Valeria Tron presenta a Frassino il suo libro “L’Equilibrio delle lucciole”

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Secondo appuntamento della rassegna “Parole Erte” organizzata dalla Biblioteca Civica di Frassino. Sabato 8 aprile arriva Valeria Tron a presentare la sua fatica letteraria “L’Equilibrio delle Lucciole” (Salani, 2022),inserito nella prima rosa dei libri selezionati per il Premio Strega 2023, il più prestigioso premio letterario italiano.

Valeria Tron, originaria della valle Germanasca, è artista a tutto tondo: illustratrice, scrittrice, artigiana del legno e cantante (Finalista Premio Tenco), considerata la voce delle valli occitane e valdesi..

“L’Equilibrio delle Lucciole” è il suo acclamato esordio letterario.

Adelaide torna nel paese in cui è nata, un pugno di case in pietra tra le montagne aspre della Val Germanasca: una terra resistente dove si parla una lingua antica e poetica. Ad aspettarla – insieme a una bufera di neve – c’è Nanà, ultima custode di casa, novant’anni portati con tenacia. Levì, l’altro anziano che ancora vive lassù, è stato ricoverato in clinica dopo una brutta caduta. Isolate dal mondo per quattordici giorni, nel solo spazio di quel piccolo orizzonte, le due donne si prendono cura l’una dell’altra. Mentre Adelaide si adopera per essere utile a Nanà e riportare a casa Levì, l’anziana si confida, permettendole di entrare nelle case vuote da tempo e consegnandole la chiave di una stanza intima e segreta che trabocca di scatole, libri, contenitori e valigie, in cui la donna ha stipato i ricordi di molte vite, tra uomini, fiori, alberi e animali, acqua e tempo. Tuffarsi nella memoria significa avere il coraggio di inventare un altro finale e vivere oltre il tempo che ci è stato concesso, per ritrovare il luogo intimo di ognuno. La casa, la meizoun.

“La lucciola – afferma Valeria Tron – a un certo punto della sua vita, subisce una metamorfosi, proprio come accade sovente agli uomini, senza che se ne accorgano. La lucciola vive tre anni in un tumulo oscuro e poi, quando ne esce, esce solo per amare e spende i suoi quindici giorni di vita, la sua bioluminescenza, ad amare. E basta. Questo è il grande insegnamento di un animale minuscolo che, però, ha bisogno del nostro rispetto, perché per riuscire in questa sua metamorfosi, dunque per riuscire a brillare, ha bisogno di un luogo incontaminato, pulito, privo di inquinamento luminoso. Allo stesso modo, anche noi riusciamo ad uscire dal nostro tumulo e a “fare luce” solo attraverso il rispetto, ovvero in un ambiente in cui possiamo sentirci liberi di portare la nostra luce. C’è però un altro livello di lettura del titolo e della scena cui si riferisce. Negli anni ’70 Pasolini scrisse un saggio bellissimo, “La scomparsa delle lucciole”, nel quale per “lucciole” si intendevano quelle culture ancorate alla terra, preglobalizzate, delle quali l’autore lamentava la scomparsa. Quindi, forse, il mio libro è anche un modo per sottolineare la necessità di cercare un equilibro tra un mondo vorace, frettoloso e omologante come quello in cui viviamo e queste piccole culture ancora aggrappate al loro spicchio di terra.”

L’autrice dialogherà con Cristina Levet, insegnante e autrice di poesie in lingua occitana.