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«Sanità Privata e Pubblica sinergia positiva e necessaria»

Tecnologie di eccellenza e professionalità al servizio della saluteae.

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In prima linea lo sono per scelta, anche perché la salute è un bene intangibile, oggi più che mai condiviso, in virtù di una pandemia che ha imposto una riflessione. E la nostra rivista IDEA ha affrontato l’argomento con il dottor Ugo Riba, direttore generale ed amministratore unico degli Istituti Cidimu con sede in Piemonte e Lombardia e con il dottor Francesco Morabito, direttore sanitario della struttura albese.
«La pandemia da Covid-19 sta cambiando il mondo: dal turismo alla grande distribuzione, dal commercio al minuto alle grandi assicurazioni, dall’ospitalità al­ber­ghiera alle banche, dai rapporti sociali, in primis la scuola, alla Sanità….», sottolinea il dottor Riba. «È la prima volta dacché faccio il medico e l’imprenditore, che il mondo sanitario si accorge che “esiste” la Sanità Privata e che questa è essenziale per offrire ai cittadini tutti i servizi che quella pubblica, per numerosi motivi, non può o non riesce ad offrire. Lo abbiamo vissuto in prima persona in tutti i nostri undici Istituti, in particolare in Lombardia, regione colpita più delle altre dalla diffusione del coronavirus e, non senza un cer­to orgoglio, ci siamo resi conto non di essere utili, ma di essere indispensabili. Se ne sono resi conto persino i politici ed i burocrati».
E prosegue: «Ad Alba, a Cuneo, a Torino, ad Alessandria e negli Istituti lombardi stiamo già preparando la medicina del prossimo futuro, in cui si capirà il valore e l’importanza dell’IT (intelligence technology), della telematica, dell’IoT (Internet of Things)… Nei nostri centri infatti, abbiamo già adeguato le principali tecnologie diagnostiche che devono poter dialogare tra loro e stiamo anche acquisendo piattaforme informatiche evolute per poter offrire servizi a distanza ed ottimizzare quelli attuali. In queste scelte siamo favoriti dal fatto che non esiste una burocrazia interna in grado di rallentare o bloccare le nostre decisioni. Le catene di comando sono brevi, l’operatività è rapida… sempre che la burocrazia statale continui a permettercelo».

Il Cidimu conserva e preserva la sua vocazione a investire in tecnologie d’eccellenza per offrire un servizio avanzato ai propri pazienti. E oggi a questi valori cosa si è aggiunto?
«Noi, nelle nostre sedi, continuiamo con la consueta attività che coniuga le tecnologie più evolute con la massima efficienza dei professionisti, che per esprimere il loro valore, hanno bisogno sia di tecnologie adeguate, sia di colleghi competenti con cui dialogare. Più concretamente faccio degli esempi. Il neurologo per le sue diagnosi deve collaborare e fidarsi del neuroradiologo ed insieme i due specialisti devono dialogare col neurochirurgo. Le specialità chirurgiche (chirurgia generale, vascolare, Orl, oculistica, ginecologica, ortopedica, cardiaca) necessitano di specialisti e diagnosi precise. È questo dunque che al Cidimu di Alba abbiamo cercato di costruire: gruppi di professionisti di alto profilo, che sanno dialogare tra loro per il maggior bene del paziente».

Dottor Morabito, il suo ruolo di direttore sanitario della sede albese, ma soprattutto la sua esperienza in campo medico, quali riflessioni determinano sull’attuale momento emergenziale?
«Ho concluso la mia attività professionale in ambito pubblico come “manager” nel 2016 ma precedentemente ho lavorato a lungo nell’ambito della medicina generale, della medicina sportiva, dell’igiene e della prevenzione. La mia visione della sanità, si era progressivamente modificata soprattutto nel corso degli ultimi anni. La sostenibilità di un sistema sanitario nazionale gran parte esclusivamente pubblico, si è poco per volta incrinato con problemi crescenti per gli operatori. Gli stanziamenti statali per la sanità, dopo le crisi economiche susseguitesi negli ultimi anni, i problemi con i piani di rientro nella nostra regione, che hanno penalizzato sempre più le Asl, soprattutto le virtuose (come quella che avevo l’onore ed il dovere di dirigere); la progressiva carenza di medici ed infermieri (motivi per cui in seguito più volte, anche attraverso il vostro giornale, ho lanciato grida di allarme), le difficoltà burocratiche, e la fatica a concretizzare il pensiero di un ospedale proiettato nel futuro, mi hanno condizionato nelle opinioni. Credo che la bellezza, la ricchezza, la modernità, l’efficienza, le risorse umane e tecnologiche di un territorio, debbano andare di pari passo con la sua sanità. L’amicizia con il dottor Ugo Riba, uomo che ha dato vita a svariati istituti medici d’avanguardia, con la visione preziosa del medico, ma soprattutto con la capacità di anticipare i tempi, mi ha permesso di esplorare nuove vie. Ho iniziato a svolgere il ruolo di direttore sanitario alcuni anni fa, circondato da medici di alto profilo professionale, e dal continuo aggiornamento di apparecchi medicali sempre più moderni. E poi… è cambiato il mondo! Sono orgoglioso nell’affermare che la nostra attività pur nelle grandi difficoltà attraversate da tutti, ma, con grande attenzione alla sicurezza, ha sempre continuato la propria funzionalità, soprattutto nell’ottica di prendersi cura delle persone malate, in un momento di grandissima difficoltà della sanità pubblica. Per concludere oggi ritengo che sempre più la sanità privata debba essere considerata una risorsa importante e mi auguro che nei vari ambiti territoriali ed ospedalieri vengano individuati dei meccanismi di collaborazione e di integrazione tra la Sanità Pubblica e la Sanità Privata».

BaNNER
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