Thank you. Grazie, in italiano. Così si legge sulla scultura del Premio Gratitu­dine, il riconoscimento istituito nel 2016 dalla Fonda­zione Ospe­dale Alba-Bra per ringraziare qualcuno che, nel corso della vita, si è contraddistinto per un’azione spontanea e incondizionata di alto valore sociale.

Ringraziare, appunto. Un verbo che si impara fin da bambini ma che, troppo spesso, quando si è grandi, rimane nel dimenticatoio. Non questa volta. Lunedì 12 settembre, nell’auditorium del­l’O­­spe­dale Mi­che­le e Pietro Ferre­ro di Ver­du­no, il “grazie” è stato forte e all’unisono. Perché la destinataria – vincitrice della settima edizione del Premio Gratitudine – è una persona unica: Maria Franca Ferrero. Una donna che per tutta la vita, assieme al marito Mi­che­le e ai figli Pie­tro e Gio­van­ni, ha messo in pratica quello che da motto aziendale è diventato un messaggio di ispirazione per mol­ti: lavorare, creare, donare.

Parecchio efficaci le parole utilizzate da Luciano Sca­lise e Bruno Ceretto – di­rettore e presidente della Fon­dazione Ospe­dale Alba-Bra – per mo­ti­vare la scelta: «Le siamo riconoscenti perché ha nutrito le radici affettive del territorio». Storia di un legame, quello tra la Ferrero e il territorio, che si è ulteriormente rinsaldato con le generose do­nazioni ef­fettuate dall’apprezzata famiglia di imprenditori a favore del nuovo ospedale Alba-Bra, e non solo.

La si­gno­ra Ferrero, accompagnata dalla nuora Luisa Stru­mia, da parenti e amiche, ol­tre che dal presidente di Fer­rero Spa Bar­to­lomeo Salo­mo­ne e dagli altri massimi dirigenti dell’azienda dolciaria, ha manifestato gioia e commozione. E sempre con commozione si è rivolta alla platea: «Il riconoscimento mi riempie di gioia e testimonia il forte legame tra la mia famiglia e questo ospedale, oggi un’eccellenza per tutto il territorio, la cui competenza e bravura ho personalmente vissuto come paziente – ha affermato Maria Franca Fer­rero -.

All’amico, presidente della Fondazione Ospe­dale, il cavalier Bruno Ceretto, al direttore Luciano Scalise, ai nostri insostituibili medici, con tutto lo staff ospedaliero, va il mio augurio sincero per il loro lodevole operato». Applausi, forti, convinti, sentiti, dal primo all’ultimo per la signora Fer­rero che, prima, aveva a sua volta applaudito la lectio magistralis di Vito Mancuso. «Dopo le sue parole – ha detto Maria Franca Ferrero – credo che la migliore cosa da fare sia fermarsi e meditare».

E, in effetti, quello del professore e filosofo è stato un intervento profondo, toccante. «Ci troviamo in un ospedale da cui traspare bellezza, da cui emerge l’intelligenza buona, l’umanità – ha sottolineato Mancuso -. La bellezza è un dono e tutti noi, in questo particolare momento, ne ab­biamo parecchio bisogno, per poter riscoprire la fiducia in noi stessi. Dopo i sospetti tipici del Novecento dobbiamo tornare a costruire e ad avere fiducia». Ma è possibile avere fiducia in mezzo a pandemie e guerre? La risposta del filosofo: «Sì, perché, se vogliamo, sappiamo essere generosi, intelligenti e riusciamo pure a donare. Tutto ciò rivela che possiamo essere diversi e, per chi crede, rivela anche un altro mondo».

Una riflessione che ha trovato d’accordo anche il vescovo di Alba, monsignor Marco Bru­netti: «Sono felice di partecipare a questo momento di gratitudine. Un’occasione che ci permette di comprendere il valore della bellezza, che è tale quando la si vive come comunità, quando ciascuno si sente di donare ciò che è veramente. In questo senso, credo che il Premio Gratitudine possa fungere da trampolino e portare tante altre persone ad ambire a un premio per la loro generosità e a farsi quindi dono, loro stesse, per gli altri».

Il direttore generale dell’Asl Cn2, Massimo Veglio, ha detto che, per certi tipi di dono, non sempre si è pronti: «E noi, con l’impegno, la competenza e il sorriso, vogliamo dare il massimo per poter essere sempre pronti a ricevere doni». Pe­raltro, un nuovo dono, lo si è scoperto durante la serata, è già realtà: la famiglia Ferrero, cogliendo proprio l’occasione del Premio Gratitudine, ha effettuato una nuova donazione da impiegare per l’acquisto di strumentazioni uniche in ambito oculistico. Ha spiegato Giuseppe Delpiano, primario di Ocu­li­stica a Ver­du­no: «Grazie a questo prezioso contributo potremo ac­qui­stare strumentazioni ad altissima tecnologia che contribuiranno a mi­gliorare le cure e a rendere più efficaci le diagnosi».

Nell’evento dedicato alla gratitudine, la Fondazione ha detto “grazie” anche ad altre due donne: Elena Lenta, dietista della Struttura Nutrizione Cli­nica e Disturbi del Compor­tamento Alimentare dell’ospedale di Verduno, premiata di recente a Vienna con il prestigioso Travel Award, e Anna Rovera, responsabile Progetta­zione e Comunicazione della Fondazione Ospedale, per il suo forte impegno a favore dell’ente.

Numerose le istituzioni, le quali hanno voluto esprimere la loro riconoscenza nei confronti di Maria Franca Ferrero e della sua famiglia: «Il binomio sanità locale-famiglia Ferrero è fondamentale e, in questi anni, ha portato alla realizzazione di numerosi progetti che hanno accresciuto il livello delle cure prestate in questo territorio – ha rimarcato Mauro Noè, presidente della Conferenza dei Sindaci del­l’Asl Cn2 -. Per questo, il nostro è un grazie particolarmente sentito».

Un senso di comunità evidenziato pure dall’assessore re­gionale alla Sanità, Luigi Ge­nesio Icardi: «È un premio che esprime l’armonia tipica di questo territorio. Qui tutti hanno fatto squadra per costruire il nuovo ospedale. E questa capacità di procedere uniti è un valore davvero straordinario».

«Il fatto di aver potuto mettere in funzione durante l’emergenza sanitaria l’ospedale di Ver­duno, a cui ha contribuito, e contribuisce, in maniera si­gnificativa la famiglia Ferrero, è il gesto di generosità più grande – ha aggiunto il governatore del Piemonte, Alberto Cirio -. Entro fine anno, inaugureremo il lotto dell’autostrada che ci permetterà di realizzare un collegamento diretto con l’o­spedale, la cui uscita, vo­glio sottolinearlo, sarà gratuita. In parallelo, formalizzeremo un meccanismo che ci permetterà di garantire un servizio sanitario territoriale an­che nelle strutture di Alba e Bra». «Di fronte a grandi gesti di generosità come quelli della signora Ferrero – ha concluso Cirio – non possiamo far altro che impegnarci ancora di più rispetto a quanto non facessimo già prima».
Ancora applausi, prima dell’atto conclusivo di una giornata memorabile: il rinfresco “stellato” preparato dallo chef Enrico Crippa.