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Cineforum dei «Pensionati»: arriva Benigni

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Fotografie di Michele Siciliano

Continua il «cineforum» del «Circolo Pensionati» di Boves, previsto i venerdì sera sin ad inizio maggio (otto appuntamenti in tutto), all’Auditorium Borelli, con attento patrocinio comunale e supervisione tecnica del bovesano Celestino Giordano. Buona è stata la presenza di pubblico, con organizzatori soddisfatti, venerdì 17, al terzo appuntamento, quello, davvero impegnativo, di tre ore, con il, premiatissimo(«Palma d’oro» a Cannes, nel 1978), poetico, «L’albero degli zoccoli», che fece conoscere, a livello nazionale ed al grande pubblico, il grande regista bergamasco Ermanno Olmi, recentemente scomparso, novantenne, attivo nonostante malattia degenerativa che lo ha accompagnato negli ultimi anni, dalle trame lunghe, lentissime, poetiche, quanto «lente» (si pensi ad opere come «Il mestiere delle armi», dedicato alla agonia di «Giovanni delle Bande Nere», nella mantovana cornice di «Palazzo Tè», a Mantova, a «La leggenda del santo bevitore», di ambientazione parigina, a «Cantando dietro i paraventi», vicenda cinese, con cammeo dell’anziano Bud Spencer, all’ultimo «Torneranno i prati», su inverno montano durante i combattimenti della Prima Guerra Mondiale…).
«L’albero degli zoccoli» (protagonisti attori non professionisti, come amava Olmi, che fece eccezione solo per Paolo Villaggio, ne «Il segreto del bosco vecchio»), girato in bergamasco e doppiato, è diviso in quattro capitoli, anche tragici, ambienti nel mondo contadino di quelle campagne, affresco stupendo di una «civiltà» arrivata a quell’epoca, fine Ottocento (anni che si intravedono nelle vicende contingenti dei protagonisti), praticamente immutata, da tempi remoti, ancestrali…
Son state comunicate tutte le emozioni possibili, dalla commozione sin alla disperazione, nei quattro episodi con protagoniste le famiglie che dividono una cascina, con le giornate scandite dal sole, dalla natura, dal succedersi delle stagione, dalle attività nei campi e nella stalla, con una profonda religiosità cristiana in cui sopravvivono ricordi di precedenti, antichissime, credenze…  È stretta al cuore, ed allo stomaco, soprattutto per chi, più o meno giovanile, in questo tipo di società, ormai completamente scomparsa, grossomodo uguale anche alle pendici della Bisalta, ha vissuto, almeno, la sua infanzia…
Le quattro famiglie protagoniste dividono, da «mezzadri», una cascina nella campagna di Bergamo, mondo dai tratti più veneti che lombardi…
La famiglia di Batistì viene cacciata dal padrone per aver tagliato un albero, un ontano, senza permesso, con cui far gli zoccoli nuovi al figlio Mènec. Nonno Anselmo spiega ai giovani la cultura dei loro padri… La generosa vedova Runc si affida a preghiera e superstizione per salvare la mucca malata… Stefano e Maddalena vivono la loro storia d’amore, come ogni giovane in ogni tempo ed ogni cultura, incontrando, nella loro felicità, la repressione del generale Bava Beccaris dei moti popolari a Milano nel 1898, finendo per adottare un orfano nel capoluogo lombardo… Per calmare Finard, in crisi isterica dopo aver perso una moneta (un prezioso «marengo d’oro») trovata (ad un comizio socialista), si ricorre ad una «guaritrice», la «donna del segno», ed alle sue «pozioni» (ed i tempi degli «sciamani» paion essere sopravvissuti a quelli dei contadini…)…
Il «cineforum» ha fatto, quindi, sosta il 24, per lasciar spazio a «gli Episodi» (la ormai storica compagni nota anche come «Teatro degli Episodi»), di Elide Giordanengo scena la quarta ed ultima (per il momento) serata della rassegna «Raccontar(t)e», brani letterari presentati «teatralizzati» (stavolta è toccato al grande scrittore e commediografo novecentesco siciliano Luigi Pirandello, in salone del tutto «gremito»).
Si proseguirà, ora, sempre al «Borelli», con lo spassoso, esilarante, «Il piccolo diavolo» (1988), protagonisti un ancor giovane comico toscano Roberto Benigni (anche regista, in una delle sue opere migliori) e l’americano Walter Matthau, alle ultime interpretazioni, sempre di qualità, il venerdì 31. Un anziano prete-esorcista si trova alle prese con un vivace demone, dal nome Giuditta, ansioso di scoprire il mondo (e che finisce per non metterlo poco in imbarazzo)…
L’orario di inizio della proiezione resta alle 20,30 (notoriamente i pensionati mangiano cena e vanno a dormire presto). L’ingresso in Auditorium è, come sempre, libero…
Ad aprile avremo «I girasoli», interpretato da Marcello Mastroianni e Sofia Loren, guardando, con attualità, ad Est, il 14, «Lo chiamavano Trinità», lo spaghetti western comico che lanciò la coppia Bud Spencer e Terence Hill, il 21, «La vita è bella», il film sull’Olocausto che fece vincere Oscar a Roberto Benigni, il 28…
Si terminerà con il magistrale, bovesano, «Rasmus e il vagabondo», di Adriano Peano, che ha riempito di immagini la memoria locale, il 12 maggio…