«Guardo i monti e sento la vita che ci contagia»

Il nostro giornale e la campionessa Stefania Belmondo ancora insieme per la promozione della provincia di Cuneo: «Un orgoglio. Mamma, figlia e Carabiniere, vi racconto chi sono oggi. Valli della Granda? Vi lascio un’emozione per ciascuna»

0
1

Cosa significa essere del­la provincia di Cuneo? Se qualcuno, in vacanza, dovesse chiedervelo, rispondete così: essere come Stefania Belmondo. Cuneese Doc, con dieci medaglie olimpiche e tredici iridate in bacheca, è una delle fondiste più vincenti della storia. Ma prima di tutto è l’esempio di co­me lavoro, umiltà, sacrificio e tenacia possano portare a traguardi inimmaginabili. Con lo stesso spirito, tante altre donne e tanti uomini della Granda hanno saputo – e san­no tuttora – farsi largo e lasciare un segno. IDEA, da quando è nata, nel 1986, dà voce proprio a queste persone, con un obiettivo: raccontare il bello della nostra provincia. È così che, ormai diversi anni fa, abbiamo deciso di arricchire questo racconto affidandoci a un testimonial: Stefania Belmondo. La collaborazione prosegue e si rinnova, come dimostrano queste due pa­gine e le successive, in cui la campionessa di Ponte­bernardo (frazione di Pietraporzio) si racconta e sve­la le emozioni che la legano a ciascuna delle vallate cuneesi.

Stefania, felice di essere ancora testimonial delle vallate cuneesi per IDEA?
«Quando la famiglia Borsalino mi ha proposto di proseguire la collaborazione, ho accettato senza esitazioni. IDEA mi piace molto. La leggo sempre, anche nella versione digitale se capita, e consulto pure IDEAWEBTV.it».

Quali notizie segue di più?
«Trovo sempre parecchi argomenti interessanti: dalle storie delle per­so­ne al racconto dei luoghi, dallo sport agli eventi. Mi piace che si pon­ga l’accento sulle tante eccellenze che abbiamo, oltre che sul­l’in­traprendenza che ci carat­teriz­za. Penso alle eccellenze paesaggistiche, ma anche a quelle dell’enogastronomia, dell’im­pren­ditoria e del mondo sportivo. È una provincia “Granda” a tutti gli effetti».

Ne è quindi fiera testimonial?
«Sì. Sono orgogliosa di essere cu­neese e di rappresentare questa pro­vincia, con le sue montagne, i suoi colli, le sue colline, i suoi prodotti, le sue feste, la sua gente. Io qui sono nata e cresciuta, anche come atleta».

Come descrive la Granda a chi non la conosce?
«Bastano poche parole e vengo su­bito interrotta: “Ma certo! La conosciamo. I grandi vini, i cibi di qualità, le Langhe, il Monviso…”».

Adesso parliamo di lei. Come sta trascorrendo l’estate?
«Sono impegnata con lavoro e famiglia, tra Demonte, dove vi­vo, e Pon­tebernardo, dove abita ancora mia mamma Alda. E poi mi dedico agli hobby».

Quali sono?
«Sono troppi! Negli ultimi giorni, al pri­mo posto c’è stato il Tour de Fran­­ce in tv: uno spettacolo».

E poi?
«L’orto e il giardinaggio. Amo so­prattutto curare le rose».

Se ama il Tour, ama la bici…
«Proprio così. Quando posso, la uso pure per andare a lavoro, a Cuneo: un’oretta abbondante di pedalata all’andata e altrettanto al ritorno».

A proposito di lavoro, lei è un Carabiniere Forestale. Quali so­no le sue mansioni?
«Dopo essere stata al Nucleo In­ve­stigativo, ora lavoro all’Uf­ficio del Personale. Gestisco e organizzo le risorse umane, la lo­ro formazione, eccetera».

