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«L’economia cuneese continua a girare attorno al lavoro»

Mariano Costamagna, presidente di Confindustria Cuneo: «Il tasso di disoccupazione supera appena il 3%»

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Un anno di Confin­dustria. Un anno di sfide, successi e progetti che hanno messo basi nel 2023 e troveranno realizzazione nel 2024. Ma come sta l’industria nel Cuneese? Quali sono le prospettive, i sogni ancora da realizzare? Ne parliamo con il presidente di Confin­du­stria Cuneo Mariano Costa­ma­gna, cheraschese, e già vicepresidente sotto la guida di Mauro Gola, fondatore e titolare di grandi aziende mol­te delle quali operano nella ma­nifattura e nell’agroalimentare.

Presidente, tracciamo un bi­lancio dell’anno appena trascorso. Qual è lo stato di salute dell’industria nella pro­vincia cuneese?
«Il 2023 è stato un anno di rinascita, con aspettative che si sono un po’ affievolite durante il corso dell’anno anche a causa delle tensioni geopolitiche, delle guerre, dell’aumento dei tassi di inflazione. Fattori di instabilità che hanno influenzato il mondo della piccola e media imprenditoria che vuole guardare avanti. La nostra manifattura ha retto, il turismo ha dato grandi risultati, anche se preoccupa un po’ la carenza di personale nei vari settori, dal laureato alla manodopera semplice. La provincia di Cuneo ha poco più di 500mila abitanti, pochi rispetto alle dimensioni del territorio. Il tasso di disoccupazione è di poco superiore 3%, ciò significa che oltre il 95% della popolazione è occupata e ha voglia di esserlo: il lavoro è il fulcro della nostra economia».

Il presidente Mattarella, nel corso di una visita ad Alba ha dichiarato che la Provincia Granda è un serbatoio di valori morali, di esempi di impegno civico e di passione civile. Cosa differenzia il cuneese dalle altre province produttive del Piemonte e dell’Italia?
«Il Cuneese ha caratteristiche peculiari, difficili da eguagliare. Una propensione all’iniziativa privata e imprenditoriale tra le prime in Italia, un rigore sabaudo nel mantenere gli impegni, nel rispetto delle leggi, un’alta considerazione dei propri collaboratori che sono la più grande risorsa di un’a­zienda. Persone con voglia di fare, capacità e inventiva rari. Abbiamo tante piccole e medie imprese, una differenziazione merceologica che permette di mantenere stabilità economica. L’imprenditore cuneese, lo sto imparando in questo mio nuovo ruolo, è molto focalizzato sul lavoro e sul rigore. Possediamo quei valori fondamentali che ci hanno trasmesso i nostri avi e che ci portano a focalizzarci sul lavoro coinvolgendo tutti, nessuno escluso. Forse anche a causa di un certo isolamento, abbiamo sempre dovuto fare “il fuoco con la legna che avevamo”. Ci siamo sempre dati da fare, insomma».

Quali sono le sfide più prossime che dovranno essere af­frontate per rendere ancor più competitivo il tessuto im­prenditoriale del territorio?

«Sembra retorico ma le infrastrutture sono un po’ lo svantaggio di fondo del nostro territorio. Ci troviamo in un angolo del Paese, in un territorio geograficamente ampio, tra le montagne, e con collegamenti difficili, ma io sono fiducioso. Senza una logistica ben strutturata è difficile raggiungere i mercati a costi competitivi e con i tempi che oggi richiede la logistica moderna. Bisogna perciò continuare a insistere per dotarci di infrastrutture all’altezza, fondamentali per lo sviluppo. Ci vuole la forza lavoro, ci vuole voglia di lavorare – e quella gli imprenditori ce l’hanno tutta – ma ci vuole anche un’infrastruttura che ti possa permettere di essere competitivo sul mercato».

E gli obiettivi che si pone per l’anno in arrivo e quelli a venire?

