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Maltempo, Coldiretti Cuneo: 6000 ettari di colture duramente colpite e stimati oltre 19 milioni di euro di danni

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Un’estate da dimenticare per l’agricoltura in Granda segnata da continue, pesanti e violente grandinate, piogge torrenziali, vento forte che finora hanno mandato in fumo centinaia di ettari di colture e decimato e in alcuni casi dimezzato la produzione. La stima dei danni nella sola Provincia di Cuneo ammonta a oltre 19 milioni di euro tra produzioni e strutture per un totale di 6000 ettari di colture duramente colpite.

A farne le spese sono soprattutto il mais, i cereali, la frutta, le verdure e la vite. Dalle pesche ai mirtilli e, più in generale i piccoli frutti, dalle mele alle susine, dalle albicocche alle zucchine, dalle insalate ai pomodori: a rischio il meglio delle colture stagionali cuneesi. Questo è quello che è emerso da una prima ricognizione dei tecnici di Coldiretti Cuneo rispetto al maltempo che sta continuando, quasi, ininterrottamente lungo tutto il Piemonte da fine giugno e per tutto luglio, non dando segnali diversi neanche per i primi giorni di agosto.

Il resoconto dei danni nella Granda ha i contorni di un bollettino di una guerra contro, è ormai sempre più chiaro, gli effetti dei cambiamenti climatici. Nel saluzzese: danneggiati oltre 200 ettari tra kiwi, pesco, pero, melo e susino non protetto da rete antigrandine, 1 ettaro di meleto completamente abbattuto. Su una vasta superficie frutta danneggiata al 100% con danni ingenti a rami, impianti fotovoltaici a tetto, serre, porticati e coperture. A Verzuolo vento e grandine hanno fatto cadere un impianto di protezione. Grandine anche nell’albese, sabato pomeriggio, nell’areale Barbaresco.

A Mondovì sono oltre 100 gli ettari di frutteto colpiti nella giornata di domenica con danni al 100%, danni anche a viti (più di 10 ettari) e nocciole. Situazione particolarmente grave anche nel nella zona di Fossano, in particolare in frazione Boschetti, a Cussanio (i danni alle colture di mais sono ben visibili dalla strada provinciale), Vottignasco, Levaldigi, a Villafalletto dove sono stati necessari i trattori per pulire la strada dalla grandine. Colpiti anche mais, fagioli, zucchini, cavoli già trapiantati, colture a piano campo, piante di noci e castagni spezzate dalla forza dei chicchi di grandine grandi come palline da tennis a Caraglio, in Valgrana, a Passatore e a Madonna dell’Olmo.

Quello che più stupisce di questi fenomeni atmosferici è come colpiscano a macchia di leopardo con intensità differente, non solo zone o areali sparsi sul territorio, ma addirittura appezzamenti distanti appena poche centinaia di metri. Può succedere cosi che un campo riporti danni del 10% e quello successivo un Km dopo arrivino o superino addirittura il 50%.

L’ultimo fine settimana è solo il capitolo più recente di un’estate segnata fino ad ora, a livello nazionale, da ben 789 eventi estremi tra bombe d’acqua, trombe d’aria, grandinate e temporali violenti lungo tutta la Penisola secondo l’analisi Coldiretti su dati dell’European Severe Weather Database (ESWD). E tra gli eventi estremi sono praticamente triplicate le grandinate con 11 tempeste di ghiaccio al giorno dall’inizio dell’estate rispetto allo stesso periodo dello scorso anno.

Tutti questi ultimi eventi – spiega Roberto Moncalvo, delegato confederale di Coldiretti Cuneo – si sommano a quanto già avvenuto nelle scorse settimana e la grandine è l’evento più dannoso perché, dove ha colpito, ha distrutto in pochi minuti il 100% del lavoro di un intero anno. Una vera calamità in un momento particolarmente delicato per le coltivazioni agricole con la raccolte in corso mentre ci si avvicina anche alla vendemmia. Siamo di fronte in Italia alle conseguenze dei cambiamenti climatici con una tendenza alla tropicalizzazione e il moltiplicarsi di eventi estremi con una più elevata frequenza di manifestazioni violente, sfasamenti stagionali, precipitazioni brevi e intense ed il rapido passaggio dal sole al maltempo”.

Questa situazione – aggiunge Fabiano Porcu, direttore di Coldiretti Cuneo – ormai non può più essere trattata come una semplice emergenza, dal momento che si innesta su eventi ormai continui di vere e proprie bombe d’acqua rapide e violentissime. Per affrontare i danni causati dagli eventi estremi che stanno devastando i nostri territori servono strumenti di gestione del rischio sempre più avanzati, di semplice accesso per le nostre imprese, efficaci e con meno burocrazia”.

cs