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«Buona la prima ma c’è ancora tanto da fare»

Stefano Alessandria di Wild Life Protection: «L’Expo della Sostenibilità ha lasciato un segno»

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Una prima volta che ha lasciato un segno importante. Molto im­portante. Sono state infatti tante le reazioni positive scaturite dalla prima edizione del­l’Expo della Sostenibilità, evento promosso sabato 22 aprile, ad Alba.

A Palazzo Mostre e Congressi sono state proposte tre tavole rotonde che hanno visto la partecipazione di alcuni tra i maggiori esponenti di riferimento del territorio, dall’ambito politico-istituzionale a quello imprenditoriale ed economico-bancario.
Nel piazzale adiacente, in parallelo, è stata proposta una vera e propria esposizione con protagonisti i partner che hanno contribuito all’evento. 
Tra gli intervenuti alle conferenze anche il ministro del­l’Ambiente e della Sicu­rezza Energetica, Gilber­to Pichetto Fratin, e i presidenti di Re­gione e Pro­vin­cia, Al­berto Cirio e Luca Robaldo.

Anche Rivista IDEA, nel ruolo di media partner, ha aderito, coordinando con la direttrice Simona Borsalino una delle conferenze in programma. Per tracciare un bilancio dell’appuntamento abbiamo intervistato Stefano Alessandria, 19enne, presidente dell’associazione che ha organizzato la rassegna, la Wild Life Protection.

Alessandria, quali sono le sue considerazioni sull’evento ap­pena concluso?

«Volevamo portare ad Alba una grande “prima volta” con l’obiettivo di ovviare a un considerevole sbilanciamento nei confronti delle tematiche ambientali. È vero che di ambiente, per fortuna, si parla ormai da tempo, ma a nostro avviso, per quanto riguarda il nostro territorio, mancava una presa di posizione salda e consistente da parte delle personalità che hanno una voce in capitolo molto importante su questo argomento. Penso in particolare a chi opera nel mondo delle istituzioni, nel settore imprenditoriale e pure in quello finanziario-bancario».

Soddisfatto, quindi?

«Sì. Penso che questa “prima volta” sia andata molto bene: siamo riusciti ad affermare un messaggio che potrà essere largamente riproposto in futuro. Siamo cioè riusciti a creare un precedente positivo in vista di qualsiasi possibile iniziativa futura sul tema ambientale».
L’Expo è anche stata un’opportunità di incontro, oltre che di confronto nell’ambito dei convegni.
«A fianco delle conferenze, in cui ciascuno ha portato la propria visione e la propria esperienza, i partner che hanno aderito, nello spazio adiacente il Palazzo Mostre e Con­gressi, hanno potuto incontrare la cittadinanza e incontrarsi tra loro. Anche per la nostra associazione, attiva ormai da sette anni ma costituitasi ufficialmente poco più di dodici mesi fa, è stata una vetrina importantissima. Ci siamo presentati in modo formale: avevamo già proposto diverse iniziative, ma mai avevamo raggiunto un livello di consenso, visibilità e compartecipazione di questo genere».

I giovani come sono stati coinvolti?

«Sono tantissimi i nostri amici e compagni che sono venuti a conoscenza dell’evento, specie tramite i social. Del resto, abbiamo investito parecchio sulla parte di promozione. Il coinvolgimento dei giovani è avvenuto soprattutto nella fase del pre-evento, con un appuntamento tra le vie della città che ha coinvolto trecento studenti. Non tantissimi, forse, ma ognuno di loro ha partecipato in maniera sentita e con motivazione, dialogando peraltro con le rispettive scuole e con le istituzioni cittadine. Ciascuno ha portato delle idee concrete: le abbiamo raccolte e affidate all’Amministrazione. Alcuni di questi ragazzi, poi, hanno anche assistito alla parte dell’Expo rivolta principalmente agli adulti, ovvero quella delle conferenze. È un aspetto significativo. Molto bello è stato pure il momento che ho vissuto, assieme a Um­berto Boffa, all’assemblea del Liceo Cocito, con oltre 500 studenti presenti».

A voi organizzatori cosa ha lasciato l’appuntamento?
«Abbiamo imparato davvero tanto; organizzare un festival su un tema così importante ti obbliga ad assumere nuovi punti di vista. Crea competenze, si costruiscono nuovi contatti e si impara a gestire budget e risorse, come quelle, ad esempio, molto significative, messe a disposizione dalla Fondazione Crc e dalla Fon­dazione Crt, senza dimenticare il supporto di Banca d’Alba e la mediazione di Autoleone per i veicoli green Cupra. Detto questo, gli spazi per migliorarsi ci sono, eccome».

Ci sarà la seconda edizione?

«La vorremmo sicuramente, e ce lo ha chiesto anche l’Am­mini­strazione Comunale, ma è ancora presto per parlarne. La volontà sicuramente è di proseguire su questa strada. Da parte nostra ci sono determinazione e ambizione. Vo­gliamo certamente “riportare” il futuro ad Alba. Proprio come è stata per la “prima volta”, a cui abbiamo lavorato senza sosta da luglio».

In attesa di Expo, in quali al­tre iniziative sarà coinvolto il vostro sodalizio?

«Come associazione, abbiamo avuto il piacere di ricevere molte richieste di informazioni da parte di tanti giovani, del territorio e non solo. Il primo passo sarà quindi accogliere nella nostra realtà tutti questi ragazzi che, come noi, hanno deciso di mettersi in gioco. Al contempo, porteremo nelle scuole di tutto il Piemonte il nostro documentario “Under­water”, disponibile anche su YouTube. E, in collaborazione con un gruppo Wwf siciliano, avvieremo il nostro primo programma di conservazione ambientale: sarà per le tartarughe marine. C’è molto da fare».