È sempre in ufficio?
«No, svolgo anche servizi di controllo sul territorio. Proprio in bicicletta, peraltro. Monitoriamo le aree verdi, il Parco Fluviale».

Quindi, fa anche le multe…
«Sì, se necessario. Preferisco però prevenire, puntando su dialogo ed educazione. E non lo faccio solo durante i pattugliamenti».

Cioè?
«Svolgo quest’attività di prevenzione anche nelle scuole. E mi dà grosse soddisfazioni».

Cosa dice ai ragazzi?
«Ricordo loro quanto sia fondamentale rispettare l’ambiente e pos­sedere determinati valori. Sono i valori che si imparano facendo sport e che poi servono nella vita: impegno, sacrificio, volontà, ri­spet­to di sé stessi e degli altri».

Come reagiscono gli studenti?
«Mi ascoltano con interesse. E poi, alla fine degli incontri, mi chiedono un autografo, un selfie o addirittura un abbraccio. È bellissimo».

E dei suoi ragazzi, Mathias e Lo­ren­zo, cosa ci dice?
«Ragazzi… Ormai sono grandissimi! E me lo ricordano spesso che sono molto più alti di me… Sarà un modo per coccolarmi! Battute a parte, li adoro e vivo per loro. Cer­co di donare a entrambi tutte le co­se positive che sono in me».

Ha trasmesso loro pure la passione per lo sci?
«Tutti e due, in effetti, se la cavano bene con gli sci. A Lorenzo piacciono le gare, a Mathias invece no. Vedremo. Voglio che facciano le loro scelte in autonomia. Cia­scuno ha un proprio destino ed è giusto che lo segua».

Proprio come i suoi genitori, che sono stati bravissimi ad assecondare le sue attitudini…
«Sono stati dei grandi. Con dei genitori di­versi, non avrei vinto nemmeno una gara. Loro ci sono sempre stati: prima e dopo le grandi vittorie e, soprattutto, nei momenti di difficoltà. Mi hanno insegnato lo spirito di sacrificio e pure a ri­spettare e ad aiutare gli altri».

In che modo la sostenevano?
«Le racconto un episodio: avevo 23 anni e, da alcune sere, rincasavo a mezzanotte. Papà Albino mi prese da parte e, in accordo con mamma, mi disse: “O cambi e torni a riposare come facevi prima, andando a letto alle 22,30 al massimo, oppure rischi poi di essere stanca agli allenamenti e, quindi, di non rendere in gara. Ormai sei grande e spetta a te decidere”».

Un rimprovero?
«No. Un consiglio. Lo ascoltai e fu la scelta giusta».

Suo papà purtroppo è mancato due anni fa. Pesa molto la sua assenza?
«Tantissimo. Sapeva sempre co­me tirarti su il morale e, nei lavoretti di casa, riusciva a costruire di tutto, come i miei primi sci… Man­ca davvero molto, ma è la vita e bisogna accettarlo».

La mamma vuole restare lo stesso a Pontebernardo?
«Io, mia sorella e mio fratello andiamo da lei almeno una volta a settimana e glielo diciamo di raggiungerci in “città”, magari d’inverno. Ma non c’è verso. In fondo, però, la capisco. Sono testona pure io…».

E dello sci sente la mancanza?
«Altroché. Pagherei per poter ricominciare tutto da capo. In inverno scio, faccio pure un po’ di discesa. Nelle altre stagioni vado in montagna con la bici. E intanto spero di poter tornare a commentare le gare in tv…».

Magari intervisterà la Bassino.
«Magari! Conosco Marta e conosco i suoi genitori. È bellissimo per noi cuneesi avere campionesse come lei e, guardando al ciclismo, come Elisa Balsamo».

Riguarda mai le medaglie?
«Sono in casa con me, nelle ba­cheche costruite da mio fratello. Mi danno una bella carica».

E la montagna le dà energia?
«Quando dormo a Ponte­ber­nar­do, mi alzo e guardo il sole illuminare il Monte Panieris: è la vita che nasce e ci contagia».