Flessibilità ed efficienza, traiettorie future per il Made in Italy a btavola

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Le aziende agricole, a poco più di un anno dallo scoppio del conflitto in Ucraina, hanno urgenza di sviluppare una maggiore flessibilità al cambiamento e una più alta efficienza agronomica, tecnologica ed economico-finanziaria per superare la crisi di redditività generata dall’instabilità sui mercati, dall’incertezza nelle forniture, dalle speculazioni, dai rincari esagerati sulle materie prime e dai ribassi sui prezzi riconosciuti a produttori e allevatori. È quanto evidenzia Coldiretti Cuneo in occasione del convegno “Il futuro del cibo: la sfida della sovranità alimentare” andato in scena oggi al MAG – Fiera Nazionale della Meccanizzazione Agricola di Savigliano in un padiglione Agrimedia gremito di giovani agricoltori.

L’evento, durante il quale hanno portato i loro contributi di analisi e ricerca il Coordinatore del Centro Studi Divulga Riccardo Fargione e il Direttore dell’AGRI Lab della Scuola di Direzione Aziendale dell’Università Bocconi di Milano Vitaliano Fiorillo, ha visto la partecipazione del Vicepresidente del Senato Gian Marco Centinaio e della Delegata nazionale Coldiretti Giovani Impresa, Veronica Barbati.

“Al MAG di Savigliano abbiamo scelto di dedicare un convegno al futuro del cibo e alle opportunità che vedranno protagonisti i nostri giovani imprenditori agricoli, per immaginare e costruire insieme l’agricoltura di domani, legata alle filiere del territorio ma proiettata in un più ampio orizzonte costellato di nuove sfide, dalla sostenibilità all’acqua, dal cibo sintetico al novel food” dichiara il Presidente di Coldiretti Cuneo, Enrico Nada, che aggiunge: “Viviamo un momento storico turbolento, che ci impone di guardare ad un obiettivo ambizioso ma cruciale per la tutela e la crescita del Made in Italy a tavola, la sovranità alimentare”.

“Nella sovranità alimentare – spiega il Direttore di Coldiretti Cuneo, Fabiano Porcu – c’è una progettualità d’insieme, a breve ma anche a lungo periodo, per rafforzare la filiera agroalimentare. Per anni nel nostro Paese abbiamo inseguito la moda della globalizzazione col paradosso di aver cessato di coltivare molte aree a favore dell’importazione di prodotti a bassissimo prezzo e questo, nei momenti di difficoltà come quello che viviamo da oltre un anno, ha fatto saltare il sistema”.

Da qui la necessità di tornare a investire sul territorio per costruire solide basi al futuro del nostro agroalimentare. “Fare rete, dialogare e stringere accordi di filiera con le agroindustrie che credono nel territorio è la via maestra per valorizzare al meglio i nostri prodotti agricoli, offrire nuovi sbocchi economici ai nostri produttori, realizzare una più equa distribuzione del valore lungo la filiera e garantire tracciabilità e qualità ai consumatori” afferma Marco Bernardi, Delegato Giovani Impresa Cuneo.