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Associazione Vinaioli, un’evoluzione “storica” e coinvolgente

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Svolta storica per la “Castellinaldo enoica”: la seconda in pochi anni, dopo quel 21 agosto 2021 in cui, sulla Gazzetta Ufficiale della Repubblica, fu pubblicato il decreto del Ministero delle politiche agricole, alimentari e forestali il quale ufficializzò la sottozona “Castellinaldo” nell’ambito del disciplinare di produzione dei vini a Doc Barbera d’Alba, ufficializzando l’ottenimento della sottozona “Castellinaldo”.

Molto era stato fatto sino a quel momento, anche grazie all’impulso del sindaco che nel 2016 aveva avviato non solo formalmente la pratica (Roberto Costa, poi presidente dell’associazione Vinaioli di Castellinaldo dopo i suoi mandati di primo cittadino: e anche primo fautore, tra le tante cose, del ritorno al suffisso “d’Alba nella denominazione del paese), degli amministratori che a lui si sono succeduti, con un pensiero particolare a Giovanni Molino, che sta concludendo la sua seconda consiliatura con indosso la fascia tricolore. E, non da ultimo, con la spinta umana, sociale e professionale proprio dei Vinaioli: che, ora, hanno annunciato una novità che è quasi epocale.

Non saranno più “di Castellinaldo” ma “del Castellinaldo”: rappresentando così, coinvolgendoli, tutti i produttivi dei sette Comuni che costituiscono la sottozona. Castellinaldo d’Alba sì: ma anche Vezza d’Alba, Canale, Priocca, Magliano Alfieri, Castagnito e Guarene, per un totale di sette paesi che -a norma di Discipinare di produzione- hanno le caratteristiche colturali e ambientali per produrre questo vino davvero peculiare.

In fondo, stiamo parlando di un prodotto dalla storia ultrasecolare: dal 1899 perlomeno, anno acclarato in cui i Marchesi Faussone di Clavesana furono tra i primi a metterlo in bottiglia e fregiarlo di etichette con nome “ad hoc”, passando poi per quel 1992, quando i Vinaioli scelsero di costituirsi in associazione. Dall’epopea del campionato europeo delle “bocce quadre” ai tanti rapporti con la Cina e l’Estremo Oriente in generale, ma anche le suggestioni della “Strada del Barbera”, vera e propria rete di percorsi volta a coniugare viticoltura, ambiente, vita all’aria aperta (autentico asso nella manica, potenziale, per tutto il Roero) e anche arte, in un percorso corale tra i paesi vocati alla produzione del Castellinaldo Doc.

E poi c’è il presente, ma pure il futuro: in un anno solare che, dopo l’insediamento del nuovo direttivo capitanato da Luca Morra, ha confermato i successi di “Barbis”, ormai più che un punto di riferimento in fatto di eventi enogastronomici per la Sinistra Tanaro e l’Albese, attorno al Castello. Di rilevo anche la partecipazione associativa all’iniziativa “Rosso Barbera” presso il Castello di Costigliole d’Asti, il passaggio in Consiglio Regionale a Palazzo Lascaris a Torino, e anche una serie di utili confronti tra i vigneron, trasfigurata in una speciale degustazione alla cieca dei “Castellinaldo Barbera d’Alba” 2021 e 2020 delle aziende produttrici, con gli enologi Gianfranco Cordero ed Ermanno Cordero.

Ora, l’allargamento che non è solo questione numerica: è soprattutto coesione, e consapevolezza che gli sforzi del lavoro che apre l’ideale sentiero tra il filare e il bicchiere possono dare grandi frutti.

Avanti Castellinaldo (d’Alba): avanti, Roero!

BaNNER
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