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Diventare mamma in tempo di pandemia

A Cuneo è stato aperto uno speciale reparto di ostetricia per accogliere in sicurezza le donne prossime al parto affette da Covid

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L’ostetricia di Cu­neo ha affrontato da subito l’emergenza Covid im­prontando le proprie scelte or­ganizzative sulla sicurezza di pa­zienti e operatori e sul rispetto del delicato momento della nascita anche per le pazienti positive al virus.
«Fin dall’inizio della pandemia», spiega il direttore della struttura Andrea Puppo, «ab­bia­mo istituito percorsi ben distinti e, al tempo stesso, di garanzia sia per gli accertamenti ambulatoriali (visite ed ecografie) sia per le pazienti ostetriche destinate al ricovero ospedaliero. Nel dettaglio ab­biamo istituito un capillare programma di “screening” per tutte le pazienti in prossimità del parto, che ci ha permesso di identificare precocemente tutti i casi positivi (anche asintomatici) al coronavirus e di far sì che nessun caso di positività fosse ricoverato nel reparto di ostetricia».
Per le pazienti identificate co­me positive, invece, con il contributo della Direzione, che ha implementato l’organico, e grazie allo straordinario impegno di tutto il personale del reparto, è stato aperto un reparto di o­stetricia Covid completamente separato e con personale dedicato, rendendo quanto più confortevole la permanenza in ospedale di queste giovani donne.
Anche in sala parto ci sono spazi riservati esclusivamente alle pazienti affette dal virus, sia per il parto naturale sia per l’eventuale taglio cesareo.
«Siamo estremamente orgogliosi di que­sta organizzazione che è stata predisposta», ag­giun­­ge il dottor Puppo, «perché assicura grande sicurezza sia alle pazienti sia agli operatori sanitari, preservando la riservatezza e la “privacy” delle famiglie durante il percorso che porta alla nascita dei loro figli. La mia personale gratitudine va alla Dire­zione che ha colto la necessità di approntare in tempi record un reparto “ex novo” e al personale medico, ostetrico, infermieristico e di supporto che fin da subito ha dato prova di grande impegno e dedizione nella gestione di questa ennesima complessità portata dalla pandemia da coronavirus».
Nel momento in cui scriviamo questo articolo si contano oltre 40 casi di gravidanze Covid già transitate per il ricovero, talvolta con malattia da Covid associata a forme di insufficienza respiratoria più o meno grave, sempre gestita da équipe multidisciplinari.
Le pazienti Covid positive in gravidanza, prima del parto, vengono seguite anche in regime ambulatoriale, avendo cu­ra di separare nettamente i percorsi di accesso e gli spazi dedicati alla visita, in modo da ridurre al minimo il rischio di diffusione del virus. Queste pazienti sono poi solitamente prese in carico dall’ambulatorio di gravidanza patologica che definisce un per­corso assistenziale personalizzato, a se­conda dei differenti quadri clinici, spesso servendosi del con­sulto telefonico per la co­municazione di esami e di altri ag­giornamenti necessari.