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Dietro la perfezione

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Bianca è bellissima. Ha classe. È baciata dal successo. Bianca è invidiata, sognata, imitata. Perfetta, agli occhi del mondo, come la sua vita fatta di set fotografici e passerelle, copertine e spot, pellicole e riflettori. Dietro il sorriso, però, ci sono ombre antiche, nell’anima cicatrici di problemi e traumi. Superati con tanta forza e oggi testimoni di come l’apparenza possa essere ingannevole e da ogni difficoltà, da ogni dramma, si possa sbucare più solidi. Non casualmente Bianca Balti, 39 anni, una delle più grandi modelle italiane, si è tatuata sulle braccia un soldatino e un gatto, uno perché combatte e l’altro perché ha nove vite: si specchia e trae coraggio, ricorda e consiglia.
C’è il tunnel della droga, nel suo passato: «Le ho provate tutte, anche gli oppiacei: ho smesso quando non ce la facevo più e non avevo più voglia di vivere. Quello è stato il momento più basso, avrei voluto morire, ma siccome non ero abbastanza coraggiosa da togliermi la vita, mi sono detta: proviamoci». E c’è la ferita di uno stupro subito a 18 anni: «Ero a un rave. In stato di ebbrezza, non ero lucida. È successo con un ragazzo che avevo conosciuto quella sera e che mi piaceva, mi ha portato in una stanza dove eravamo soli, da un bacio si è passati alla violenza». Lo ha cercato, quel ragazzo («Solo per fare pace con l’idea che magari c’era una storia e non uno stupro, per provare a superare il trauma») e infine, dopo anni, lo ha rivisto. Nessuna parola, solo uno sguardo e un tourbillon di sensazioni: «Usciva da un “sert” e mi ha fatto piacere vederlo perché nella mia mente avevo bisogno di normalizzare questa esperienza, di dire siamo amici». Esperienze dure confessate a “Le Belve”, cui vanno aggiunti il dolore per due bambini perduti in grembo e la scelta di operarsi per sradicare definitivamente il rischio di un tumore al seno.

Recuperi affannosi, percorsi di recupero interiori, cocci da incollare e serenità da ricostruire, sorridendo intanto ai flash e regalando un’immagine dorata, la facciata di un’esistenza senza spigoli. Scoprire, dietro la patina luccicante, la facciata linda, fragilità e dolori umanizza una donna che è semplice idealizzare e fa della modella un modello, capace di lanciare messaggi positivi e aiutare chi è in difficoltà: dal baratro delle molestie si può risalire, il buio delle droghe può essere squarciato, chi vive con un ricordo che è incubo o è schiavo della dipendenza, sa, grazie alla sua storia, di poter farcela. Lo stesso per chi soffre di bullismo, perché un altro messaggio profondo l’ha trasmesso attraverso i social e sempre partendo da una personale esperienza: ha raccontato di alcune donne che in un aeroporto cercavano di sminuirla: «Pensavo fosse meglio, non è poi così bella». Minuzie, rispetto al bullismo fatto di offese gravi e prevaricazioni e prepotenze, ma pur sempre cattiveria gratuita da cui corrisponde sofferenza e dispiacere: «Questa cosa di voler distruggere qualcuno per sentirsi meglio è davvero brutta. Anche io lo facevo perché sono cresciuta pensando fosse normale. Ma sto imparando che è una cosa da non fare. Disimparatelo! È proprio un brutto vizio e fa male». Due milioni di follower lo sanno, ora. E sanno che anche dietro il sorriso più bello ci sono amarezze e solitudini e dolori. Mai invincibili.

BaNNER
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