo” tra quattro nazioni, dal momento che stiamo parlando di una specie estremamente “mobile”.
In primo luogo, lavoriamo sulla mappatura della specie, e sul rapporto tra il lupo “grande carnivoro” e l’essere umano, con i problemi che possono nascere da questo rapporto: ma anche sull’appeal ecoturistico che proprio il lupo può avere»
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Così, poi, entrando nel cuore della questione-cardine della serata: «Strade e infrastrutture determinano una frammentazione dell’habitat, e proprio ciò può determinare incidenti. È un serio problema, che nasce dalla sempre maggiore densità sia del traffico veicolare, sia delle specie selvatiche. Questi incontri possono essere utili per fornire informazioni utili in fatto di prevenzione. L’attenzione va posta soprattutto nelle ore crepuscolari, e all’alba, ore in cui c’è meno visibilità ed in cui gli animali si spostano con maggiore frequenza. In caso di investimento, è opportuno mantenere la calma ed avvisare le Forze dell’Ordine: è bene non “inventarsi” veterinari, l’animale non vuole il nostro aiuto».

Stiamo parlando di una specie particolare: «Il lupo è passato da “animale nocivo”, che si è estinto al termine di una persecuzione indiscriminata durata secoli, a “specie protetta” che è tornata tutta da sola».

Altri consigli utili, da parte della De Biaggi: «Attenzione a “comprare” un animale selvatico con un pezzo di pane: perché si innesca l’abituazione, e non si favorisce l’allontanamento. Utilissime poi, per gli enti, le fototrappole per potenziare il monitoraggio».

Il sindaco Porro è intervenuto per aggiungere: «E’ utilissimo capire “cosa fare” e “cosa non fare”. E voglio approfittare dell’occasione per fare un cenno sul tema dell’abbandono dei rifiuti: al di là del decoro e dell’ambiente, si crea anche una componente di rischio di questo genere. Stiamo parlando, del resto, di un problema che sta riguardando tutti i nostri Comuni, e che va anche al di là del rapporto con gli animali selvatici. Occorre una nuova consapevolezza».

A parlare è stato poi Ettore Chiavassa, vice presidente di Canale Ecologia Odv: «Il Roero si sviluppa su una superficie di 417 Km quadrati. La percezione è che siamo assediati dai lupi, ma dobbiamo capire che sono sempre gli stessi, ma che di muovono molto rapidamente, su un “loro” territorio ben definito e marcato. È difficile pensare ad un loro aumento. Il monitoraggio che stiamo compiendo è utile per comprendere i “numeri”, ma anche la natura degli incidenti, e pure il bracconaggio. A differenza del cane, il lupo sembra sappia sempre dove andare: ha la sua logica, il suo sentiero, la propria direzione, non ha tempi ed energie da perdere. E, soprattutto, le famiglie “segnano” i propri confini».

Alcuni dati “di cuore”, con un riferimento particolare, nel Roero, al “rettilineo della morte” tra Sommariva Perno e Ceresole, dove sono stati uccisi anche alcuni esemplari “alfa”: «Chi intendesse eliminare tutti i lupi, a livello di autorità, se ne dovrebbe prendere anche la responsabilità: perché il lupo ha la capacità di riequilibrare la fauna, si pensi ad esempio ai danni causati dai caprioli, o dall’aumento di numero dei cinghiali, cui nemmeno i lupi riuscirebbero a fare fronte».
Poi, prima del nutrito dibattito in sala, c’è stato l’intervento di Giovanni Ercole del Servizio Veterinario dell’Asl CN2 di Alba-Bra, che ha condiviso l’organizzazione della serata con Porro sin dalle prime battute: «Il lupo è un atleta cui non interessa fare record. E, come dice in vecchio proverbio indiano, “ciò che si teme, si distrugge”. In Italia, nell’ultimo anno, sono stati registrati 1.391 incidenti causati da animali selvatici, in un caso in Piemonte addirittura mortale.
C’è il principio, numerico e qualitativo, del cosiddetto “One Health”, per cui la salute umana è in stretta correlazione con quella della fauna selvatica e domestica, e con quella invece dell’ambiente.
144 malattie sono state causate dai selvatici: e per questo esiste un piano regionale di controllo di questa tipologia, e qui agisce anche il servizio veterinario»
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Non è mancato un cenno al tema, attualissimo, della peste suina per cui le autorità competenti ammettono di essere in grave difficoltà. «Nella nostra area-focolaio, che tocca Astigiano e Langa, ci sono più suini che persone, è il 3% del Pil a livello locale. Il che è un danno economico notevole, che tocca anche l’indotto, compresa l’industria dei mangimifici. Bisogna comunque ricordare che non colpisce l’uomo. Uccide suini e cinghiali, ma la carne e gli insaccati sono invece “sicuri”».