«Guardare avanti. Ho accettato questo incarico perché ho avuto la fortuna di fare tante cose e incontrare tante belle persone e ora voglio mettere la mia esperienza al servizio degli altri. Restituire al territorio ciò che ho ricevuto sen­za risparmio di forze. Come Confindustria Cuneo, già al termine del 2023, abbiamo posto le basi per la creazione di una Fondazione degli im­prenditori per il lavoro che mira a unire tutti gli imprenditori del territorio. Il lavoro è la cosa più importante per l’imprenditore, senza di esso non c’è creazione di valore e quindi di benessere. In questi mesi abbiamo fatto valutazioni e consultato gli esperti e contiamo di essere operativi già nei primi mesi del 2024, ne sentirete presto parlare».

Parliamo di politiche industriali: cosa manca al nostro Paese per essere traghettato nella modernità che si merita? E al Cuneese cosa “man­ca” per essere riconosciuto a livello europeo e mondiale.
«Il nostro Paese fa fatica a elaborare una politica industriale degna di questo nome: la vicenda superbonus lo dimostra mentre il nostro deficit pubblico continua ad aumentare pericolosamente. Con­fin­dustria in questo senso può svolgere un ruolo molto im­portante. Siamo il secondo Paese manifatturiero d’Eu­ropa: la politica deve mettere gli imprenditori che hanno voglia di fare in condizione di investire in prodotti nuovi, nuovi mercati, in novità. Bisogna che “la politica ci segua e ci coinvolga”, nel rispetto dei propri ruoli di rappresentanza».

Quale potrà essere il ruolo di Confindustria Cuneo in questo scenario? Si sente fiducioso?
«Mi sento ottimista così come molti colleghi che, seppur in un momento di incertezza, vedono il bicchiere mezzo pieno e vogliono riempire l’altra metà di buone idee, buoni propositi con tanta voglia di fare. Questo è fondamentale e credo che Confindustria Cu­neo abbia tutte le caratteristiche per aiutare gli imprenditori a ritrovare stimoli e il desiderio di crescita. Siamo visti come un punto di riferimento importante: nel 2023 abbiamo accolto 80 nuove aziende arrivando ad associarne 1.208, una grande soddisfazione per me e per i miei predecessori, aver creato questa “casa delle imprese” che ormai è un porto sicuro per le aziende della provincia. Il nostro ruolo, il ruolo di Confindustria Cuneo, deve essere quello di fornire un servizio specializzato capace di sostenere e informare – senza secondi fini – sulle novità del settore e sulla normativa in continuo cambiamento, permettendo all’imprenditore di focalizzarsi sul proprio prodotto e fare bene il suo lavoro».

È nata la Fondazione Industriali Cuneo «Perchè il bene di uno sia il bene di tutti»

Per la prima volta, gli imprenditori di Cuneo si uniscono in un progetto ambizioso ed unico incentrato sui temi del lavoro che darà vita ad azioni concrete, per migliorare il benessere di chi lavora e aiutare chi si trova in una condizione svantaggiata. Il presidente Costamagna ha annunciato sul palco del teatro Toselli, prima dello spettacolo “Up&Down” la nascita della Fondazione degli Industriali di Cuneo. Nel corso dell’evento il direttore generale Giuliana Cirio e il presentatore dell’evento, Luca Pettavino, dipendente di Confindustria Cuneo, hanno svelato il logo della Fondazione: un abbraccio che rappresenta la «convinzione che il bene di uno sia il bene di tutti, il ruolo dell’imprenditore, strettamente collegato a quello della sua forza lavoro e della società che lo circonda». Tra i primi obiettivi, azioni per il benessere e l’inclusione sociale, per il sostegno alle politiche del lavoro e la cultura d’impresa, partendo dai passi necessari per reperire potenziali lavoratori nelle categorie svantaggiate di immigrati e rifugiati e intervenendo sul disequilibrio tra domanda e offerta di lavoro, ma lo sguardo va ancora oltre.

BaNNER
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