L’amore di Scorsese per il cinema non finisce mai

Il 17 novembre compie 81 anni il regista italoamericano reduce dal successo di “Killers of the Flower Moon” e con un altro film pronto

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Tra meno di due settimane, il 17 novembre, taglierà il traguardo de­gli 81 anni. Ma Martin Scorsese non ha intenzione di mettersi da parte, nonostante l’età. Anche perché il suo ultimo film, “Killers of the Flower Moon”, con protagonisti Leonardo DiCa­prio, Lily Gladstone e Robert De Niro coinvolti in una storia di violenza e cupidigia nel­le riserve dei nativi americani, ha riscosso ancora una volta un grande successo. E lui, il regista di origini italiane, ha spiegato come na­sce ogni volta la “scintilla”: «Io arrivo a una storia o ne vengo attratto attraverso le altre persone». Una precisazione fatta per distinguere il suo lavoro da quello del collega Quentin Tarantino, da lui definito «scrittore» più che regista. «Sono ancora curioso di tutto, e se qualcosa m’incuriosisce di certo troverò il modo di raccontarla, troverò il modo per farci un film, ma per me è fondamentale».

E per ribadire il concetto, ecco già pronto un nuovo progetto: “The Movie Cri­tic”, storia di un giovane giornalista che scrive di ci­nema per una rivista pornografica degli anni Settanta. Al suo 26esimo film con “Killers of the Flower Mo­on” (senza contare i documentari, episodi televisivi, corti e altri progetti che ha diretto), Martin Scorsese do­vrebbe inoltre lavorare a breve anche per una biopic sulla rockband Grateful De­ad, e poi “The Wager” dedicato al famoso ammutinamento del 1700 oltre a all’adattamento del romanzo di Marylinne Robinson, “Ho­me”.
«Sto cercando di mantenere viva l’idea che il cinema sia una forma d’arte, molti pensano che sia relegata al XX secolo, invece andrebbe sempre presa sul serio», ha detto Scorsese per confermare la sua grande passione.

Intanto l’ultimo film è ancora sulla cresta dell’onda. Tratto dall’omonimo ro­man­zo di David Grann, è incentrato su quanto accaduto in Oklahoma, nella contea di Osage agli inizi de­gli anni Venti del Nove­cento. In quel periodo furono scoperti nel­la zona diversi giacimenti di petrolio che permisero a diversi membri della tribù indiana locale di arricchirsi molto. Alcuni bianchi, desiderosi di far soldi con il petrolio, iniziarono a manipolare, estorcere e sottrarre con l’inganno i beni degli Osage. Paralle­lamente al lo­ro arrivo si verificarono una serie di omicidi tra i cittadini più facoltosi della tribù. Essendo i morti tutti proprietari, l’Fbi decide di aprire un’indagine sui decessi so­spetti. Il ranger Tom White (Jesse Plemons) viene incaricato di indagare sul caso e scovare il killer autore di questi omicidi. Nelle indagini interviene an­che Ernest Burkhart (Leo­nardo DiCa­prio), giovane reduce della Grande Guerra, sposato con l’indiana Mollie (Lily Glad­stone). Per Scor­sese, una nuova incursione nel cinema di genere, cuore di tenebra dell’essere umano e dell’America, precedentemente esplorato in una ridda di opere magistrali come “The wolf of Wall Street”, “Quei bravi ragazzi”, “Toro scatenato” o “The irish­man”, autentici capolavori che in gran parte è possibile recuperare sulle piattaforme streaming.