Alle Cantine Serafino nasce il progetto Pinot Meunier con Regione e scuola enologica

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Un progetto sperimentale per l’ottenimento dell’iscrizione della varietà “Pinot Meunier” al catalogo viticolo regionale del Piemonte”. E’ questa la proposta della storica Cantina Enrico Serafino di Canale: che, nella propria sede di Canale, ha messo “nero su bianco” l’iniziativa alla presenza dell’Assessore regionale Marco Protopapa e dell’Istituto di Istruzione Superiore “Umberto I” di Alba rappresentato della dirigente scolastica Antonella Germini, oltre che del funzionario regionale Ansrea Cellino, il professor Emanuele Fenocchio e il dottor Gianni Malerba.

Si tratta di un progetto “di lungo periodo”, fortemente voluto da Kyle Krause, proprietario di Enrico Serafino, da sempre impegnato nella comunità locale. Infatti, l’investimento sarà interamente sostenuto dall’azienda che si farà anche carico di tutte le attività, dalla progettazione del vigneto sperimentale sino al risultato finale che sarà poi disponibile per tutti i viticoltori piemontesi. Ciò, coinvolgendo proprio gli enti così ufficialmente presenti al vernissage: la Regione stessa in quanto titolare delle competenze per quanto riguarda il catalogo viticolo, e la scuola enologica albese in qualità di istituzione certificata di ricerca per la conduzione delle microvinificazioni sperimentali.

«Il Pinot Meunier è una delle varietà più utilizzate per la produzione di spumanti metodo classico a livello mondiale ma attualmente vietata in Piemonte. Anche alla luce dello sviluppo della denominazione Alta Langa docg, riservata esclusivamente al metodo classico, ci sembra importante dare alla nostra regione un’ulteriore opportunità di sviluppo». Così si è espresso Nico Conta, presidente della cantina canalese, la prima ad esportare vino oltreoceano agli albori della grande vitivinicoltura pedemontana e roerina: e che, come in un circolo inatteso, ma virtuoso, da alcuni anni si trova con un patron yankee. E attento ad un territorio Albese in profonda evoluzione: c’è da imparare, e da riflettere, su questi elementi.

“Lungo periodo”, dicevamo: e sì che si procederà per fasi, esplicate proprio da Cellino. L’iter si compone della raccolta dei dati sperimentali per almeno tre campagne agrarie, seguita dalla validazione anche attraverso il tavolo vitivinicolo regionale. Al termine di questa prima fase potrà avvenire l’iscrizione “in osservazione” che da inizio all’impianto di vigneti in scala maggiore, comunque, sempre soggetti a valutazione scientifico-sperimentale. Due i siti d’origine dei vigneti legati al progetto: uno ad Alba, ed un altro a Cerretto Langhe.

La proprietà ha avuto modo di aggiungere: «La cantina, produttrice di metodo classico dal 1878, ha sempre avuto uno spirito pionieristico e innovatore, come dimostra la sua partecipazione nel lontano 1994 al progetto sperimentale Alta Langa. Oggi, dopo anni di successi della docg, è giunto il momento di rinnovare questa filosofia di approccio che rifugge la semplificazione, da sempre il più grande nemico dell’eccellenza».

Protopapa è stato chiaro, di fronte a questo stimolo coraggioso, pionieristico, e denso di impegno: «Siamo abituati a stare tranquilli, a stare comodi perché sembra la via migliore. Ma questa non è la filosofia dell’azienda che ha nuove idee e azzardi, che è innovativa e vuole vedere se si può aprire una nuova strada. La Regione condivide questa visione di miglioramento continuo».

Dritto al cuore, poi, il pensiero della Germini, giustamente orgogliosa della sua missione: ossia, «emancipare i vignaioli da quel secolare empirismo che è nemico di ogni progresso, di cui una delle espressioni più evidenti è l’attività di ricerca applicata».

Del resto, la gloriosa Cantina canaleseha fatto proprio lo spirito della ricerca della complessità applicandolo costantemente nel corso della sua storia: non solo si è fatta promotrice di molte innovazioni che vanno dal primo Pas Dosé della denominazione, lo Zero 2004, sino alla prima cuvée ad Affinamento Estremo, lo Zero 140 annata 2005, ma ha rivolto lo sguardo al miglioramento continuo con una visione di insieme invece che focalizzarsi su un unico elemento. «Di qui -ha puntualizzato Conta- la scelta di operare su oltre 50 parcelle in 41 vigneti di 16 comuni differenti. La distanza tra le parcelle è di 58 km nella direttrice Est-Ovest e 28 km in quella Nord-sud con una differenza altimetrica di 400 metri. Questa variabilità permette di ottenere uve diverse tra loro ma sempre complementari per la definizione ed esaltazione delle proprie nove cuvée Metodo Classico».