Savigliano, Oasi Giovani ha ricordato i benefattori di ieri e di oggi

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A breve il Pantheon dei benefattori di Oasi Giovani si arricchirà di un nuovo ritratto: quello di Francesco Cravarezza, già primario del reparto di ostetricia e ginecologia dalla fondazione del nuovo ospedale Ss.Annunziata di Savigliano, che con testamento olografo ha destinato un importante lascito all’ente saviglianese.

É quanto annunciato durante la VII “Giornata del ricordo e del ringraziamento dei benefattori”, organizzata da Oasi Giovani venerdì scorso. Scopo dell’iniziativa, che si svolge ogni anno dal 2016, ricordare coloro che con la propria generosità hanno fatto del bene alla onlus e, di riflesso, al territorio saviglianese.

Oltre alla Messa in memoria dei benefattori, celebrata in mattinata a Sant’Andrea, due sono state le conferenze andate in scena nell’ex cappella del Conservatorio delle Orfane, gremita di pubblico. Un approfondimento sul fare memoria dei filantropi attraverso quadri e ritratti – tenuto dall’ex direttrice del museo civico di Savigliano Rosalba Belmondo – ed un ricordo di Francesco Cravarezza da parte di Fulvio Moirano. Quest’ultimo, già direttore di aziende sanitarie, ha ricordato tra umorismo e commozione i tratti professionali e umani del primario, deceduto nel febbraio scorso.

«Siamo molto soddisfatti della partecipazione “da posti in piedi” che abbiamo registrato nella serata di venerdì – commenta il presidente di Oasi Giovani Gianfranco Saglione –. Segno che i temi della filantropia e della beneficenza, che inevitabilmente si intrecciano con la storia della nostra città e dei personaggi che l’hanno abitata, suscitano ancora interesse e curiosità».

Nel corso della serata di venerdì è stato poi più volte sottolineato come la beneficenza non sia un elemento soltanto appartenente al passato. Seppur con modalità differenti rispetto a un tempo, ciascuno può ancora diventare un “filantropo”, tramite un testamento solidale. «Si parla di lascito solidale – spiega Saglione – quando una parte dei propri averi viene destinata ad un ente no-profit. Ogni testamento può essere olografo (ovvero scritto di proprio pugno, datato e firmato) oppure pubblico, cioè redatto e conservato da un notaio».