Il Consigliere Paolo Bongioanni esprime la propria opinione sull’attacco da parte della Ministra Dadone al Governatore Cirio

RICEVIAMO E PUBBLICHIAMO

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Noto con sorpresa che la ministra Fabiana Dadone di Carrù si è svegliata miracolosamente dal torpore, accompagnata a ruota dalla sindaca di Torino Chiara Appendino.

Da piemontese e cuneese mi sarei aspettato che si prodigasse per difendere la sua terra dalla delirante collocazione in zona rossa da parte di un governo che rivela, per l’ennesima volta, incapacità e inadeguatezza, invece la ministra si è svegliata per attaccare il Presidente della Regione Piemonte Alberto Cirio, semplicemente perché quest’ultimo vuole avere chiarezza dal Ministro Speranza, sapere perchè si siano utilizzati dei dati vecchi di 11 giorni per calcolare i parametri che vanno a ferire, sfregiare e distruggere il polmone pulsante dell’economia della nostra terra: la piccola e media impresa del Piemonte e della Lombardia, oltre che a privare totalmente della libertà i cittadini di 4 Regioni italiane.

Non  conoscendo la storia del ministro Dadone ho fatto la cosa più semplice, sono andato a fare due ricerche su internet e su Wikipedia  ed  ho letto  quanto segue: “divenendo praticante abilitato, senza tuttavia superare l’esame di abilitazione per la professione di avvocato”.

Quindi noi abbiamo un ministro della Repubblica italiana che come curriculum ha fatto qualche mese il praticante avvocato ed è stato bocciato all’esame di Stato per poi diventare deputato e quindi ministro, e che non è neanche stata eletta alle elezioni comunali di Mondovì, candidatasi nel maggio 2012!!!!!.

E allora la considerazione che faccio è: ma chi abbiamo a Roma che ci governa? chi abbiamo a Roma che ci amministra? chi abbiamo a Roma che fa le leggi? Non dovremmo mandare a Roma la nostra migliore classe dirigente?

Alla nostra ministra non riesce neanche la polemica nel tentativo di mettersi in vista. Le mancano le motivazioni credibili, le manca l’ironia necessaria. Cosa significa attaccare il governatore Cirio, responsabile di concrete prese di posizione, sbandierando che i piemontesi fanno poche chiacchiere e lavorano sodo? Ma lei parla con la gente comune, ascolta le loro doglianze, le loro esigenze, le loro attese, agendo di conseguenza? Lei legge mai le cronache drammatiche dei nostri giornali locali riguardanti le proteste di intere categorie di produttori e di lavoratori? Perchè non risponde alle grida di dolore dei suoi concittadini monregalesi e invece annuncia loro che sono arrivati alle scuole (chiuse) di Mondovì i banchi con le rotelle?Al coro, che evidentemente è un leit motiv per i rappresentanti del MoVimento 5 Stelle, vedo questa mattina sulla Stampa unirsi anche il sindaco di Torino Chiara Appendino, ma anzichè attaccare Cirio per gli stessi motivi della Dadone, (evidentemente nel movimento 5 stelle si muovono tutti come un gregge, e quindi vogliono coprire la latitanza operativa del governo, che ha passato l’estate a comprare monopattini e banchi a rotelle anzichè attrezzare la nazione per la seconda ondata epidemica), non farebbe  meglio a fare un po’ di mea culpa pubblica, a chiedersi come  ha fatto a rovinare Torino?  E c’è riuscita in 5 anni.

Un record!

Ve la ricordate la Torino a Post Olimpica, quella di Sergio Chiamparino, la Torino dei grandi eventi, la Torino che non era più quella dei miei tempi dell’università, quella che era diventata una città pulita, turistica, viva, la Torino dove sentivi parlare straniero, quella dei convegni internazionali, la Torino che era servita da stimolo a noi della Granda per diventare la capitale della gastronomia, del turismo outdoor e della nuova frontiera dello sci.

Bene di quello non esiste più niente, un pallido ricordo per qualcuno, è tornata la città sporca, invasa dai centri sociali, la città dove non  si sa cosa voglia dire la parola turismo e sono bastati 5 anni di governo Appendino, prendete solo il Valentino…dove sono i sette locali che vi erano 5 anni fa?

Poi provo a consolarmi pensando che ci sono dei casi ben più grotteschi di quello della ministra Dadone,  eclatanti come quello del bibitaro Luigi Di Maio ministro degli Esteri.

Ma la domanda ritorna: per quale motivo stanno cercando di distruggere l’economia che tiene in piedi l’Italia? Tutte domande a cui dovremmo dare una risposta, e che sicuramente io cercherò di dare nei prossimi giorni, ma la prima che mi viene a caldo è: “Perché abbiamo mandato a Roma gente che non ha mai lavorato un giorno nella vita e che è completamente avulsa dal mondo del lavoro, dell’impresa e della produzione?”

 Forse la colpa di tutto questo è  semplicemente nostra, di tutti noi che li abbiamo votati e che oggi permettiamo loro di stare seduti sugli scranni dove ieri sedevano De Gasperi, Einaudi, Moro, Almirante e Berlinguer.

Svegliamoci  prima che sia troppo tardi perché se no questa volta non la salveremo più.

c.s.