Il presidente Baroni: «Servono investimenti strutturali»

Il convegno “Energia: il grande tema per la piccola industria” ha consentito una ricognizione sulle principali criticità a cui devono far fronte le aziende della Piccola Industria, fornendo anche interessanti spunti per le azioni future

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Da una parte, la necessità che si intervenga nell’immediato per consentire alle imprese di fronteggiare al meglio l’emergenza energetica in corso, dall’altra la consapevolezza dell’importanza di ragionare e agire a livello più strutturale, per fare in modo che in futuro non si ripresenti una situazione analoga, non solo in ambito energia.

Viaggia su questo duplice binario l’appello lanciato dal presidente nazionale della Piccola Industria di Confindustria Giovanni Baroni nel corso del convegno “Energia: il grande tema per la piccola industria” organizzato a Cuneo dal Comitato Piccola Industria di Confindustria Cuneo, insieme a Confindustria Piemonte e a cui ha partecipato un pubblico numeroso, con la presenza, tra gli altri, del prefetto di Cuneo Fabrizia Triolo.

«L’attuale situazione – ha commentato il presidente Baroni – dipende in buona parte dalla mancanza di investimenti in passato, non solo per quanto concerne l’energia. Come dopo la pandemia da Covid-19 ci siamo accorti che le filiere lunghe sono elementi di grandissima fragilità per il sistema economico, allo stesso modo abbiamo compreso tardi come la produzione di energia sia un aspetto rilevante, mentre prima era ritenuta non strategica, perché aveva costi bassi. Si è pensato non valesse la pena produrla e quindi non sono stati fatti investimenti in tal senso, ritenendo di potersi affidare al gas russo».

«L’unico modo per superare le crisi è rappresentato dagli investimenti – prosegue Baroni –, perché è solo con gli investimenti che le nostre aziende possono continuare a crescere. Gli imprenditori investono se percepiscono un clima di fiducia. Ma purtroppo ci sono ancora diversi nodi rimasti irrisolti come il mancato azzeramento degli oneri di sistema delle bollette di luce e gas per il primo trimestre 2023 per potenze sopra i 16,5 kilowatt. Questo taglio, escluso dalla legge di Bilancio, va a colpire soprattutto le pmi, in modo trasversale e dimostra una miopia, se non una scarsa conoscenza, dello spaccato delle imprese italiane da parte della politica. Ci auguriamo, però, che questo aiuto possa tornare in campo nei prossimi mesi. Dobbiamo ricordarci, infatti, che il prezzo del gas viaggia ora intorno ai 70 euro al megawattora, un livello ancora di tre volte superiore al suo prezzo storico. Questo è il momento in cui occorre rilanciare sulle grandi transizioni: ambientale, energetica e digitale. Abbiamo bisogno di una vera politica industriale in questo Paese e, mi sento di aggiungere, anche in questo continente. Come imprenditori necessitiamo di essere competitivi in modo migliore. In questa cornice la questione principale da mettere al centro rimane la crescita: i tedeschi hanno realizzato a ottobre il loro primo rigassificatore, dopo lo scoppio della guerra in Ucraina impiegandoci solo 200 giorni, ora sono due ed entro il 2023 saranno cinque. In Italia nemmeno uno. Per raggiugere gli obiettivi green che ci stiamo dando, sia nell’auto che nel settore edilizio, si richiedono grandi investimenti che vanno necessariamente sostenuti con misure specifiche».

L’intervento del presidente Baroni ha concluso un convegno che, dopo i saluti istituzionali da parte di Mauro Gola, presidente di Confindustria Cuneo e Camera di Commercio di Cuneo, di Alberto Biraghi, presidente del Comitato Piccola Industria Confindustria Piemonte e del Comitato Piccola Industria Confindustria Cuneo, di Luca Robaldo, presidente della Provincia di Cuneo e Sindaco Città di Mondovì e Patrizia Manassero, Sindaco della Città di Cuneo, è entrato nel vivo del lavori, introdotti dal direttore di Confindustria Cuneo Giuliana Cirio, grazie alla tavola rotonda coordinata da Andrea Corniolo, Responsabile Servizio Sicurezza, Ambiente ed Energia, Confindustria Cuneo. A raccontare la propria esperienza aziendale sul tema e a portare un proficuo contributo alla discussione sono stati Marco Costamagna di MTM Hydro Srl. Lorenzo Gallo di GreenHas Italia Spa, Roberto Meo Colombo di Technofabric Spa e Riccardo Preve di Preve Costruzioni Spa.

Gli interventi degli imprenditori cuneesi hanno fornito uno spaccato di quali sono le maggiori difficoltà che piccole e medie imprese del nostro territorio (ovvero il 90 per cento del tessuto imprenditoriale cuneese) devono affrontare fin da prima dello scoppio del conflitto in Ucraina. Difficoltà legate non soltanto al rincaro dell’energia, ma anche al forte aumento del costo delle materie prime e al difficile reperimento di alcune di esse.

Come già evocato dal presidente Biraghi nel suo intervento, una delle criticità maggiori per un territorio con una forte vocazione all’export come quello della provincia di Cuneo è legata alla perdita di competitività internazionale determinata dall’incremento del costo dell’energia, che in Italia pesa più che altrove e rischia di rendere non concorrenziale l’offerta delle nostre imprese sul mercato mondiale.

Riguardo alle soluzioni adottate per affrontare l’emergenza, invece, è risultato significativo il ruolo giocato dal consorzio Granda Energia, creato nel 2000, ben prima dell’emergenza energetica attuale, e che sta garantendo alle imprese aderenti un prezioso supporto.